Perché il discorso programmatico di Giorgia Meloni a Milano va preso sul serio
4 min letturaGiorgia Meloni ha aperto la conferenza programmatica di Fratelli d'Italia a Milano dello scorso weekend con un intervento molto lungo e articolato, mirato in modo piuttosto esplicito ad accreditarsi come leader del centrodestra e soprattutto come prossima candidata premier. Ci sono molte ragioni per cui non va preso sotto gamba:
La giusta scelta dei tempi
Prima di tutto, è significativa la scelta dei tempi: Meloni ha deciso di organizzare una conferenza programmatica in un momento molto significativo della storia contemporanea del nostro paese, e non solo. L'Italia è nel pieno di un passaggio psicologico dalla pandemia al 'liberi tutti' (con tutti i rischi di un cambio di quadro così repentino, soprattutto dal punto di vista sanitario), in cui la "voglia di futuro" potrebbe prevalere persino sul clima di incertezza perdurante, acuita ulteriormente dalla guerra in Ucraina. Meloni intende cavalcare questo bisogno istintivo di mettersi alle spalle il passato, e forse anche i suoi protagonisti (cioè chi ha governato l'Italia in questi anni drammatici), e lo fa dalla migliore posizione politica possibile: da leader della principale forza di opposizione parlamentare, e da prima forza nel centrodestra, da mesi, secondo i sondaggi. "Trasformeremo questa epoca infame in un nuovo Risorgimento italiano" è la sintesi del posizionamento attuale di Fratelli d'Italia. È difficile opporsi a un simile posizionamento emotivo senza apparire un guastafeste.
L'ideologia del "buonsenso"
Meloni abbraccia pienamente - come del resto Salvini - il nuovo motto delle destre un po' in tutto il mondo: 'Governare con il buonsenso'. La parola 'buonsenso' è oramai utilizzata quasi trasversalmente alla politica ed è assai scivolosa. Da un lato pone l'interlocutore in una posizione di debolezza: chi si dichiarerebbe contro la "capacità naturale, istintiva, di giudicare rettamente, soprattutto in vista delle necessità pratiche"? (definizione dal dizionario Treccani), dall'altro lato è un concetto del tutto soggettivo. Ciò che può essere di buonsenso per un elettore di destra non è per forza di buonsenso per chiunque. Attribuendosi la proprietà di questo presidio linguistico (spesso utilizzata contro chi avrebbe 'posizioni ideologiche', concetto invece ammantato oramai di una cornice cognitiva negativa), Meloni cerca di far coincidere il suo pensiero politico con il senso comune, provando così a renderlo maggioritario nel paese.
Molte parole d'ordine piacciono anche a leader di altri partiti
Per raggiungere questo obiettivo, Meloni fa ruotare il suo discorso attorno a due matrici. Afferma che Fratelli d'Italia mira alla libertà (bisognerebbe chiedersi 'libertà da cosa', ma anche in questo caso: chi è contro la libertà?), all'indipendenza (come sopra) e alla crescita (concetto da tempo meno affascinante, soprattutto considerando il prezzo di un certo tipo di crescita sul futuro del pianeta; ma dopo due anni di Covid è certamente assai più appetibile rispetto al recente passato); fa ruotare il suo programma attorno al concetto delle quattro M: 'Mamma, mare, merito e marchio'. Anche in questo caso bisognerebbe capire bene cosa c'è dietro a queste etichette, ma salta all'occhio che almeno due concetti su quattro (madri e merito) sono state ampiamente utilizzate da un ex segretario del PD ed ex premier, Matteo Renzi. Ciò denota, a seconda dei punti di osservazione, o uno spostamento verso posizioni meno estremiste di Meloni o l'emersione di una matrice non progressista nei discorsi di Renzi, o più probabilmente entrambe le cose. In ogni caso risulterà più difficile dirsi così diversi da Fratelli d'Italia se Fratelli d'Italia, alla fine, parla in buona parte la tua stessa lingua. A tal proposito, sempre Meloni: "Basta reddito di cittadinanza! Chiedete voi giovani non paghette ma infrastrutture, lavoro, meno tasse." Anche questo concetto ha da tempo esondato al di fuori dei confini tradizionali del centrodestra e attrae consensi a chi mai si autodefinirebbe 'di destra'.
La meritocrazia è di destra
A questo proposito: Giorgia Meloni ricorda a chi se ne fosse dimenticato che 'il merito' è un concetto culturalmente di destra. Lo scopo della sinistra dovrebbe essere offrire opportunità e dignità anche a chi è rimasto indietro, mentre la destra storicamente ritiene che vada premiato chi 'ce la fa' e che 'non farcela' sia, in definitiva, una colpa di chi non si è impegnato abbastanza.
Una posizione più chiara di Salvini in politica estera
Meloni oggi appare ben più affidabile di Salvini sia per una fetta significativa di elettorato di centrodestra sia per le cancellerie internazionali perché ha preso una posizione netta - persino più netta rispetto a certa sinistra - sulla guerra in Ucraina e sul posizionamento atlantista e pro-NATO. E si è anche permessa il lusso di giocarsi il carico: "Dove eravate quando ci legavamo mani e piedi alla Cina? Dove eravate quando dicevamo no alla cooperazione con le monarchia arabe? Dove eravate quando dicevamo no alla Turchia in Europa?". Ovviamente Orban (per dirne uno) non appare in questo elenco, ma il periodo storico dimostra che sono pochi i leader politici che possono dirsi autonomi rispetto a rapporti diplomatici che già da tempo si sono rivelati inaccettabili.
Meno aggressività (a parole) sui diritti civili
Meloni inoltre sta avendo la furbizia di mantenere le stesse posizioni del leader sulla Lega sui diritti civili e sociali ma senza farne la principale bandiera comunicativa e programmatica, evitando così di ricordare all'opinione pubblica più moderata qual è la sua reale idea di società e qual è la sua cultura politica. L'unica battaglia di bandiera di Fratelli d'Italia sul tema dei diritti, quella relativa alla GPA (gestazione per altri, definita 'utero in affitto' da chi vuole introdurne già una componente di giudizio negativo), ha tra l'altro consenso soprattutto tra l'elettorato cattolico e persino in alcune componenti del movimento femminista è per questo appare assai meno antistorica rispetto, ad esempio, alle barricate che abbiamo visto sin qui sui matrimoni omosessuali o sull'omotransfobia.
I limiti nella classe dirigente (ma Fratelli d'Italia è in buona compagnia)
Il limite attuale di Fratelli d'Italia e della leadership di Giorgia Meloni è legato, come spesso accade ai partiti di destra che provano a riposizionarsi, ai cascami del notabilato locale (e non solo) che con il neofascismo continuano a flirtare e con gusto. Sentiremo parlare ancora, e spesso, di storie di saluti romani o di finanziamenti elettorali che arrivano dalla peggiore destra italiana. Ma pensare che questo basti ad azzoppare Meloni è oggi una pia illusione, se gli altri partiti non saranno in grado di essere a loro volta inattaccabili sui processi di selezione della classe dirigente. E il quadro sul tema, in Italia, è in buona parte sconsolante da qualsiasi punto di vista lo si osservi.
Immagine in anteprima: frame video intervento di Giorgia Meloni alla Conferenza programmatica di FDI via YouTube