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Sabotaggio nel Mar Baltico: due cavi di telecomunicazioni danneggiati. Cosa sappiamo

22 Novembre 2024 4 min lettura

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Sabotaggio nel Mar Baltico: due cavi di telecomunicazioni danneggiati. Cosa sappiamo

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La Cina si dice pronta a “collaborare” nell'indagine sui cavi danneggiati nel Mar Baltico

Aggiornamento 29 novembre 2024: La Cina ha dichiarato di essere pronta a collaborare alle ricerche sulla rottura di due cavi sottomarini di telecomunicazioni danneggiati in 48 ore nel Mar Baltico tra il 17 e il 18 novembre. La notizia arriva dopo che la Svezia aveva chiesto la collaborazione di Pechino nelle indagini dopo che nell’area dove era avvenuta la rottura era stata avvistata una nave battente bandiera cinese, ormeggiata nello stretto di Kattegat, nelle acque internazionali tra Svezia e Danimarca. I due cavi sono già stati riparati, hanno dichiarato i rispettivi operatori. La Russia ha respinto come “assurde” e “risibili” le affermazioni di alcuni funzionari europei secondo cui Mosca sarebbe coinvolta nel presunto sabotaggio.

Nel mar Baltico, in 48 ore sono stati danneggiati due cavi per le telecomunicazioni: l’ipotesi è che si tratti di un “atto di guerra ibrida”, e i sospetti sono immediatamente ricaduti sulla Russia. Il primo cavo collegava la Finlandia e la Germania, e l’altro univa la Svezia e la Lituania. “Nessuno crede che i cavi siano stati danneggiati accidentalmente”, ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. “Non voglio nemmeno pensare che le ancore delle navi abbiano causato il danno accidentalmente. Dobbiamo supporre, senza informazioni certe, che il danno sia stato causato da un sabotaggio”. Al momento, la polizia svedese sta indagando su una nave cargo cinese, la Yi Peng 3, che avrebbe attraversato il tratto di mare sopra i due cavi nel momento in cui sono stati recisi.

Il primo dei presunti attacchi è avvenuto intorno alle 8 di mattina di domenica 17 novembre, e ha colpito un cavo sottomarino di 218 km di fibra ottica per la connessione internet tra la Lituania e l'isola di Gotland, in Svezia. La società di telecomunicazioni Telia Lietuva ha dovuto interrompere il servizio: il traffico internet è stato reindirizzato su altri collegamenti internazionali. Il secondo danneggiamento ha colpito il cavo C-Lion1 tra Helsinki e il porto tedesco di Rostock, che corre per 1.200 km. Secondo la società finlandese di cybersicurezza e telecomunicazioni Cinia, il cavo ha smesso di funzionare intorno alle 2 del mattino di lunedì 18 novembre.

Mentre è stata annunciata un’inchiesta internazionale per accertare le eventuali responsabilità, il 18 novembre le ministre degli esteri tedesca e finlandese, Annalena Baerbock ed Elina Valtonen, hanno discusso a Bruxelles di un possibile coinvolgimento della Russia. “La sicurezza dell’Europa è minacciata non solo dalla guerra di aggressione russa in Ucraina, ma anche da possibili atti di guerra ibrida”, hanno affermato in un comunicato congiunto. “Il fatto che un simile incidente sollevi immediatamente il sospetto di un attacco intenzionale la dice lunga sull’incertezza dei nostri tempi. La salvaguardia delle nostre infrastrutture è vitale per la sicurezza e la resilienza delle nostre società”.

Già in passato, infatti, lo stesso tratto di mare era stato preso di mira da alcuni attacchi sospetti, tra cui le esplosioni lungo i gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 nel 2022. In risposta a questi episodi, a inizio novembre l’ex presidente finlandese Sauli Niinistö aveva chiesto di istituire una agenzia di intelligence all’interno dell’Unione Europea. Oggi la marina lituana ha dichiarato che rafforzerà la sorveglianza, così come il Comando marittimo della Nato (Marcom – Allied Maritime Command), che sta intensificando i pattugliamenti.

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Con la recente adesione della Finlandia e della Svezia, al momento tutti i paesi che si affacciano sul mar Baltico fanno parte della Nato, con l’eccezione della Russia. All’inizio di quest’anno, Marcom aveva avvertito che la sicurezza di quasi un miliardo di persone in Europa e Nord America era minacciata dai tentativi russi di colpire le ampie vulnerabilità delle infrastrutture sottomarine, compresi i parchi eolici, che presentavano “debolezze di sistema”. Il vice comandante Didier Maleterre lo scorso aprile ha dichiarato: “Sappiamo che i russi hanno avviato una guerra ibrida sotto il mare, per danneggiare l’economia europea attraverso cavi e oleodotti”. All'inizio di questo mese, la Svezia aveva annunciato l'intenzione di porre il veto all’installazione di 13 parchi eolici offshore nel mar Baltico, per non esporsi a rischi di sicurezza troppo elevati.

Non solo: la ministra tedesca Baerbock ha sottolineato che il sabotaggio non passa esclusivamente via mare, citando gli attacchi informatici, la sorveglianza delle infrastrutture sensibili e i pacchi esplosivi che hanno causato incendi in due hub della logistica a Birmingham e Lipsia lo scorso luglio. “Non possono essere tutte coincidenze”, ha affermato. “Il governo sta seguendo molto da vicino l'evolversi degli eventi sullo sfondo di una grave crisi di sicurezza. Per questo è urgente scoprire cos’è accaduto a questi due cavi nel Mar Baltico”.

Immagine in anteprima: frame video France 24 via YouTube

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