Il governo neozelandese toglierà tutte le restrizioni adottate per far fronte alla pandemia, a eccezione dei rigorosi controlli alle frontiere, dopo che le autorità sanitarie del paese hanno dichiarato che, al momento, non è noto nessun caso di COVID-19 nel paese. "Siamo pronti", ha detto il primo ministro Jacinda Ardern, che ha aggiunto che i cittadini hanno fatto fronte comune come mai prima d'ora per sconfiggere il virus. Ardern è stata elogiata a livello mondiale per il suo approccio prudente e severo nell'adottare misure tempestive di distanziamento sociale. Il 25 marzo, con appena 200 casi, ha imposto un lockdown nazionale che richiedeva che la maggior parte dei neozelandesi rimanesse in casa e che è stato gradualmente allentato. La sua gestione si è dimostrata molto efficace dal punto di vista sanitario. Il numero totale di casi diagnosticati di coronavirus non ha mai superato i 1.500 in totale. I decessi sono stati 22, in forte contrasto con le decine di migliaia di morti previste dagli scienziati nel caso non fossero state adottate misure di restrizione. "Il nostro risultato collettivo parla per noi", ha dichiarato Ardern. In questo periodo si è riferita ai neozelandesi come una "una squadra di 5 milioni di persone" e li ha incoraggiati costantemente a seguire le regole del governo per frenare la diffusione del virus. Ha precisato anche che non si può affermare che la Nuova Zelanda abbia completamente eliminato il virus, descrivendo l'eliminazione come uno sforzo continuo. "Quasi sicuramente torneremo a vedere nuovi casi", ha detto. “Non sarà un segno che abbiamo fallito; è la realtà di questo virus". I rigorosi controlli alle frontiere rimarranno in vigore e secondo Ardern sono la migliore linea di difesa del paese. Solo i neozelandesi e le loro famiglie possono attualmente entrare nel paese e sono obbligati a 14 giorni di quarantena gestita dal governo. [Leggi l'articolo sul Guardian]