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Claudia Sheinbaum, la prima presidente del Messico e ‘l’umanesimo messicano’

4 Giugno 2024 7 min lettura

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Claudia Sheinbaum, la prima presidente del Messico e ‘l’umanesimo messicano’

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È Claudia Sheinbaum la nuova presidente del Messico. L’ex sindaca di Città del Messico – candidata di MORENA, il partito del presidente uscente Andrés Manuel López Obrador (noto con l’acronimo AMLO, di centrosinistra) – ha sconfitto la sua principale antagonista, la senatrice Xóchitl Gálvez, rappresentante del Frente Amplio por México – un'ampia coalizione che comprendeva il PAN, il PRI e il PRD, i tre più antichi partiti del Messico. Per quasi 70 anni, per la maggior parte del XX secolo, il PRI ha governato il Messico da cima a fondo, detenendo la presidenza, i governatorati e il Congresso, il PRI, in una forma unica di autocrazia definita dallo scrittore peruviano premio Nobel Mario Vargas Llosa una “dittatura perfetta”. In questo contesto politico è cresciuta e ha studiato Claudia Sheinbaum. La sua è stata una vittoria schiacciante: Sheinbaum ha ottenuto intorno al 59% dei voti, Xóchitl Gálvez si è fermata a circa il 28%, ancora più staccato il centrista Jorge Álvarez, arrivato al 10%.

“Per la prima volta in 200 anni della Repubblica, ci sarà un presidente donna e avrà un effetto trasformativo. Mi impegno a governare con onestà, in pace e armonia, senza distinzioni. Grazie a tutti i messicani. Non vi deluderò”, ha affermato dopo la vittoria Sheinbaum, che s’insedierà l’1 ottobre per un mandato di sei anni e ha dichiarato di non aver votato per se stessa alle presidenziali, ma per Ifigenia Martínez, 93 anni, pioniera della sinistra messicana.

L’esito del voto ha rispettato le previsioni della vigilia. In molti consideravano la candidatura di Sheinbaum era in continuità con il presidente uscente López Obrador, e questo le permetteva di godere della popolarità del suo acclamato predecessore e del sostegno dell'apparato statale.

Sheinbaum, 61 anni, laurea in Fisica e un master e un dottorato di ricerca in Ingegneria, è stata assessora all’ambiente di Città del Messico a partire dal 2000 proprio negli anni in cui era sindaco López Obrador. Da allora è diventata una delle sue più strette alleate e lo ha accompagnato in ognuno dei suoi tentativi di raggiungere la presidenza del paese. Sheinbaum è stata parte attiva nella formazione di Morena nel 2014, e solo un anno dopo è diventata capo della delegazione di Tlalpan nella capitale del paese come rappresentante del partito. Nel 2018, è diventata la prima donna a essere eletta sindaca di Città del Messico con un programma basato su due punti: sostenibilità ambientale in una città tra le più inquinate al mondo e fermare la violenza dei gruppi criminali. Uno dei suoi punti di forza è stata proprio la sua conoscenza tecnica che ha saputo applicare alle politiche pubbliche, ai programmi sociali ed educativi. Sheinbaum è stata anche parte dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che ha poi vinto il premio Nobel per la pace nel 2007.

Ora ci si chiede quale sarà il volto che Sheinbaum mostrerà: l’algida tecnocrate o l’attivista di sinistra di lunga data? Sarà l'Angela Merkel del Messico, come affermato da alcuni, o sarà un burattino del presidente uscente, come sostenuto da altri? O troverà una via di mezzo e una sua strada personale?

Durante la campagna elettorale, Sheinbaum non ha mai nascosto di voler continuare il percorso intrapreso dal suo predecessore (negando però di essere un suo ventriloquo), e cioè di costruire il “secondo piano” della “Quarta Trasformazione”, come l’ha definita López Obrador. L’ex presidente ha più volte affermato di aver avviato la “Quarta Trasformazione” o “4T”, ponendosi nella scia di tre grandi momenti di trasformazione della storia messicana: l'indipendenza del 1810, la separazione tra Stato e Chiesa del 1858 e la rivoluzione messicana del 1910. Le 4T sono diventate il simbolo grafico di un programma sociale di pensioni universali, borse di studio per studenti e salari per le famiglie che hanno riscosso un enorme successo in tutto il Messico. Si stima che il programma abbia tolto dalla povertà circa cinque milioni di persone in tutto il paese, sebbene in molte regioni vi sia ancora una diffusa povertà, si legge in un articolo della BBC.

“L'essenza di questa trasformazione è separare il potere economico dal potere politico”, ha dichiarato Sheinbaum in un’intervista alla BBC. “Il potere economico ha suoi percorsi e logiche, l’obiettivo delle leggi del governo devono essere i poveri del Messico”. Il che “significa più diritti, garantire uno stato sociale, istruzione, salute, accesso alla casa, e che un salario minimo è un diritto, non un privilegio”, ha aggiunto. “Questa è la differenza tra il neoliberismo e il nostro modello, che chiamiamo Umanesimo messicano”.

