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Cosa ha detto davvero il segretario generale dell’ONU António Guterres su Hamas

25 Ottobre 2023 9 min lettura

Cosa ha detto davvero il segretario generale dell’ONU António Guterres su Hamas

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Nella giornata di martedì il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha partecipato al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Nell’occasione, Guterres ha commentato l’attuale conflitto in corso tra Israele e Hamas.

Il suo intervento ha ricevuto molte critiche a partire dalle autorità israeliane. L’ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha chiesto le dimissioni di Guterres. Intervenendo alla radio dell’esercito, inoltre, ha detto che non saranno più concessi visti ai rappresentanti delle Nazioni Unite. Erdan ha specificato nell’occasione che già era stato vietato un visto di ingresso a Martin Griffiths, sottosegretario generale per gli Affari Umanitari. La richiesta di dimissioni per Guterres è stata poi ufficializzata in una conferenza stampa. 

L’accusa mossa a Guterres è di aver difeso o persino giustificato Hamas, l’organizzazione responsabile dell’attacco terroristico del 7 ottobre in cui sono state uccise più di 1400 persone, con circa altre 200 prese in ostaggio. Il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen, ha dichiarato invece che non intende incontrare più Guterres: “Il Segretario Generale delle Nazioni Unite dovrebbe imparare la storia prima di dire sciocchezze. Il suo annuncio fa parte della falsa narrazione palestinese che le Nazioni Unite hanno rafforzato per anni. Chiunque trovi una giustificazione per il massacro di donne e bambini non è diverso da Hamas”. Analoghe critiche sono arrivate anche da alcuni esponenti dell’opposizione.

La copertura internazionale e italiana

L’intervento di Guterres e le accuse di Israele sono state coperte dalla stampa internazionale, e naturalmente da quella italiana. Prima di vedere cosa ha detto Guterres, è utile vedere la differenza di copertura, per evidenziare come è stata inquadrata la notizia. 

Nel riportare la reazione dell’ambasciatore Erdan, ad esempio, Times of Israel titola: “Israele negai visti ai funzionari ONU dopo che Guterres sembra aver giustificato l'aggressione di Hamas”. Il titolo esprime un’intenzione in risposta a qualcosa che non è dato per certo.

Anche Hareetz mette in evidenza la reazione dell’ambasciatore, ma a differenza di Times of Israel riporta la parte di frase che è finita sotto accusa. “I leader israeliani attaccano il segretario generale delle Nazioni Unite per aver detto che l’attacco di Hamas ‘non è venuto fuori dal nulla’”.

Il Guardian, invece, ha riportato inizialmente l’intervento di Guterres come una richiesta di cessate il fuoco per evitare una “sofferenza senza precedenti” a Gaza. Nel contesto dell’articolo, è anche citata la frase sopra vita che dato luogo alle polemiche. La reazione delle autorità israeliane invece viene titolata così: “Israele intende vietare l'ingresso al personale delle Nazioni Unite dopo i commenti del segretario generale”. Nel sommario le parole di Guterres sono menzionato per dire che l’attacco di Hamas è avvenuto nel contesto “di anni di soffocante occupazione”.

Sul versante americano, invece, vediamo il Washginton Post. Il titolo scelto dalla testata evidenzia ancora una volta le accuse di Israele, e quanto sostenuto dai leader del paese: “Israele accusa responsabile delle Nazioni Unite di giustificare il terrorismo per aver dichiarato che l’attacco di Hamas ‘non è venuto fuori dal nulla’”.

E in Italia? Ha fatto molto discutere in particolare Repubblica, a causa di un virgolettato nell’edizione cartacea. La frase "Hamas ha le sue ragioni" attribuita a Guterres, infatti, è falsa. Oltre a ciò, la cornice è completamente ribaltata: è l’ONU ad attaccare (nell’accezione metaforica di “critica accesa”) Israele. Questa inversione ha una connotazione non secondaria rispetto alla cornice usata da molte testate estere: poiché Israele ha effettivamente subito un attacco ed è sotto la minaccia di altri, dire che viene “attaccata” rafforza la sensazione di pericolo. L’inversione e l’uso di metafore belliche o guerresche, quindi, tocca maggiormente emozioni o paure.

