I legami tra polizia greca e neofascismo nell’analisi dei flussi elettorali #Grecia2012
1 min letturaLeonardo Bianchi (ha collaborato Tommaso Ederoclite)
@valigiablu - riproduzione consigliata
Poco prima delle elezioni, l’attivista politico Petros Constantinou aveva confidato al Guardian: “Senza la copertura e la protezione della polizia, Alba Dorata non sarebbe sopravvissuta”. È ormai da molto tempo che si parla, sulla stampa greca e internazionale, d’indicibili legami tra polizia greca e neofascismo. Nel 1998, ad esempio, l’allora Ministro dell’Ordine Pubblico, il socialista Georgios Romaios, denunciò la presenza di “elementi fascisti all’interno delle forze dell’ordine” e annunciò di voler fare piazza pulita. A 14 anni di distanza dalla roboante dichiarazione, l’analisi dei lussi elettorali di alcuni seggi di Atene – effettuata dal giornalista Vasilis Lambropoulos di To Vima e da Radiobubble – conferma non solo che gli “elementi fascisti” esistono ancora, ma che votano pure in massa per la formazione neonazista di Nikolaos Michaloliakos.
Secondo la legge elettorale greca, poliziotti, pompieri e militari sono iscritti in liste elettorali che permettono loro di votare in un seggio speciale, vicino al luogo in cui svolgono il servizio. Ad Atene, questi seggi si trovano vicino alla Direzione Generale di Polizia dell’Attica. Nella mappa qui sotto sono indicati in rosso.
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Nell’intera capitale greca, Alba Dorata ha raccolto l’8,79% dei voti lo scorso 6 maggio e il 7,82% il 17 giugno. Nei seggi 806-818, ovvero quelli dove vota la polizia, ha invece raggiunto percentuali che vanno dal 17,22 al 23,04. Nei seggi limitrofi 769-805 (nella mappa indicati in azzurro), dove però votano solo i civili, Alba Dorata non ha superato l’8,05% dei voti.
Non è dunque sicuro, come afferma Lambrapoulos, che “un poliziotto su due abbia votato per Alba Dorata”. Tuttavia, l’esame dei flussi rivela quanto in profondità il partito neonazista sia riuscito a penetrare nella polizia – o almeno in una parte di essa. Ieri, intanto, il portavoce di AD Ilias Kasidiaris (sempre lui, il picchiatore-in-diretta-tv) si è recato nella Direzione Generale della Polizia, accompagnato da due militanti e un prete, per richiedere il porto d’armi. Effettivamente, senza una pistola dev’essere veramente difficile fare il parlamentare.