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Al Qaeda, Al Qaeda: storie di ordinaria follia mediatica. Il giornalismo che diffama

17 Ottobre 2012 3 min lettura

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Al Qaeda, Al Qaeda: storie di ordinaria follia mediatica. Il giornalismo che diffama

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Pier Luca Santoro @pedroelrey


Con il «caso Sallusti», e la recente condanna di Bruno Vespa per il medesimo reato, è tornato alla ribalta delle cronache il problema del rapporto tra giornalismo e diffamazione.

Mentre i politici lottano contro il tempo per riuscire ad approvare un decreto legge entro il 26 ottobre prossimo per evitare il carcere al direttore del Il Giornale e ben 104 emendamenti presentati da discutere è l'Unci (Unione Nazionale Cronisti Italiani) a lanciare quella che pare una proposta sensata, equilibrata, tra diritto di cronaca, libertà d'espressione e il diritto della vittima riconosciuta della diffamazione che parte dalla rettifica come rimedio principe.

E' proprio di questi temi di grande attualità che tratta Al Qaeda, Al Qaeda, docu-film di denuncia, che fa luce su ciò che accade sull’altra faccia del mondo della diffamazione. Quella abitata dagli offesi e da chi ha provato a difendersi, contro la disinformazione e la persecuzione a mezzo stampa in Italia.

Il film documentario è tratto dal libro Primo, non diffamare di Luca Bauccio, avvocato e cofondatore di YouReporter, il primo sito italiano di video-citzen jornalism, che, tra le altre cose, ha difeso, con successo, la moglie di Abu Omar nel processo contro i suoi sequestratori.

Il docu-film ricostruisce e narra storie vere, attraverso la testimonianza diretta degli interessati, materiale di archivio e scene originali, le storie che giorno dopo giorno i media raccontano agli italiani, senza ritegno per la verità delle cose e molto spesso senza alcun rispetto per le persone che sono coinvolte. Storie di ordinaria follia mediatica note per i casi più celebri come «la macchina del fango» dietro le quali si nascondono, o vengono nascoste a seconda dei punti di vista, abusi e diffamazione del giornalismo nostrano.

Nel film si succedono la storia di Beppino Englaro, protagonista della incredibile gogna mediatica legata al dramma della figlia Eluana, la vicenda di Youssef Nada un banchiere musulmano indicato dai giornali e poi da Bush tra i finanziatori di Al Qaeda: tutto falso, come si è potuto dimostrare in seguito. E poi le storie di tante persone comuni, tutte unite dall’unico denominatore: l’avere incontrato sulla loro strada il loro diffamatore, il carnefice che ha tolto loro l’onore, la reputazione, l’identità.

Al Qaeda, Al Qaeda, è il grido di al lupo, al lupo, metafora di come sia facile essere vittime di accuse di reati infamanti da un giornale, o da una televisione. Non vuole supportare le tesi complottiste sull’11 settembre ma ribadire quali siano i presupposti di una convivenza civile. Un compito tutt’altro che facile in un contesto in cui vince chi grida di più, anche dalle pagine e dalle edizioni online dei giornali, e la diffamazione appare a tutta pagina mentre le smentite attualmente, quando vi sono, in un trafiletto nella parte bassa della 52esima pagina o giù di lì.

Il documentario, della durata di circa un'ora, sarà presentato ufficialmente il 18 ottobre prossimo alle 18:00 presso il cinema Apollo in Galleria De Cristoforis a Milano in anteprima nazionale per poi essere distribuito attraverso i canali “non ufficiali” in Rete, su iTunes..etc. Ed anche in dvd, posto in vendita al prezzo “popolare” di 8/10 euro.

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Trailer:

Promo presentazione 18 Ottobre 2012:

 

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