Parlando del ruolo degli asintomatici nella diffusione della pandemia, la dottoressa Maria Van Kerkhove, capo del team tecnico anti Covid-19 dell'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), ha ribadito la posizione dell'agenzia sanitaria: "Dai dati che abbiamo, sembra ancora raro che una persona asintomatica trasmetta il virus a un individuo secondario". Ha aggiunto che i dati di cui dispone l'OMS provengono da paesi che stanno facendo un tracciamento dei contatti molto esaustivo e che, seguendo i casi asintomatici che hanno incontrato, raramente hanno trovato un secondo grado di contagio tra i loro contatti. Van Kerkhove ha quindi consigliato ai governi, in linea con le raccomandazioni che ha sempre dato l'OMS, di concentrare i propri sforzi di test, tracciamento e isolamento sui casi sintomatici. "Se seguiamo realmente tutti i casi sintomatici, isoliamo quei casi, tracciamo i contatti e mettiamo in quarantena quei contatti, potremo ridurre drasticamente l'epidemia", ha dichiarato. L'OMS ha confermato quindi la posizione che ha sempre mantenuto sul ruolo degli asintomatici nella diffusione del virus. Questo è quanto dichiarava tre mesi fa la dottoressa Maria Van Kerkhove, parlando della possibilità di contagio da parte di persone asintomatiche: "Sappiamo che è possibile che trasmettano il virus ad altre persone, ma non crediamo che questo sia un fattore di trasmissione determinante. E la ragione per cui sappiamo che è così è che se osserviamo l'epidemia e la maniera in cui si sta sviluppando, se gli asintomatici fossero un fattore importante di trasmissione avrebbero causato un numero molto maggiore di casi". È importante non confondere gli asintomatici con i pre-sintomatici: gli asintomatici sono persone che hanno contratto il virus ma non svilupperanno mai i sintomi; i pre-sintomatici sono coloro che sono stati contagiati, che non hanno ancora sintomi, ma li manifesteranno in genere nel giro di 5 o 6 giorni, come precisava proprio l'OMS in un documento pubblicato lo scorso aprile. Le parole di Van Kerkhove si riferiscono agli asintomatici.
È fondamentale sottolineare che noi non siamo chiamati in nessun momento a distinguere tra asintomatici e pre-sintomatici nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo considerare tutti come possibili vettori di diffusione anche se non hanno sintomi. E lo stesso vale per le misure di precauzione (come il distanziamento fisico, per esempio).
Aggiornamento 9 giugno 2020: In un live sui social da Ginevra, Maria Van Kerkhove è tornata su quanto da lei dichiarato a proposito del ruolo degli asintomatici nella trasmissione del virus: «Ho ricevuto molti messaggi e richieste di chiarimenti dopo quanto affermato in conferenza stampa. Ho detto “è molto raro” e c’è stato un fraintendimento perché è sembrato che dicessi che la trasmissione asintomatica è globalmente molto rara, mentre mi riferivo a un set di dati limitati. Bisogna differenziare ciò che sappiamo, ciò che non sappiamo e ciò che stiamo cercando di capire. Ciò che sappiamo sulla trasmissione di COVID-19 è che gli infetti sviluppano sintomi, ma in una parte di loro questo non avviene. Sappiamo che la maggioranza delle infezioni avviene da qualcuno che ha sintomi ad altre persone attraverso le goccioline di saliva infette. Ma c’è una proporzione di persone che non sviluppa sintomi e non sappiamo ancora quante siano e quanti di questi poi trasmettano l'infezione». Van Kerkhove ha poi aggiunto che alcuni studi mostrano che circa il 16% della popolazione può essere asintomatica e poi ci sono stime secondo le quali il 40% dei contagi potrebbe essere causato da asintomatici, ma «sono percentuali provenienti da modelli e per questo non ne ho parlato nella mia risposta ieri», precisando anche che nel briefing di lunedì non stava esprimendo la posizione dell’OMS, ma stava solo rispondendo a una domanda dei giornalisti.
Il fatto che sia estremamente raro che un asintomatico possa contagiare altri individui non è di per sé una novità, ha detto al Corriere della Sera Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’OMS. «Il problema è che molti di quelli che consideriamo asintomatici in realtà sono paucisintomatici, gli asintomatici veri non sono molti. Da uno a cento, diciamo che sul contagio i positivi senza alcun disturbo pesano per 5 più o meno. Il tema del contagio è legato ai volumi di carica virale: gli asintomatici ne hanno pochissima, chi ha sintomi più e meno seri ha progressivamente più carica virale, quindi è più contagioso. Come ben sanno, purtroppo, tutti gli operatori sanitari che si sono ammalati».