Concetti riaffermati anche nel discorso di ringraziamento: “Continueremo sempre a lottare contro ogni forma di discriminazione, rispetteremo la libertà d'impresa e promuoveremo e faciliteremo onestamente gli investimenti privati ​​nazionali ed esteri, che promuovano il benessere e lo sviluppo sociale, garantendo sempre il rispetto dell'ambiente”.

Tuttavia, le sfide che Sheinbaum si trova ad affrontare sono molteplici e per niente semplici: un’economia che non cresce quanto necessario, i rapporti con gli Stati Uniti e la questione migratoria, le violenze legate al traffico di droga (più di trentamila omicidi all’anno, circa ottanta al giorno) e quelle contro le donne (secondo i dati delle Nazioni Unite nel 2023 il Messico ha registrato una media di 10 femminicidi al giorno e il 70% delle donne messicane di età superiore ai quindici anni ha subìto atti di violenza almeno una volta nella vita). 

Queste sono state le elezioni più violente della storia moderna del Messico. Oltre al nuovo presidente, i messicani eleggevano anche tutti i membri del Congresso e i governatori di otto Stati, il sindaco di Città del Messico e migliaia di funzionari locali. E sono stati proprio i candidati locali a essere presi di mira nel periodo precedente al voto. Nei momenti finali della sua campagna per la carica di sindaco della piccola comunità di Coyuca de Benítez, Alfredo Cabrera è stato ucciso mentre si avvicinava al palco per pronunciare il discorso di chiusura. Il governo ha dichiarato che oltre 20 candidati sono stati uccisi in tutto il Messico, anche se secondo altre indagini il numero totale salirebbe a 37.

“Riporteremo il Messico sulla strada della pace e della sicurezza”, ha dichiarato la neo presidente subito dopo l’ufficializzazione della vittoria. Sheinbaum ha promesso di rafforzare la guardia nazionale, di attuare una politica di “zero impunità”, di affrontare quelle che, a suo dire, sono le radici della violenza e di investire in programmi di welfare per evitare che i giovani messicani poveri vengano reclutati dai gruppi criminali.

Sheinbaum ha affermato che spera di ridurre il tasso di omicidi dagli attuali 23,3 a circa 19,4 ogni 100.000 abitanti entro il 2027 (più o meno al livello del Brasile), applicando le stesse strategie che le avevano permesso, quando era sindaca di Città del Messico, di ridurre del 50% del tasso di uccisioni nella capitale. Tuttavia, non è detto che le strategie che funzionano per gestire una città siano poi altrettanto efficaci a livello nazionale, come ha ricordato sempre alla BBC un accademico che ha lavorato come consulente per la sicurezza della neopresidente durante la campagna elettorale. 

Poche ore dopo la vittoria di Sheinbaum, c'è stato un altro omicidio. Il cartello della droga Jalisco Nueva Generacion ha rivendicato l'assassinio di Yolanda Sanchez, sindaca di Cotija. Nel 2023 la sindaca aveva subito un sequestro di persona.

In materia energetica, alcuni esperti di clima temono che le politiche climatiche di Sheinbaum possano risultare meno ambiziose di quanto ci si aspetta. “Sheinbaum parla a gran voce di riportare le rinnovabili nel sistema, ma allo stesso tempo - e qui iniziano i problemi - vuole dare continuità alla politica energetica di López Obrador”, ha commentato a Climate Change News l’analista politico Carlos Ramirez. La neopresidente “ha una forte visione ideologica secondo cui la CFE e il PEMEX, di proprietà dello Stato, devono guidare la transizione energetica”, ha aggiunto. “Questa è una contraddizione. Penso che sarà un processo molto lento e alla fine fallirà”.

Dello stesso parere Xochitl Cruz Núñez (scienziata del clima che ha lavorato con Sheinbaum al quinto rapporto di valutazione dell'IPCC), secondo cui mantenere la gestione statale del petrolio e dell'elettricità, mobilitando al tempo stesso risorse pubbliche per le energie rinnovabili, potrebbe non essere sufficiente: “La mia opinione è che siano necessari investimenti privati se si vuole che le energie rinnovabili siano introdotte al livello necessario affinché il Messico possa mantenere le promesse fatte nell'ambito dell'Accordo di Parigi”.

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Sta di fatto che subito dopo l’annuncio della vittoria schiacciante di Sheinbaum, i mercati sono crollati: il peso messicano ha perso circa il 3,4% rispetto al dollaro, mentre il mercato azionario ha chiuso in calo del 5%. L’ampia maggioranza ottenuta dal partito della neopresidente “era proprio uno degli scenari che non piacevano agli investitori”, ha dichiarato Jacobo Rodriguez, analista di Roga Capital. Il timore è che la coalizione al governo possa avere i numeri necessari per approvare agevolmente riforme costituzionali non gradite al settore finanziario come quella del settore energetico. Evidentemente le politiche annunciate da Sheinbaum, insufficienti per gli esperti di clima, sono già eccessive per i mercati finanziari.

Per quanto riguarda le relazioni con gli Stati Uniti, la neopresidente ha detto che proverà a garantire “un rapporto di amicizia e rispetto reciproco”. Ma in riferimento ai molti messicani che vivono e lavorano negli Stati Uniti, ha promesso di “difendere sempre i messicani che si trovano dall'altra parte del confine”.

Immagine in anteprima via El Heraldo De Mexico

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