Le elezioni europee del 2024 hanno sostanzialmente confermato i rapporti di forza che abbiamo visto al Parlamento Europeo negli ultimi cinque anni.

I gruppi del Partito Popolare Europeo (di cui fa parte Forza Italia), del Partito Socialista Europeo (di cui fa parte il PD) e i liberali di Renew Europe (di cui fanno parte Azione e Stati Uniti d'Europa, che però non hanno superato lo sbarramento in Italia) possono infatti costituire una maggioranza autonoma esattamente com'era accaduto cinque anni fa.

La destra non sfonda, nonostante mesi di copertura mediatica che affermava il contrario: ECR, il gruppo parlamentare di cui fa parte Fratelli d'Italia, avrà a Strasburgo gli stessi seggi dei liberali di Renew Europe (il gruppo del presidente francese Macron, uscito sconfitto dalle europee nel suo paese); il gruppo di cui fa parte la Lega, ID, vedrà metà dei suoi seggi occupati da esponenti francesi del partito di Marine Le Pen.

I verdi arretrano, il gruppo dei "non affiliati" si mantiene molto cospicuo (ne fanno parte al momento tanto il partito di Orban in Ungheria, che ha perso otto punti percentuali rispetto alle scorse europee, tanto il MoVimento5Stelle, a sua volta in caduta vertiginosa nei consensi).

Dalle crisi globali alle tensioni internazionali: cosa c’è in gioco con le elezioni europee

Nella sostanza, in ogni caso, cambia molto poco, e questo conferma la forte miopia italiana nei confronti delle elezioni europee, che caratterizza tanto la politica quanto i media. Da noi il racconto continua infatti a essere molto diverso e scollegato dalla realtà dei fatti.

A risultati acquisiti, e con la consapevolezza che i tempi della politica europea sanno essere, a volte, straordinariamente compassati, possiamo oggi provare a fare qualche previsione su ciò che succederà nei prossimi mesi, a partire dalla politica italiana.

Ne parliamo come sempre con il nostro Dino Amenduni (socio e consulente politico dell’agenzia di comunicazione Proforma, coinvolta nella campagna elettorale alle Europe 2024 dell'ex sindaco di Bari, Antonio De Caro) in questa nuova tappa del nostro viaggio nella politica italiana.

Regia: Vudio

Intro brano musicale: Propaganda - Fabri Fibra, Colapesce, Dimartino