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“È stato come rinascere”. Le storie di chi ha scelto il genere non binario sulla carta di identità in Argentina

22 Ottobre 2023 6 min lettura

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“È stato come rinascere”. Le storie di chi ha scelto il genere non binario sulla carta di identità in Argentina

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Le strade di Cordoba sono verdissime, la città argentina è attraversata da parchi e piccoli giardini e i muri sono invasi da murales colorati. Sulle pareti è stata disegnata Mafalda, il celebre personaggio creato dall’argentino Quino, Messi che solleva la Coppa del Mondo e il volto di Che Guevara. Ma la maggior parte dei murales che si possono osservare nelle strade di Cordoba tratta di tematiche sociali: dall’ambientalismo ai femminicidi, dai diritti delle comunità originarie alla transfobia. A colpire immediatamente chi li guarda è il modo in cui i murales sono scritti, nulla viene declinato al femminile o al maschile, tutte le parole seguono il genere neutro. Negli ultimi anni la società argentina è cambiata radicalmente per tutto ciò che riguarda le questioni di genere e i diritti della comunità LGBTQIA+ e oggi il paese latinoamericano può contare su una serie di leggi e politiche pubbliche che lo rendono uno dei più avanzati al mondo in questo ambito.  

Una delle ultime politiche in questo senso è stato l’inserimento del genere non-binario nella carta d’identità. Nel luglio del 2021 infatti con un decreto governativo è stata inserita una terza possibilità per chi non si riconosce nel genere femminile o maschile e, chi lo desidera, oggi può identificarsi con il genere “X” sia nel proprio passaporto che nel documento identificativo. Da allora, secondo i dati forniti dal Ministero dell’interno argentino, 1.044 persone hanno scelto questa opzione: un grande successo per il decreto che ha reso il paese il primo di tutta la regione latinoamericana a inserire il genere non-binario nel documento identificativo. 

Una delle persone che ha immediatamente cambiato il proprio documento e che ha lottato affinché questa riforma fosse possibile vive a Cordoba. Si chiama Auki, ha 58 anni e nel 2022 ha ottenuto il primo titolo di laurea non binario all’Università di Cordoba, la più antica in Argentina. Capelli ricci tinti di azzurro e piercing al naso, Auki ha ottenuto che chiunque potesse richiedere il proprio titolo potendosi identificare come persona non-binaria e che, per chi volesse cambiare il proprio genere nel documento, la pratica fosse gratuita. “Quando ero adolescente – dice Auki - non esisteva ancora la definizione di persona non-binaria, io mi autoidentificavo come una persona androgina o come una donna lesbica. Ma la verità è che la mia identità non è mai rientrata in nessun genere”. Auki in questi anni ha potuto assistere all’enorme cambiamento fatto dalla società argentina e reso possibile dalle lotte degli attivisti e delle associazioni LGBTQ+. “In pochi anni – sostiene Auki - la comunità LGBTQIA+ argentina ha ottenuto progressi davvero notevoli, come la carta di identità non-binaria. Quello per noi è stato un passo importantissimo. Io credo che ciò che non ha un nome non esista, quindi se noi non possiamo definirci con un nome, se la nostra identità non viene riconosciuta ufficialmente, è difficile per noi sentire che esistiamo davvero. Pensavo che non sarebbe mai stato possibile ottenere la carta di identità non-binaria nel mio paese, quindi è stato davvero emozionante quando è diventato realtà”. 

Secondo i dati raccolti dal governo, chi nel primo anno da quando è entrato in vigore il decreto, ha scelto la carta d’identità non-binaria rappresenta il 20,8% del totale dei cambi della propria identità di genere realizzati dal luglio del 2021. Le persone che hanno ricevuto la carta di identità non-binaria sono principalmente giovani: il 55,5% ha tra i 18 e i 29 anni e la maggior parte vive nei principali centri urbani del paese (il 20,8% nella provincia di Buenos Aires, il 5,1% a Mendoza e il 3,8% a Cordoba). “È importantissimo permettere alle persone di potersi identificare in modo ufficiale in un genere che non sia quello femminile o maschile – spiega Mayka Balaguer, della ONG argentina Fundeps - Ovviamente questa misura è relativamente nuova e quindi ci vuole del tempo perché l’intero sistema si adatti: molte persone ora si stanno confrontando con la difficoltà di avere il proprio documento di identità non binario e di riuscire a far modificare nello stesso modo tutti gli altri documenti in loro possesso”.

È proprio quello che è successo ad Auki che ha sia la cittadinanza argentina che quella italiana e non riesce a far inserire anche nel proprio passaporto italiano il genere non-binario: “Mi piacerebbe molto che un giorno, non molto lontano, anche l’Italia possa riconoscere la mia identità di genere nel mio passaporto”. 

