Circa 17mila siti contaminati in Europa, di cui 2.100 a livelli pericolosi per la salute: è la mappa dei Pfas conosciuti come “inquinanti eterni”. È quanto emerge dal “Forever Pollution Project” per il quale hanno collaborato 17 media, tra cui Le Monde e Guardian.
I Pfas sono composti chimici sintetici quasi indistruttibili. Sviluppati per resistere all’acqua e al calore, hanno proprietà antiadesive e impermeabili e presenti in oggetti comuni: prodotti in teflon, imballaggi alimentari, tessili, Gore-tex, automobili, persino nel filo interdentale.
Due PFAS sono stati collegati a una serie di problemi di salute: il Pfoa al cancro ai reni e ai testicoli, malattie della tiroide, colite ulcerosa, colesterolo alto e ipertensione indotta dalla gravidanza; il Pfos a malattie della riproduzione, dello sviluppo, del fegato, dei reni e della tiroide.
I Pfas non si degradano e sono molto mobili, possono essere rilevati in acqua, aria, pioggia, lontre e merluzzi, uova ed esseri umani. Ed è estremamente costoso sbarazzarsene così spesso si rinuncia alla bonifica. La scorsa settimana l’Agenzia europea delle sostanze chimiche ha avanzato la prima proposta per vietare gli Pfas dal 2026.
Il Belgio ospita i livelli più alti di inquinamento. Alle persone che vivono nel raggio di 15 km dal sito di produzione di PFAS della 3M a Zwijndrecht, nelle Fiandre, è stato detto di non mangiare le uova deposte nei loro giardini e di evitare le verdure coltivate in casa. Nel frattempo, a 70.000 persone che vivono in un raggio di 5 km dall'impianto è stato offerto un esame del sangue per verificare la presenza di PFAS. 3M afferma che bonificherà il sito e ha firmato un accordo con la regione fiamminga con un investimento di 571 milioni di euro. 3M ha inoltre annunciato l'intenzione di abbandonare la produzione di PFAS e di lavorare per interrompere l'uso di PFAS in tutto il suo portafoglio prodotti entro la fine del 2025.
Nei Paesi Bassi, un incidente che ha coinvolto i PFAS nella schiuma antincendio ha contaminato i terreni intorno all'aeroporto Schiphol di Amsterdam. In alcuni aeroporti e siti militari in Germania sono stati riscontrati problemi simili. Nel Regno Unito, i livelli più elevati di PFAS sono stati riscontrati in uno scarico di un impianto chimico sul fiume Wyre, vicino Blackpool. Secondo i dati del Centro per l'ambiente, la pesca e l'acquacoltura del Defra, i pesci del fiume contengono livelli elevati di PFAS
In Italia, sono stati riscontrati alti livelli altissimi nel fiume Po. Dagli anni ’60 i Pfas sono stati prodotti nella piana fra Padova, Verona e Vicenza, da lì riversati nelle acque superficiali delle campagne e percolati nelle falde contaminando un’area molto estesa, considerata dal CNR il più grande inquinamento idrico d’Europa.