Quali sono gli effetti del nuovo coronavirus sui bambini e gli adolescenti? Si contagiano? Si ammalano? Qual è il loro ruolo nella trasmissione del virus? Gli studi finora pubblicati e i dati raccolti dai centri nazionali che stanno monitorando la diffusione dell’epidemia, l’andamento dei contagi e il numero dei decessi per classi d’età mostrano che i bambini costituiscono una percentuale molto bassa dei casi segnalati e dei decessi legati a COVID-19 e tendono a sviluppare una forma di malattia dai sintomi più lievi rispetto agli adulti. Tuttavia, ci sono stati centinaia di casi in tutto il mondo in cui i bambini sembrano aver avuto una reazione ritardata al nuovo coronavirus e hanno manifestato i sintomi di una patologia molto grave, diagnosticata come sindrome infiammatoria multisistemica, che può arrivare a interessare le arterie del cuore. C’è ancora discussione sulla loro effettiva esposizione al virus e contagiosità. «L'idea che i bambini non si ammalino di COVID-19 o abbiano una malattia molto lieve è una semplificazione eccessiva», spiega al New York Times il dottor Adam Ratner, direttore del reparto di malattie infettive pediatriche alla New York University School of Medicine e all'ospedale Hassenfeld Children presso N.Y.U. Langone Health. «È vero - e confortante - che sono stati rilevati meno casi nei bambini e che il tasso di letalità è molto più basso rispetto agli adulti, in particolare i più anziani, ma abbiamo avuto casi di bambini malati in modo grave». La maggioranza ha sintomi lievi, ma «alcuni hanno richiesto terapie intensive e supporto di ossigeno, quindi esiste una vasta gamma, anche se nella maggior parte dei casi va tutto bene». Secondo i dati raccolti dai Centri per il controllo delle malattie e delle infezioni nazionali, negli USA solo il 2% dei casi confermati di COVID-19 riguardava persone d’età inferiore ai 18 anni, in Cina il 2,2% ragazzi al di sotto dei 19 anni, in Spagna lo 0,8% aveva meno di 18 anni. In Italia, secondo un’infografica dell’Istituto Superiore di Sanità dello scorso 10 giugno, il 2,2% dei casi confermati riguarda la fascia d’età tra gli 0 e i 18 anni. Inoltre, per quanto riguarda i decessi, da quando è iniziata l’epidemia, in Italia sono morti quattro bambini al di sotto dei nove anni e nessuno nell’età compresa tra i 10 e i 19 anni, su un totale di quasi 33mila morti. Secondo gran parte della letteratura scientifica fin qui prodotta i bambini si ammalano di meno degli adulti. Questo, però, non consente di dire che i bambini e gli adolescenti non hanno alcun ruolo nella trasmissione del nuovo coronavirus. Come mostrano alcuni recenti studi, se proprio c’è una differenza tra bambini e adulti non è nella carica virale, quanto nei sintomi che manifestano e questo sembra dipendere maggiormente dalla reazione diversa dell’organismo all’agente patogeno. Perché i bambini hanno sintomi più lievi degli adulti? E perché una piccola parte manifesta invece patologie molto serie? [Leggi l'articolo su Valigia Blu]