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Lezioni di Storia / Sex education, i manifesti di Netflix scandalizzano a destra ma nell’antichità per le strade era tutto un fallo

26 Settembre 2021 5 min lettura

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Lezioni di Storia / Sex education, i manifesti di Netflix scandalizzano a destra ma nell’antichità per le strade era tutto un fallo

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Lezioni di Storia, una rubrica di divulgazione storica partendo dal presente


Fratelli d’Italia e l’associazione Pro Vita e Famiglia a Milano pare che siano rimasti sotto choc: i manifesti che pubblicizzano la nuova stagione della serie TV Netflix Sex Education infatti sono costituiti da foto in cui vengono usate banane, ostriche ed arance per alludere agli organi genitali maschili e femminili. Scandalo! Le due associazioni hanno immediatamente chiesto lumi al sindaco Sala per le pubblicità, che, per altro, essendo state commissionate da un network privato e non contenendo immagini esplicite (soprattutto contando invece l’esposizione assai esplicita di grazie femminili e slogan ammiccanti in cartelloni e pubblicità che sono normalmente esposte in tutte le città italiane) non si capisce bene quale norma avrebbero violato.

Il mondo antico e gli organi sessuali esposti in pubblico

© Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons / CC-BY 2.5

 

Gli esponenti di Fratelli d’Italia e dell’associazione Pro Vita e Famiglia per fortuna vivono oggi e non nel mondo antico, altrimenti per loro sarebbe stato traumatico mettere piede fuori casa, e probabilmente anche restarci dentro. Greci e Romani, infatti, avevano con le immagini sessuali anche molto esplicite un rapporto assai differente dal nostro. Le immagini degli organi genitali, soprattutto maschili, erano considerate infatti di buon augurio e foriere di prosperità per la casa. Per questo motivo esistevano lucerne a forma di fallo nelle case. Fuori dalla porta, invece, erano appesi i tintinnabula, ovvero sonagli la cui funzione era quella di produrre scampanellii che dovevano mettere in fuga gli spiriti malvagi e allontanare il malocchio. La loro forma era piuttosto esplicita: figure maschili (spesso il Dio Ermes/Mercurio) con un enorme fallo eretto fra le gambe.

Museo Archeologico Nazionale di Napoli - Murale di Mercurio (divinità)/Priapo esageratamente dotato, trovato sulla facciata di una bottega.

Indicazioni stradali esplicite e stanze proibite

Nelle città romane spesso sui muri delle case c’erano vere e proprie scritte pubblicitarie, le antenate dei nostri cartelloni di Netflix, insomma. Ma per alcune categorie di esercizi erano parecchio esplicite. Per i bordelli a Pompei c’era un vero e proprio percorso segnato. Dei falli scolpiti sull’acciottolato guidavano fino alla via dei lupanari. Una versione antica e hard di Google Maps, insomma.

All’interno dei lupanari, soprattutto quelli più chic, vi erano affreschi con scene erotiche chiare e addirittura scritte che chiarivano quale fosse la “specialità” della prostituta all’interno del cubicolo.

E non che le case romane fossero meno attrezzate. In alcune domus aristocratiche le stanze padronali avevano un gabinetto con affreschi erotici e scene hard. Del resto all’epoca non esisteva youporn, e i ricchi avevano risolto così il problema.

Scena erotica delle terme raffigurante un cunnilingus (Pompei).

Le erme per strada

Uno scandalo terribile ad Atene, nel 415 a.C. fu la cosiddetta “mutilazione delle Erme” perpetrata da una banda di ragazzacci della Atene bene una delle notti precedenti la partenza della spedizione in Sicilia, e capeggiati dal comandante in capo prescelto per la spedizione, il chiacchieratissimo e scapestrato Alcibiade.

Quando l’abbiamo studiata sui libri di scuola, un velo di ipocrisia ha evitato di chiarire esattamente cosa fosse stato mutilato alle Erme, cioè le immagini del Dio Ermes che ornavano i crocicchi delle strade. È presto detto: un fallo.

Ermes era il protettore dei mercanti, dei ladri, e di tutti coloro che agivano nell’ombra. Ma veniva anche considerato il protettore dei viandanti, e perciò la sua presenza sulle strade era considerata di buon auspicio. Appunto perché mostrava i suoi attributi, che avevano la solita e già chiarita sopra funzione apotropaica, ovvero contro il malocchio. Erano più efficaci, secondo gli antichi, della cantilena prezzemolo e finocchio di Lino Banfi.

Rilievo fallico proveniente da Pompei, 1-50 d.C. circa

Frutta e altre allusioni

Anche dal punto di vista della allusione meno esplicita, Netflix riprende lo stilema antico. Nell’antica Grecia era noto che la mela tagliata a metà potesse alludere ai genitali femminili, e proprio per questo le fanciulle che volessero sedurre un giovane potevano lanciargli una mela.

Anche il melograno aveva questa potenza evocativa. Era legato infatti alla riproduzione e al ciclo vitale della natura, anche se poi aveva anche una connessione con il mondo dei morti. Infatti Proserpina era stata costretta a rimanere sposata con Ade, il Dio degli inferi che l’aveva rapita, perché questi le aveva fatto addentare un melograno prima di restituirla alla madre Demetra.

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Insomma agli antichi mancano solo immagini a doppio senso con la banana, ma solo perché Greci e Romani non conoscevano questo frutto.

Quindi, che dire? Che forse i manifesti di Netflix solo oggi possono essere oggetto di polemiche o di preoccupazioni. I nostri antenati li avrebbero trovati, semmai, poco espliciti e troppo casti. Quando loro volevano parlare di sesso o raffigurarlo erano assai più diretti e spicci.


Immagine anteprima
Un tintinnabulum polifallico di bronzo rappresentante Mercurio trovato a Pompei. Le campane mancanti erano attaccate alla punta dei peni laterali (Museo Nazionale Napoli Gabinetto Segreto Mercury) via VoyageForum

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