«Non bisogna correre troppo. Quando si deciderà di riaprire, lo si dovrà fare con molta gradualità». Così Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, in un'intervista al Corriere della Sera. «Per me siamo ancora nella fase 1. Il trend mostra miglioramenti, i modelli matematici ci dicono che la trasmissione si sta riducendo. Ma il numero delle persone infette rimane elevato e i decessi anche», spiega Rezza. E per il futuro? «Dico che le Regioni possono agire con ordinanze proprie. Ma se alcune attività dovessero ripartire, spero che lo facciano con tutte le precauzioni del caso. Perché il virus non sparirà per incanto. Sono più favorevole a provvedimenti su scala nazionale. Peraltro non credo che in Lombardia ci sia una percentuale tale da far pensare che si sia raggiunta l’immunità di gregge. E le regioni del Centro-Sud sono state poco contagiate, ma hanno meno strumenti per difendersi». Nel caso di nuovi focolai «dovremo intervenire subito per chiudere pezzi di territorio. Più basso sarà il livello di diffusione del virus, più efficaci saranno gli interventi. Del resto zone rosse sono state fatte ovunque, a Codogno e Vo', in Emilia, in Campania e in Lazio». [Leggi l'intervista sul Corriere della Sera]