Per poter ottenere il proprio documento identificativo non-binario il processo da fare in Argentina è gratuito e semplice. Ad aiutare chi ha dei dubbi sulle procedure sono i volontari dell’associazione “No Binaries Argentina”, co-fondata nel 2022 da Nathan Lobo, 29 anni, che ha ottenuto il suo documento non-binario nel novembre del 2021. “Per un 50% la carta d'identità non-binaria mi ha facilitato e mi ha aiutato a non dover spiegare tutto il tempo chi sono – dice - ma dall’altro 50% è venuto fuori che in altri documenti continuo a figurare con un altro nome e un altro genere. E questo complica tutto, soprattutto nell’ambito privato. Nel sistema pubblico i miei documenti sono stati aggiornati rapidamente, ma per tutto quello che riguarda le strutture private invece è stato, e continua ad essere, molto più complicato”. 

Il decreto che ha reso possibile richiedere la propria carta d’identità non-binaria fa parte della legge numero 26743, conosciuta come “Ley de identidad de genero”, una misura pioniera che dal 2012 ha permesso ai cittadini argentini di potersi identificare nel proprio documento con il genere in cui si riconoscono. “È molto importante – sostiene Nathan - poter dire chi siamo attraverso la nostra identità ed è gratificante essere parte di una generazione che può vedere gli sviluppi che abbiamo ottenuto nel nostro paese. Sono molte le persone che hanno lottato perché noi oggi potessimo avere questi diritti e che non hanno potuto vederli diventare realtà”.

Secondo i dati del Ministero, in dieci anni sono state 12.655 persone a cambiare genere nel proprio documento identificativo. Dall’emanazione della legge, fino all’aprile del 2022, il 61,98% delle persone che ne ha fatto richiesta ha optato per essere identificata come donna, mentre il 35,15% ha fatto il cambio per rientrare nel genere maschile. Ma cosa significa identificarsi come persona non-binaria? Come spiega Nathan: “Il sistema patriarcale organizza il mondo in un sistema quadrato, in cui da una parte ci sono le donne e dall’altra gli uomini: nulla di più o di diverso. Chi si identifica come persona non-binaria rompe quel sistema quadrato trasformandolo in un cerchio, aperto e fluido, dove chiunque è libero di mettere in discussione qualsiasi dogma che si è imposto nella nostra società per secoli”. 

Ottenere la carta d’identità non-binaria in Argentina è stato un passo fondamentale reso possibile da persone come Nathan che per 13 anni ha cercato di ottenere un documento in cui venisse riconosciuta la sua identità di genere. “Il giorno in cui ho ricevuto la mia carta di identità non-binaria non riuscivo a smettere di piangere – racconta commosso – È stato come se dalle spalle mi fosse improvvisamente caduto uno zaino pieno di pietre che trasportavo da tutta la vita. Per la prima volta ho potuto distendere le mie ali e volare liberamente”. 

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Scegliendo di marcare la “X” nel proprio documento non ci si identifica solo come persona non-binaria, ma la terza opzione comprende tutto ciò che non ricade nel binomio del genere femminile e maschile: genere indefinito, autopercepito, indeterminato o non specificato. “Assistere all’approvazione del decreto è stato il più grande successo della mia vita – racconta Jade, 28 anni - È stato importantissimo per me perché riconosce i nostri diritti come essere umani e ci rende visibili. Noi esistiamo e siamo persone che non vogliono più essere invisibili all’interno della società”. 

Nell’ultimo censimento realizzato in Argentina, i cui dati sono stati resi noti nel 2023, per la prima volta è stata data ai cittadini la possibilità di identificarsi come persona non-binaria. Sono 8.293 i cittadini che si definiscono non-binari, una cifra che rappresenta circa lo 0,02% della popolazione totale composta da 46 milioni di abitanti, il 51,76% donne, il 46,22% uomini e lo 0,02% non-binari. Jade che vive a Cordoba e lavora in un call center ha ottenuto il proprio documento non-binario nel 2022. Come racconta oggi, è stato molto importante ricevere appoggio e supporto in ambito lavorativo, spesso però non identificarsi nel genere femminile o maschile è stato difficoltoso. Ma per Jade poter ricevere un documento in cui fosse possibile identificarsi come persona non-binaria è stato un momento fondamentale. “Il giorno in cui ho potuto tenere tra le mani il mio documento d’identità ha rappresentato un cambio radicale nella mia vita – dice - Per me è stato come rinascere, prima di quel giorno ho vissuto periodi molto difficili e poter vedere un documento in cui finalmente veniva riconosciuta la mia identità è stata una vittoria incredibile per me”.

Immagine in anteprima via Ministero dell'Interno Argentina

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