Anche l’ANSA applica questa inversione: Guterres “accusa” Israele, provocando uno “scontro” alle Nazioni Unite.

Il Corriere, invece, riporta sia il video con le parole di Guterres (“attacco di Hamas non viene dal nulla”), sia una versione più battagliera della notizia, dove evidenzia lo “scontro tra ONU e Israele”.

Le parole di Guterres

Riportiamo di seguito il discorso di Guterres, senza particolari commenti. Ci siamo limitati a evidenziare in corsivo nel testo alcuni passaggi. Sono quelli in cui condanna Hamas, tra l’altro parlando in modo esplicito di azione terroristica (“act of terror”). Qualcosa di radicalmente lontano dal lessico pro-Hamas, che di solito si esprime in termini di "resistenza", o "rivolta" contro l'occupante.

Abbiamo evidenziato anche dove Guterres fa appello alla dignità umana e dove si richiama al diritto internazionale, poiché come ricordato in questi giorni dalle principali organizzazioni umanitarie, come ad esempio Human Rights Watch, il diritto internazionale e in particolare la Quarta convenzione di Ginevra (1949), che protegge e tutela i civili dovrebbe essere in cima alle priorità. Entrambe le parti attualmente in conflitto (l’esercito israeliano, Hamas e la Jihad Islamica) sono tenute a rispettarla. È questo un fatto incontrovertibile che nessuno può smentire o sconfessare, e verso il quale non esistono deroghe.

Proprio Human Rights Watch, a proposito dell'intervento di Guterres, ha scritto oggi sulla sua newsletter Daily Brief:


Se c'è una cosa che tutti dovrebbero imparare dal conflitto in Israele e Palestina delle ultime due settimane - e in realtà dai conflitti ovunque negli ultimi anni - è questa: le atrocità non giustificano le atrocità. Se leggerete un milione di frasi su questi eventi, ricordate almeno quelle sei parole. Non è difficile capire l'idea di fondo. Le "leggi di guerra" si applicano a tutte le parti in conflitto, e quando una parte viola tali leggi, non autorizza l'altra parte a ignorarle. Infatti, nulla di ciò che fa una parte può giustificare i crimini di guerra dell'altra parte.

C’è infine un altro aspetto da evidenziare nelle parole di Guterres e che sta passando sotto silenzio: tra le vittime civili a Gaza ci sono state finora “almeno 35 persone” che lavoravano per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei rifugiati palestinesi.

Di seguito la traduzione dell'intervento:

Signor Presidente, con il suo permesso, farò una piccola introduzione e poi chiederò ai miei colleghi di informare il Consiglio di Sicurezza della situazione sul posto.

Eccellenze, la situazione in Medio Oriente si fa di ora in ora più drammatica. La guerra a Gaza infuria e rischia di estendersi a tutta la regione. Le divisioni stanno spaccando le società. Le tensioni minacciano di esplodere.

In un momento cruciale come questo, è fondamentale essere chiari sui principi, a partire da quello fondamentale del rispetto e della protezione dei civili. Ho condannato in modo inequivocabile gli orribili e inauditi atti di terrore compiuti da Hamas il 7 ottobre in Israele.

Nulla può giustificare l'uccisione, il ferimento e il rapimento deliberato di civili - o il lancio di razzi contro obiettivi civili. Tutti gli ostaggi devono essere trattati umanamente e rilasciati immediatamente e senza condizioni. Noto con rispetto la presenza tra noi dei membri delle loro famiglie.

Eccellenze, è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono venuti fuori dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. Hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti e tormentata dalla violenza; la loro economia soffocata; la loro gente sfollata e le loro case demolite. Le speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite.

Ma le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas. E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese.

Eccellenze, anche la guerra ha delle regole.

