A Renzi non piacciono i talk show, a noi questa politica dei tweet
1 min letturaTrame, segreti, finti scoop, balle spaziali e retropensieri: basta una sera alla Tv e finalmente capisci la crisi dei talk show in Italia
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 26 Gennaio 2015
A Renzi non piacciono i talk show politici. Bene: neanche a me. Il problema è che lui è presidente del Consiglio, e io no. E quando un presidente del Consiglio si spinge a scrivere "dobbiamo cambiare modo di raccontare l'Italia e la politica" specie dopo che in tema di libertà di espressione, dal Datagate alle nuove norme antiterrorismo, non ha spiccicato parola - a me tornano alla memoria le telefonate di Berlusconi in diretta, per attaccare giornalisti e imporre la sua visione delle cose.
@dadoricca È una cosa seria, Davide. Dobbiamo cambiare modo di raccontare l'Italia e la politica. Non siamo quella roba lì
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 26 Gennaio 2015
All'epoca eravamo tutti indignati, oggi che #siamotuttiCharlie molto meno; forse un tweet è più cool di una telefonata. In ogni caso i giornalisti, caro Matteo Renzi, cambiano il giornalismo, nei paesi liberi: non i governi. E non certo con un tweet.
Vuole fare qualcosa di buono per il giornalismo nel nostro Paese? Approvi una buona volta il benedetto #FOIA (Freedom of Information Act) che aveva promesso nel 2012. Quando ha finito di guardare la tv, o di stare in tv, provi a mantenere le promesse e pensare, prima di parlare, grazie.
#ogs12 I cittadini controllino la gestione della PA contro corruzione e inefficienze. Trasparenza totale con il FOIA pic.twitter.com/Zhzu635H
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 6 Novembre 2012