Oggi il Guardian ha pubblicato uno speciale sui “100 giorni che hanno cambiato il mondo”. Sette corrispondenti da Palermo, Berlino, Sydney, New Orleans, Bangkok, New York e Parigi hanno fatto il punto della situazione su come il nuovo coronavirus possa essersi diffuso nei rispettivi paesi: decisivi sono stati gli eventi sociali di carattere religioso (come in Corea del Sud o in Francia), culturale (le feste di carnevale in Germania o negli Stati Uniti), sportivo (la partita di calcio tra Atalanta e Valencia) o di svago (feste in spiaggia in Australia). Abbracciarsi, bere allo stesso bicchiere, essere a stretto contatto gli uni gli altri ha favorito la trasmissione del virus e questo deve far riflettere sulle decisioni da prendere quando si dovrà uscire dai lockdown adottati in molti paesi. "L'immagine dell'epidemia di Covid-19 come una curva ha preso piede nell'immaginario collettivo, ma la mia paura è che stiamo effettivamente affrontando un loop", ha spiegato il matematico Niki Popper, della Technical University di Vienna. Molto esemplificativa è la vicenda del Vietnam che non rilevato nuovi casi per tre settimane fino a quando non ha avuto una seconda ondata di contagi dopo che ai primi di marzo sono stati riaperti i voli dall'estero. Una donna di 27 anni di ritorno dall'Europa ha iniziato ad avere tosse e poi è risultata positiva a COVID-19, diventando il "paziente 17" del paese. Da allora il Vietnam ha avuto 245 infezioni confermate. E così ha dovuto ricominciare da capo. [Leggi l'articolo sul Guardian]