Curve esponenziali, contagiosità, tassi di letalità: da quando è scoppiata la pandemia siamo stati sommersi da analisi matematiche che hanno cercato di tracciare l'andamento del contagio e prefigurare scenari futuri. Ma ognuno di questi calcoli ha dei limiti perché abbiamo dati "sporchi", per errori di misurazione e per le troppe informazioni lacunose: un giorno mancano i dati di una regione; il giorno dopo cambia la procedura con cui si prendono i tamponi; il giorno dopo ancora i laboratori sono in ritardo. Diventa sempre più difficile capire quali sono i valori da confrontare. Infine, c'è una ragione spazio-temporale. L’Italia ha avuto una serie di focolai distribuiti nel tempo, mentre per la maggior parte della nazione il lockdown è partito contemporaneamente. Questo significa che – se le misure prese sono state effettivamente sufficienti – stiamo mischiando nell’unico calderone dei dati nazionali numeri che appartengono a curve ben distinte. [Continua a leggere l'articolo su Il Post]