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Il Movimento 5 Stelle e il mito dei cittadini informati

9 Maggio 2012 3 min lettura

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Il Movimento 5 Stelle e il mito dei cittadini informati

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Andrea Zitelli
@valigiablu - riproduzione consigliata

Per Peter Gomez, dopo il successo ottenuto dal Movimento 5 Stelle alle amministrative, la vera sfida per questa nuova forza politica “comincia adesso”. Infatti, secondo il  direttore del Ilfattoquotidiano.it, dovranno passare dalle “capacità di controllo e di denuncia” alla dimostrazione di possedere “reali capacità di governo”. Ed è proprio per questo motivo che il giornalista si augura che a Parma, Federico Pizzarotti, candidato sindaco dei cinque stelle, nel ballottaggio la spunti  sull'esponente del centro-sinistra.

Quello che mi ha colpito dell'articolo di Gomez, non è tanto tale considerazione - legittima -  sul futuro politico del movimento, quanto piuttosto le tesi a sostegno di essa. Scrive infatti il noto giornalista de Il Fatto che “centinaia di migliaia di cittadini informati dimostrano democraticamente di volere una politica diversa nelle idee e nei comportamenti” e che ciò rappresenta “segni tangibili di risveglio” da parte del nostro Paese. 

A non convincermi è proprio questo aspetto del “cittadino informato” - già presente nel campionario linguistico di Beppe Grillo e del suo movimento – che rischia di avallare un certo mito dell'informazione. Non basta dire, infatti, “sono informato”, bisogna anche vedere che tipo d'informazione riceviamo o ci andiamo a cercare o come rielaboriamo i dati raccolti. Insomma, è l'”avere” informazioni - intesa come azione attiva di ricerca - e non l'”essere” informati – vista come un atteggiamento passivo di ricezione – a porre la reale consistenza del concetto d'informazione. Anche perché se le formule linguistiche non vengono articolate e approfondite c'è il pericolo di ritrovarci di fronte a vecchi sillogismi che hanno cambiato pelle: “l'ha detta la Tv, quindi è vero” viene sostituito, ad esempio, dall'espressione “l'ho letto in rete, quindi è vero”, dove la verità, alla fine, risiede solamente nel come ricevo un'informazione e non nel suo contenuto.

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Inoltre, chi mi garantisce che i cittadini che hanno premiato il Movimento 5 Stelle e demolito ”, con il voto, ciò che resta del Pdl e della Lega”,  non premiato “come in molti si aspettavano il Pd” e  collocato “il Terzo Polo sulla casella (…) dei non pervenuti” siano informati? Questo voto non può essere figlio di disillusione, stanchezza nei confronti di una politica che non riesce a convogliare e a soddisfare determinate istanze sociali che si stanno sviluppando in tutto il Paese? Cosa c'entra l'informazione con quel sentimento di distacco che fa percepire i partiti italiani come corpi estranei all'organismo Italia? Siamo pertanto sicuri che questo voto rappresenti dei “segnali di risveglio” e non, invece, per la maggiora parte, una certa rabbia viscerale nei confronti di persone che hanno reso la politica un vecchio arnese inutilizzabile? 

Ad esempio, in rete si è diffusa per diversi mesi – e continua ancora a circolare – una fantomatica storia di una “rivoluzione in Islanda” attraverso la quale gli islandesi si sarebbero opposti al potere della finanza, rifiutandosi di rimborsare il proprio debito pubblico. Andando però oltre tale narrazione informativa, si è scoperto che nulla di tutto ciò, in realtà, era accaduto in questo piccolo Stato del Nord Europa. 

Ma tale informazione era passata e diverse forze politiche - tra cui lo stesso Beppe Grillo nel suo tour politico per le amministrative - l'hanno usata come argomento politico. Per questo motivo, la domanda da porsi è consequenziale: ma i cittadini che hanno creduto e magari votato una forza politica che ha fatto credere loro la precedente notizia, si possono ritenere cittadini informati più di altri? Questo può essere il segnale di una nuova coscienza collettiva risvegliatasi nel Paese?

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324 Comments
  1. Francesco Q.

    Le cose possono convivere benissimo: nel Movimento 5 Stelle ci sono sia rabbia, distacco, disillusione sia entusiasmo, speranza, proposte, impegno. Per quanto riguarda l'informazione, siamo informati perché attraverso il web riusciamo ad avere accesso alle rare fonti di contro informazione. La cortina della falsa informazione del regime cerca di avvolgerci dappertutto. E' uno scontro mortale, un sito contraddice un altro sito, ma uno dei due riporta le menzogne e la propaganda del potere.

  2. stefano alunno mancini

    Premetto che sono un cittadino (non ho cariche pubbliche) e faccio parte del m5s. Condivido a pieno il ragionamento portato avanti in questo articolo, non esiste lo status di "cittadino informato". Le informazioni corrono per la rete, si aggrovigliano in quelli che vengono chiamati rumors (voci di corridoio), informazione di parte, ecc... Credo però che bisogna uscire dalle dinamiche "casalinghe" dell'informazione, vicine ai fogli di carta venduti nelle edicole e osservare l'evento informativo nella sua globalità. Internet da accesso a tutti i tipi di informazioni, è un enorme brodo di verità e falsità. Come farsi strada in questo minestrone? Ci sono dei fattori che permettono questo. Il feedback di un determinato utente e la partecipazione alla notizia. Questi mezzi creano una sorta di coscienza comune creata da una miriade di menti che sposta l'informazione verso la sua completezza. Come nessun cittadino è completamente informato nessun giornalista, blogger o utente integrante da un informazione completa (nella completa buonafede... c'è anche la faziosità ma è un altra cosa). Un cittadino informato è colui che sa di non esserlo, sa che non basta la TV il quotidiano o la chiacchiera da bar ed è per questo che continua ad integrare e approfondire con onestà intellettuale. Spero di aver espresso bene il mio pensiero. Ho voluto impegnare un po del mio tempo per rispondere ad una critica costruttiva (una delle poche).

  3. Fatjona

    Tu parli di avere informazione come fase attiva, di ricerca e rielaborazione e essere informati come fase passiva: io che vado nel mio/ei sito/i di fiducia e vengo formato, nel senso che si dà forma a ciò che io penserò. Okay. Bello. Anche se ho un'idea un po' diversa, ma non è questo il punto. Penso, però, che quando si parla di voto informato si intenda semplicemente il voto di una persona che è interessata a quello che sta accadendo, tanto interessata da leggersi persino un articolo sul Fatto.Questo in sé non è un dato scontato (tanto per iniziare 7 italiani su 10, dicono le statistiche, non leggono, e/o non sanno leggere o comunque capir quello che leggono #analfabetismi vari)Quindi, in questo, mi pare, che effettivamente ci sia una novità. Poi direi altre cose, ma tutta roba noiosa.

  4. Andrea Zitelli

    @stefano alunno mancini Ti ringrazio per il tuo argomentato commento. Mi ha fatto davvero piacere. @Fatjona Non voglio mettere in dubbio la volontà del cittadino di interessarsi a quello che accade intorno a lui. Era mia intenzione porre l'attenzione sulla qualità dell'informazione che un elettore può trovarsi di fronte. Come riportato nell'esempio si corre il rischio di trasformare una novità in una consuetudine passata.

  5. Scarlett

    per ora hanno dato uno strattone al vecchio modo di fare politica, poi si vedrà

  6. ivano

    Secondo voi Gomez direttore de il Fatto online dava contro al popolo della rete??'

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