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La scienziata che ha creato più di 1700 voci su Wikipedia per combattere il divario di genere

24 Ottobre 2022 3 min lettura

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La scienziata che ha creato più di 1700 voci su Wikipedia per combattere il divario di genere

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Jessica Wade è una fisica dell’Imperial College di Londra. Nel 2019 ha ricevuto una delle più alte riconoscenze del Regno Unito, la medaglia dell’Impero britannico. Ma non tanto per i suoi meriti nella fisica, quanto invece per i considerevoli risultati nel contrastare gli stereotipi di genere nella scienza. Un settore dove si è soliti pensare che le donne siano in minoranza, o che siano poco portate o interessate. Wade ha raggiunto questo risultato grazie a Wikipedia.

33 anni, la scienziata britannica da alcuni anni ha affiancato all’attività scientifica un’altra, per certi versi attinente. A partire dal 2017, ha infatti aggiunto oltre 1700 profili di scienziate su Wikipedia, andando a colmare un notevole divario di genere nel campo di quell’area che ricade sotto l’acronimo STEM (science, technology, engineering, and mathematics), e che indica le discipline scientifico-tecnologiche.

L’idea nasce nel 2017, quando Wade scopre che solo una parte molto ridotta delle biografie della popolare enciclopedia è dedicata a donne. Nella compilazione delle voci, Wikipedia si regge sul contributo dei volontari, e non è esente da bias e stereotipi, in particolare legati alla composizione demografica di questi (nel 2019 la maggior parte dei contributi proveniva per esempio da maschi bianchi del Nord America). Wade decide allora di provare a cambiare questa tendenza, lavorando per un obiettivo a portata di mano, su cui può intervenire attivamente. Inizia così a compilare biografie di scienziate donne e appartenenti a minoranze che non hanno mai ricevuto il giusto riconoscimento. La sua prima pagina è stata su Kim Cobb, una climatologa americana. 

In questa attività Wade ha persino incontrato resistenze da parte di membri della comunità wikipediana. Circa 15 biografie, infatti, sono state cancellate nel tempo perché non avrebbero rispettati i criteri di rilevanza enciclopedica. Tra queste, la pagina dedicata a Clarice Phelps, chimica nucleare americana, la prima donna nera coinvolta nella scoperta di un nuovo elemento chimico. In questo caso Wade è riuscita in seguito a preservare la voce Wikipedia.

“Ho sempre lavorato molto per cercare di convincere le persone giovani - in particolare le ragazze, i bambini provenienti dalle fasci sociali più basse e le persone razzializzate - a pensare di studiare fisica alle superiori, perché la fisica è ancora una materia elitaria, da ragazzi bianchi” ha spiegato tempo fa in un’intervista al New York Times. “La nostra scienza può portare benefici a tutta la società solo se è fatta da tutta la società. E al momento non è così”.

Nello scegliere i profili da inserire, Wade segue ormai una metodologia consolidata. Ogni mattina, attraverso Twitter, cerca una persona che ha ricevuto un premio, un’importante borsa di ricerca, o che ha pubblicato un articolo prestigioso o, infine, ha tenuto in pubblico un discorso di impatto. Dopodiché Wade verifica se il profilo soddisfi i criteri di Wikpedia: se ciò accade, passa alla fase di ricerche e scrittura.

Nel corso degli anni, all’attività di stesura vera e propria ha affiancato scritti e conferenze pubbliche sul tema dell’uguaglianza di genere nelle discipline scientifiche. Ha anche condotto seminari di formazione su Wikipedia e collaborato con associazioni che promuovono l’inclusività. Nel 2021, infine, è uscito il suo primo libro di divulgazione scientifica rivolto ai bambini, Nano: The Spectacular Science of the Very (Very) Small.

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Wade ha anche ricevuto le lodi di Jimmy Wales in persona, il fondatore di Wikipedia, per il suo contributo. Parlando al Washington Post, Wales ne ha sottolineato l’impatto sulla qualità dei contenuti di Wikpedia, ricordando poi un’altra donna che sta seguendo le orme di Wade, la 28enne Emily Temple-Wood. Anche lei, come editor dell’enciclopedia, è infatti impegnata a “contrastare effetti e cause dei bias di genere” su Wikipedia.

"Sono un piccolo pesce in un mare enorme", ha ricordato Wade al Washington Post. "Ma continuerò a fare tutto il possibile per rendere la scienza un luogo più accessibile e inclusivo".

Immagine in anteprima via Wikimedia Commons

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