"I bambini hanno un tasso di infezione simile a quello di tutta la popolazione, sebbene con meno probabilità di avere sintomi gravi. Per questo motivo dovrebbero essere presi in considerazione nelle analisi sulla trasmissione e contenimento del nuovo coronavirus". Sono le conclusioni di uno studio condotto dal prof. Qifang Bi, del Dipartimento di Epidemiologia della John Hopkins, negli USA, coadiuvato dal Dipartimento di Salute Pubblica, dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie e della scuola di Elettronica e Ingegneria informatica di Shenzen, in Cina, pubblicato sulla rivista scientifica Lancet. La ricerca è partita dai 391 casi di positività riscontrati a Shenzen tra il 14 gennaio e il 12 febbraio per poi ampliarsi alla cerchia dei loro contatti stretti infetti e non infetti (1296 persone). I risultati raccolti, spiegano i ricercatori, mostrano che "l'isolamento e la tracciatura dei contatti consentono di ridurre il tasso di contagiosità e la velocità di trasmissione del virus. L'efficacia di questo approccio è strettamente connesso al numero di casi asintomatici che si riuscirà a individuare". [Leggi la ricerca su The Lancet]