Le proteste di studenti e attivisti fermano la legge che avrebbe dato più potere al governo sull’educazione scolastica
4 min letturaIl presidente della repubblica polacco, Andrzej Duda, ha posto il veto a una proposta di legge del partito nazional-conservatore al governo, Legge e giustizia (PiS), che avrebbe centralizzato il controllo del governo sulle scuole.
Secondo quanto dichiarato dal ministro dell'Istruzione, Przemysław Czarnek, noto per i commenti discriminatori e i continui tentativi di plasmare il programma scolastico alle sue idee ultraconservatrici, il provvedimento si sarebbe reso necessario per prevenire la “corruzione morale” di bambine e bambini, ragazze e ragazzi.
Alla base della decisione del presidente Duda il mancato raggiungimento del "consenso sociale" per l'approvazione delle misure.
Da quando è salito al potere nel 2015, raramente Duda, ex membro del PiS e generalmente sostenitore delle decisioni del governo, ha posto il veto a proposte di legge. In controtendenza, quest'anno, ha bloccato per ben due volte il tentativo dell'esecutivo in carica di aumentare il proprio controllo sulle istituzioni scolastiche.
Decyzja Prezydenta @AndrzejDuda ws. nowelizacji Prawa oświatowego pic.twitter.com/pIIByDste3
— Kancelaria Prezydenta (@prezydentpl) December 15, 2022
Per settimane studenti e attivisti polacchi hanno protestato contro il provvedimento approvato, manifestando regolarmente davanti al palazzo presidenziale a Varsavia, e in tutto il resto del paese, per chiedere al presidente il blocco della legge.
«Le proteste costanti di studenti, insegnanti, genitori e organizzazioni non governative davanti al palazzo presidenziale hanno fatto la differenza», ha dichiarato a Human Rights Watch Dominik Kuc, membro di SOS for Education - Free School Coalition, una rete di associazioni impegnate a monitorare e migliorare il sistema educativo. «Le ONG aiutano le scuole, non le danneggiano», ha aggiunto Kuc.
Se firmata la proposta di legge “Lex Czarnek 2.0” avrebbe autorizzato i sovrintendenti provinciali delegati all'istruzione, nominati dal governo, a sospendere i dirigenti scolastici se avessero rilevato una “minaccia urgente per la sicurezza degli studenti durante le attività organizzate dalla scuola”.
Gli istituti, inoltre, avrebbero dovuto fornire informazioni sulle attività extrascolastiche per ricevere l'approvazione del rispettivo sovrintendente almeno due mesi prima del loro svolgimento. La legislazione avrebbe anche complicato la modalità attraverso cui ottenere il consenso dei genitori per tali attività.
Per gli oppositori delle misure il provvedimento aveva lo scopo di impedire a determinate entità esterne – tra cui educatori sessuali o associazioni che si occupano di tematiche LGBTI – di avere accesso nelle scuole.
«Mi rifiuto di firmare questo disegno di legge», ha detto il presidente Duda. «Mi rendo conto che alcune persone rimarranno deluse, ma la maggior parte della popolazione si tranquillizzerà».
Al presidente polacco erano state consegnate più di 130 lettere di protesta, alcune delle quali sottoscritte da decine di organizzazioni.
«Soggetti di tutti gli schieramenti della scena politica nutrono seri dubbi su alcuni aspetti di questa legge per i quali protestano», ha spiegato Duda. «Sfortunatamente, non è stato possibile raggiungere quello che definirei un compromesso sociale... Il disegno di legge non ha ricevuto un ampio consenso».
President Duda has vetoed a law centralising control over schools
The education minister had argued it was necessary to prevent "moral corruption" of children. But Duda noted he had received protests against the law "from all sides of the political scene" https://t.co/hlkscATtTN
— Notes from Poland 🇵🇱 (@notesfrompoland) December 15, 2022
Il presidente ha sottolineato – come aveva già fatto quando aveva posto il veto a una legge simile a marzo – come la guerra della Russia nella vicina Ucraina renda ancora più importante che ci sia pace nel paese, piuttosto che conflitti e divisioni.
Il governo ultraconservatore polacco ha ripetutamente tentato di limitare negli istituti scolastici le lezioni su educazione sessuale, identità di genere e contro la discriminazione.
Il ministro dell'Istruzione Czarnek si è infatti molto speso nel corso della campagna del governo contro quella che definisce “l'ideologia LGBT” che a suo dire “deriva dalle stesse radici del nazismo”. Ha anche insistito affinché fossero applicate restrizioni sull'educazione sessuale “moralmente corruttrice”.
I sovrintendenti provinciali all'istruzione si sono spesso adoperati per rafforzare la linea conservatrice del governo. A metà del 2020 uno di essi, Grzegorz Wierzchowski, ha denunciato come i giovani fossero minacciati da un “virus LGBT” ancora più pericoloso del COVID-19.
Teoricamente il governo potrebbe ribaltare il veto di Duda ottenendo una maggioranza di tre quinti al Sejm, la camera bassa del parlamento, ma di fatto è praticamente impossibile poiché dispone di una maggioranza ristretta.
Intervenendo dopo l'annuncio di Duda, il ministro Czarnek ha dichiarato di essere “deluso” dalla decisione che è stata, invece, accolta con favore dal presidente del più grande sindacato degli insegnanti della Polonia, Sławomir Broniarz, che ha espresso gratitudine al presidente per aver ascoltato le preoccupazioni degli educatori su una ”pessima legge”.
All'inizio dell'anno la first lady polacca, Agata Kornhauser-Duda, ex docente, ha voluto incontrare alcuni parlamentari dell'opposizione per discutere delle loro preoccupazioni sulle proposte del governo riguardo alla scuola.
A distanza di quasi un anno una dei parlamentari che parteciparono all'incontro, Katarzyna Lubnauer del partito liberale Moderno (Nowoczesna), ha salutato il veto di Duda come “una grande vittoria per le scuole polacche, per tutte le ONG, per i genitori, i bambini e tutte le persone coinvolte nel sistema educativo”.
Da quando il partito conservatore Legge e giustizia è salito al potere nel 2015 lanciando un attacco ai diritti delle donne e della comunità LGBTI, all'indipendenza giudiziaria e all'istruzione, la popolazione polacca è scesa in piazza innumerevoli volte. Nonostante la persistente opposizione della società civile e la pressione internazionale, il governo del paese continua a cercare di limitare agli studenti l'accesso a un'educazione sessuale accurata, inclusiva e adeguata all'età.
Almeno oggi, però, cittadine e cittadini polacchi possono ritenersi soddisfatti e celebrare una grande vittoria a difesa dei propri diritti, ottenuta con le loro proteste.
Immagine in anteprima via balkaninsight.com