L’Andrea Giambruno che tutte prima o poi incontriamo
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Nessuno ama gli smargiassi. O meglio: tutti amano gli smargiassi finché si mantengono a debita distanza dalle loro vite, o sono personaggi di fantasia, gente che un bravo sceneggiatore riempie e colora assegnando il giusto grado di luci e ombre, negatività e fragilità, quello che serve per renderlo umano. Lo smargiasso potente a volte fa il giro e diventa amato, amatissimo proprio in virtù del suo essere smargiasso (Silvio Berlusconi, non ti dimenticheremo mai. Purtroppo). Ma la regola di base vale sempre: lo smargiasso piace solo a chi non si sente direttamente infastidito, minacciato o umiliato dall’ingombro della sua presenza.
Chissà a chi non piace, Andrea Giambruno, perché il fuorionda che lo ritrae mentre inveisce contro chi lo schernisce per la sua folta ciuffa, si aggira per lo studio a passi larghi sistemandosi l’attrezzatura inguinale e fa il provolone con la collega, arrivando anche a darle un buffetto sulla testa a chiosa delle osservazioni untuose non può essere uscito per caso, e di sicuro non è uscito da solo. Un video così diventa di dominio pubblico solo se qualcuno prende la decisione di tagliarlo dalla registrazione di un programma, esportarlo e farlo circolare, o mandarlo direttamente alla redazione di Striscia la Notizia, programma in crisi di ascolti che non si è fatto scrupoli a metterlo in onda, mors tua vita mea.
Questo sarebbe, svestito dallo snob, il giornalista (nonché compagno di Giorgia Meloni) Andrea #Giambruno nei fuori onda.
— Nicola Raiano (@NicolaRaiano) October 18, 2023
Posso capire la battuta: ma qui c’è volgarità in tutti i sensi, oltre all’atteggiamento da Dio sceso in terra.
Mediaset permette tutto ciò? pic.twitter.com/xRI15R4rEV
Su questo fuorionda possiamo fare, per ora, solo congetture. Ogni tentativo di analisi su un frammento decontestualizzato non può che portare a conclusioni fallaci: non sappiamo niente del rapporto fra Giambruno e la collega Viviana Guglielmi, che nel video un po’ ride un po’ respinge e molto sfotte il debordante first gentleman. Non sappiamo se quello che si vede rientri in una dinamica consolidata fra due persone che si conoscono e si vogliono bene, o se quelle risate e quegli sfottò e quello sguardo fisso sul computer davanti a lei mentre lui, untuoso (questo sì, possiamo dirlo: untuoso) si domanda perché non l’abbia conosciuta prima (di cosa, o di chi? È legittimo domandarselo) siano solo una reazione al disagio che ti provoca un uomo di potere che fa il marpione con te davanti a uno studio pieno di gente, sotto l’occhio delle telecamere accese.
Quello che sappiamo è solo quello che quel video ha richiamato alla mente, almeno alle donne: tutti i capi, colleghi e uomini di ogni ordine e grado (ed età, purtroppo, perché con questi comportamenti si inizia presto e non si finisce mai) che ci hanno usate per stabilire una posizione dominante all’interno di un ambiente di lavoro. A volte con le battute a sfondo sessuale, a volte facendo gli smargiassi con dotte disquisizioni sulla denominazione della sfumatura di blu che indossiamo, a volte con il paternalismo, a volte aggirandosi a passi larghi e urlacchiando frasi punteggiate di oscenità. È un modo per stabilire chi comanda, chi si può allargare e chi no. Per tutta la durata del video, Guglielmi rimane ferma alla sua postazione. È Giambruno a muoversi, camminare qua e là, accennare a colleghi che “bestemmiano in diretta” (ancora una volta: chi? A parte un Cugino di Campagna prontamente espulso dall’Isola dei Famosi edizione 2022?) Il tutto sapendo di essere ripreso, quindi nella piena coscienza della natura pubblica di quel momento.
Togliete l’audio, guardate solo il linguaggio del corpo. Il modo in cui Giambruno si muove, la falcata ampia, le mani che si allungano a toccare Guglielmi seduta, sulla schiena, sulla testa. Sono immagini che risvegliano memorie quasi tattili e che fra uomini e donne sono in media molto diverse. L’abbiamo sperimentato tutte, quel senso di imbarazzo, personale e conto terzi, generato dal dividere lo spazio con qualcuno che tratta il luogo di lavoro come il bar sotto casa, fermo restando che anche al bar le mani sarebbe opportuno tenerle a posto. Ci siamo passate, ne abbiamo parlato fra noi, con altri colleghi, amici, familiari. Lo abbiamo raccontato in articoli, discorsi pubblici, libri, romanzi, film, serie TV. Abbiamo fatto presente in mille modi quanto questi comportamenti siano inappropriati. Niente di quello che diciamo ha mai contato niente, di fronte all’urgenza maschile di segnalare una posizione dominante. Di agitare, letteralmente, il ciuffo: lo stesso da cui Giambruno è talmente ossessionato da parlarne di continuo, anche nelle interviste sui settimanali scandalistici in cui compare fotografato in un campo di grano scosso dal vento, con la capigliatura immobile, inchiodata al suo posto da litri di lacca, e mentre il mondo va a fuoco e tutti i giornalisti del globo stanno con gli occhi puntati sul Medio Oriente lui parla, romantico, del suo “cuore gitano”. Vabbe’.
Impossibile guardare questo video senza domandarsi: a chi non piace, Andrea Giambruno, e potrebbe voler sfruttare questa sua apparente incapacità di comportarsi in maniera sobria e professionale per lanciare un messaggio a Giorgia Meloni, sua compagna e madre di sua figlia, nonché donna fra le più potenti d’Europa? La morte di Silvio Berlusconi sta creando non pochi problemi d’identità a Forza Italia, partito da sempre verticistico e personale che si sublimava nel culto del suo leader. Ora che Berlusconi è passato fra i più, rimane comunque il suo impero mediatico, passato intatto nelle mani dei figli maggiori e inscindibile dalla sua sfera di influenza politica. Possibile che si tratti di un avvertimento, un modo per ricordare alla premier che la calunnia è un venticello, ma l’opinione pubblica è un uragano? In mancanza di elementi concreti, tutto rimane a livello di congettura.
Anche nelle congetture, tuttavia, un punto deve rimanere chiaro: Giorgia Meloni non ha alcuna responsabilità diretta per il comportamento del suo compagno (sulle opinioni politiche si potrebbe, e forse si dovrebbe, discutere: ma è materia per altre trattazioni). Il vizietto di scaricare sulle donne le colpe degli uomini che hanno intorno è una derivazione diretta dell’idea che le femmine siano tenute a educare i maschi, a elevarli, a farli diventare persone migliori. Andrea Giambruno è un adulto, e risponde di sé stesso. E in questo campo di responsabilità, da compagno della presidente del Consiglio, ha scelto di comportarsi in pubblico come un concentrato dei peggiori sbruffoni da commedia all’italiana. E a nessuno piacciono gli smargiassi, soprattutto quelli che smargiassano solo perché pensano, a torto, di poterlo fare senza conseguenze.