Bisogna scegliere gli esperti da intervistare con molta cautela, avvisa Bill Hanage, professore associato di epidemiologia presso la Harvard T.H. Chan School of Public Health, che assieme al suo collega Marc Lipsitch ha pubblicato a fine febbraio un articolo su Scientific American con alcuni consigli su come i giornalisti dovrebbero coprire l'epidemia di Covid-19. A distanza di un paio di settimane, Hanage è tornato sull'argomento durante un'intervista con Journalist's Resource con qualche consiglio aggiuntivo. "Aver ricevuto un premio Nobel per un argomento scientifico specifico, non fa di un ricercatore un'autorità in tutti gli ambiti scientifici", spiega l'epidemiologo. È di fondamentale importanza che i giornalisti dedichino il tempo necessario a incontrare ricercatori con esperienza e conoscenze specifiche sull'argomento di cui si sta parlando. Purtroppo, per colpa della fretta e della scarsa preparazione di alcuni giornalisti generalisti, spesso vengono intervistate persone senza una preparazione specifica e gli si offre un pulpito dal quale esprimere le proprie opinioni disinformate (e in alcuni casi informazioni false). Questa tendenza può essere particolarmente pericolosa quando si coprono temi di salute pubblica, avverte Hanage, perché i cittadini si affidano ai media per prendere decisioni informate sulla propria salute e quella dei propri cari. Hanage consiglia ai giornalisti di intervistare sempre più di un ricercatore: "Chiamate quattro o cinque scienziati indipendenti. Se tutti vi dicono più o meno la stessa cosa, allora vale realmente la pena inserirla nel vostro reportage". I giornalisti dovrebbero inoltre dare maggiore fiducia ai ricercatori che nel rispondere a una domanda non hanno remore nel dire che non si conosce ancora la risposta. "Un buon ricercatore dirà chiaramente 'non lo so' o 'questo non è il mio campo di ricerca'". [Leggi l'articolo su Journalist's Resource]