Dobbiamo chiedere a tutte le parti coinvolte di sostenere e rispettare gli obblighi derivanti dal diritto umanitario internazionale; di prestare costante attenzione, nella conduzione delle operazioni militari, a risparmiare i civili; di rispettare e proteggere gli ospedali e di rispettare l'inviolabilità delle strutture delle Nazioni Unite che oggi ospitano più di 600mila palestinesi.

L'incessante bombardamento di Gaza da parte delle forze israeliane, il livello di vittime civili e la distruzione di quartieri continuano ad aumentare e sono profondamente allarmanti. Piango e onoro le decine di colleghi dell'ONU che lavorano per l'UNRWA - purtroppo almeno 35 - uccisi nei bombardamenti su Gaza nelle ultime due settimane.

Devo alle loro famiglie la mia condanna di queste e di molte altre uccisioni simili. La protezione dei civili è fondamentale in ogni conflitto armato. Proteggere i civili non può mai significare usarli come scudi umani.  Proteggere i civili non significa ordinare a più di un milione di persone di evacuare verso sud, dove non ci sono ripari, cibo, acqua, medicine e carburante, e poi continuare a bombardare il sud stesso.

Sono profondamente preoccupato per le chiare violazioni del diritto umanitario internazionale a cui stiamo assistendo a Gaza. Voglio essere chiaro: nessuna parte di un conflitto armato è al di sopra del diritto internazionale umanitario.

Eccellenze, per fortuna, alcuni aiuti umanitari stanno finalmente arrivando a Gaza. Ma si tratta di una goccia di aiuti in un oceano di necessità. Inoltre, le forniture di carburante delle Nazioni Unite a Gaza si esauriranno nel giro di pochi giorni. Questo sarebbe un altro disastro.

Senza carburante, gli aiuti non possono essere consegnati, gli ospedali non hanno energia e l'acqua potabile non può essere purificata o addirittura pompata. La popolazione di Gaza ha bisogno di aiuti continui, proporzionati alle sue enormi necessità. Gli aiuti devono essere consegnati senza restrizioni.

Rendo omaggio ai nostri colleghi delle Nazioni Unite e ai partner umanitari a Gaza che lavorano in condizioni pericolose e rischiano la vita per fornire aiuti a chi ne ha bisogno. Sono un'ispirazione. Per alleviare le sofferenze senza precedenti, rendere più facile e sicura la consegna degli aiuti e facilitare il rilascio degli ostaggi, rinnovo il mio appello per un immediato cessate il fuoco umanitario.

Eccellenze, anche in questo momento di grave e immediato pericolo, non possiamo perdere di vista l'unica base realistica per una vera pace e stabilità: la soluzione dei due Stati. Gli israeliani devono vedere concretizzate le loro legittime esigenze di sicurezza e i palestinesi devono vedere realizzate le loro legittime aspirazioni a uno Stato indipendente, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e gli accordi precedenti.

Infine, dobbiamo essere chiari sul principio di sostenere la dignità umana. La polarizzazione e la disumanizzazione sono alimentate da uno tsunami di disinformazione. Dobbiamo opporci alle forze dell'antisemitismo, del bigottismo antimusulmano e di tutte le forme di odio.

Signor Presidente, Eccellenze, oggi è la Giornata delle Nazioni Unite, che segna i 78 anni dall'entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite. La Carta riflette il nostro impegno comune a promuovere la pace, lo sviluppo sostenibile e i diritti umani. In questa Giornata delle Nazioni Unite, in quest'ora critica, faccio appello a tutti affinché ci si ritiri dall'orlo del baratro prima che la violenza mieta altre vite e si diffonda ancora di più.  

Grazie mille.

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Nel pomeriggio di oggi, Guterres ha rilasciato una dichiarazione a commento delle accuse, dicendosi "scioccato" per il "fraintendimento" di alcune sue parole. Guterres ha poi esplicitamente citato tutti i passaggi del discorso dove condanna l'attacco di Hamas.

Immagine in anteprima: Frame video Rai News

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