In Iran indetti tre giorni di sciopero generale mentre cresce la pressione internazionale sul regime
3 min letturaIn Iran i manifestanti hanno indetto uno sciopero di tre giorni mentre giungono notizie contrastanti sulla chiusura della polizia morale e cresce la pressione internazionale sul regime. Intervenuto in una conferenza a Roma, l’inviato speciale degli Stati Uniti per l’Iran, Rob Malley ha dichiarato che la leadership di Teheran si è chiusa in un “circolo vizioso” che l'ha isolata dagli iraniani e dalla comunità internazionale.
I manifestanti hanno chiesto il boicottaggio di qualsiasi attività economica a partire da lunedì 5 dicembre. Lo sciopero, scrive Reuters, dovrebbe concludersi con una manifestazione in piazza Azadi a Teheran il 7 dicembre, lo stesso giorno in cui il presidente Ebrahim Raisi dovrebbe rivolgersi agli studenti di Teheran per celebrare la Giornata dello studente.
Nel fine settimana sono state rilanciate alcune affermazioni del procuratore generale, Mohammad Jafar Montazeri, che, intervenuto durante un evento sulla cosiddetta “guerra ibrida durante le proteste in Iran” (che è il modo in cui i funzionari iraniani descrivono la presunta influenza straniera – e in particolare USA, Israele, paesi europei e Arabia Saudita – dietro le manifestazioni di questi tre mesi), avrebbe dichiarato che la polizia morale (un’unità indipendente costituita sempre nel 1979, che non controlla solo l’obbligo di indossare il velo, ma anche l’applicazione di una serie di norme, tra cui il divieto di bere alcolici) è stata chiusa. Questa informazione non è stata confermata né dal ministro degli Interni né dai media statali che hanno, anzi, specificato che il responsabile della supervisione della polizia è il ministro degli Interni, e non il procuratore generale.
Da quando, a settembre, sono scoppiate le proteste dopo la morte in carcere di Mahsa Amini, una donna curda iraniana di 22 anni, finita in coma mentre si trovava sotto custodia della polizia morale perché “non portava il velo nel modo corretto”, sono state uccise centinaia di persone. Tra le altre dichiarazioni, il procuratore generale, Montazeri, avrebbe anche detto che il governo sarebbe in procinto di rivedere la legge sull'obbligo dell'hijab.
Se anche l'Iran abolisse la polizia morale, la legge che impone un codice di abbigliamento obbligatorio per le donne continuerebbe a restare in vigore e a essere ancora applicata. E, al momento, non c’è nulla che faccia pensare a una sua abrogazione, scrive Al Jazeera.
Intanto cresce la pressione internazionale sull’Iran. “Più l'Iran reprime, più ci saranno sanzioni; più ci saranno sanzioni, più l'Iran si sentirà isolato. Più si sentirà isolato, più si rivolgerà alla Russia; più si rivolgerà alla Russia, più ci saranno sanzioni, più il clima si deteriorerà, più sarà improbabile un accordo sul programma nucleare”, ha dichiarato Rob Malley, l'inviato speciale degli Stati Uniti per l'Iran, sottolineando come lo Stato iraniano si trovi ora in un circolo vizioso che si auto-alimenta in continuazione.
“La repressione delle proteste e il sostegno dell'Iran alla guerra della Russia in Ucraina sono i temi su cui ci concentriamo, perché è lì che vogliamo fare la differenza”, ha aggiunto Malley.
Un alto diplomatico europeo ha riferito al Guardian che l’Iran sta pagando un costo enorme per la sua decisione di sostenere militarmente la Russia nella guerra contro l’Ucraina e che la leadership iraniana ha raggiunto un punto di svolta ormai irreversibile. “La situazione è davvero molto semplice. La Repubblica islamica - il regime - dopo 43 anni ha perso il contatto con il suo popolo. Non c'è grande sintonia all'interno dell'apparato di sicurezza nella gestione delle proteste. È tutto diverso rispetto a quanto accaduto nei precedenti 43 anni”.
Secondo alcuni diplomatici sentiti dal Guardian, “l'evidente perdita di sostegno interno del regime” sta portando la società iraniana a interrogarsi su quale strada prendere per “ridurre il proprio isolamento”: l’alleanza con la Russia o rilanciare l'accordo nucleare.
Le affermazioni di Malley fanno intendere che per gli Stati Uniti le ultime decisioni prese dall’Iran rendono impercorribile un accordo sul programma nucleare iraniano, anche se le porte non sono ancora del tutto chiuse. Intanto, il 14 dicembre gli USA proporranno una mozione per espellere l'Iran dal comitato delle Nazioni Unite sullo status delle donne.
Immagine in anteprima: frame video BBC via YouTube