Se il giornalista diventa spettatore
2 min letturaAvendo sempre avuto l'ambizione di fare il giornalista - cosa che ho deciso per il mio futuro quando ero ancora un povero incosciente senza connessione internet e contezza della situazione nel mercato - guardo alle interviste con la prospettiva di chi regge il microfono: bado alle domande, in sostanza, per capire se avrei saputo fare di meglio - per imparare, ma il più delle volte per criticare.
In questo momento sto seguendo l'incontro di Monti coi giornalisti in teatro a Milano, e mi è venuto in mente che molto spesso - sicuramente troppo - le domande dei giornalisti più che aspettarsi una risposta nuova, o puntare a un tema ancora poco illuminato, o addirittura 'incastrare' l'interlocutore portandolo a contraddizioni e ammissioni, mirino a chiedere all'intervistato di turno di ribadire - coi LORO microfoni - dichiarazioni già pubbliche e note.
Non so se sia mancanza di originalità. Non penso si tratti di verificare se nel frattempo è cambiato qualcosa (Berlusconi non vale, fa regolamento a sé). Di seguito qualche esempio, tratto proprio dall'evento in questione.
- Sintesi domanda uno: "Cosa facciamo col voto disgiunto in Lombardia?" (I siti di news aprono con la notizia di un rinnovato appoggio a Albertini da ore, tant'è che Monti esordisce dicendo "L'ho già detto stamattina")
- Sintesi domanda due: "Ma Berlusconi l'ha fatta la rivoluzione liberale? L'ha mai votato?" (Esperienza amaramente confessata più volte)
- Sintesi domanda tre: "Bersani troppo infantile?" (Altro 'titolo forte' di giornata: been there, done that)
- Sintesi domanda quattro: Sono un giovane, ci dia un'emozione che ci permetta di avvicinarci alla politica (macrotema dell'empatia di cui il trend cinofilo degli ultimi giorni)
- Sintesi domanda cinque: Giovani e lavoro, e il posto fisso? (Mai sentito dire una parola, a Monti, sulla cosa)
- Sintesi domanda sei/sette: Lei è un po' il distruttore dello schema partitico classico (estraneità alla classe politica, davvero soprendente).
È come negli show: "Ci faccia quella del posto fisso. E quella di Bersani infantile? E i choosy? E l'empatia? Bis! L'ha fatta! Gliel'ho chiesta io!". Un pubblico che richiede i grandi classici, e tradisce lo 'scopo' della presenza e la 'missione originaria' del giornalista. Con la differenza che nessuno pagherebbe il prezzo del biglietto per il resoconto di uno spettatore.
È chiamare papà e chiedergli un fact checking sull'esistenza o meno della Befana.
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