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Cosa ha veramente scritto Spiegel online

28 Gennaio 2012 6 min lettura

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Cosa ha veramente scritto Spiegel online

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Andiamo per ordine. Ecco cosa è successo. 
Andrea Tarquini, corrispondente de La Repubblica, il 23 gennaio scrive un articolo (senza link all'originale) che riporta le affermazioni di Jan Fleischhauer, uno dei columnist dell'edizione online del settimanale tedesco, che scrive:

Partendo dal naufragio, si lancia in un ragionamento sulle differenze tra le nazioni e arriva alla crisi dell'euro. "Quel che può succedere quando per motivi politici si ignora la psicologia dei popoli, ce lo mostra la crisi della valuta"...
Il Fatto Quotidiano il 26 gennaio pubblica una traduzione dell'articolo e la lettera che l’ambasciatore della Repubblica Italiana, Michele Valensise, ha inviato in riferimento all'articolo tradotto. 
Il sito Giornalettismo 'smonterà' il pezzo di Tarquini il 27 gennaio. 
Lo stesso giorno -  Il Giorno della Memoria - Il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, esce in prima pagina con il titolo: 'A noi Schettino, a voi Auschwitz' e l'editoriale del direttore Alessandro Sallusti che tra le altre cose (un'imbarazzante conta a chi ha meno morti sulla coscienza) dimentica che l'Italia, con Mussolini e le leggi razziali, ha contribuito al massacro. (Oggi 28 gennaio Sallusti rilancia: Servi dei tedeschi l'Italia dice nein, qui il suo videoeditoriale). 
È vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer (autore dell’articolo) di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno. A differenza nostra, che di passeggeri ne abbiamo salvati 4.200 e di ebrei, all’epoca della sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia.

Come se non bastasse, Sallusti negli articoli dedicati all'argomento inserisce anche dei virgolettati inesistenti rispetto alla versione originale, realizzando un vero e proprio falso. 
Il giornalista tedesco, sempre il 27 gennaio, rilascia un'intervista ad Alessandro Alviani corrispondente de La Stampa in cui chiarisce i punti più controversi del suo articolo: 'Io frainteso da chi non conosce il tedesco'.
Silke Jantra è tedesca e vive in Italia da 26 anni, ci ha inviato la traduzione dell'articolo spinta da un'esigenza di chiarezza e correttezza. 
'Farsi la guerra per un malinteso mi sembra assurdo. Molti dei commenti su FB e su Der Spiegel online oggi erano veramente brutti, ma soprattutto erano scritti da persone che non avevano letto l'articolo, ma ripetevano soltanto per sentito dire. Bisogna combattere questo! Ci vuole informazione e quando un giornalista dice cose gravi bisogna dirlo con chiarezza, ma non per una traduzione in automatico. Più lo leggo e più sono convinta che ci troviamo di fronte a un gigantesco malinteso. In realtà l’autore dell’articolo sta prendendo in giro i tedeschi e il loro modo subcutaneo di ragionare per cliché. Lo dice anche abbastanza chiaramente: ufficialmente i cliché sono stati abbandonati, ma sotto sotto li viviamo tutti i giorni. Anche la critica alla politica della Merkel mi sembra abbastanza evidente: vedremo fin dove arriverà con il suo modo di pensare (che tutti diventeranno tedeschi)'
Qui la traduzione: 

Fuga di un comandante …. “all’italiana”…. 

Che il carattere di un popolo sia soltanto una falsa etichetta del passato lo impariamo già a scuola e lo stesso vale per i luoghi comuni sulle nazioni. Ma è veramente così? Pensieri anacronistici sul comportamento di un capitano italiano. 

Siamo sinceri: qualcuno si è sorpreso che il capitano del disastro "Costa Concordia" fosse un italiano? Potremmo immaginare una manovra di quel tipo, compresa la successiva fuga del responsabile, effettuata da un capitano tedesco, o addirittura da uno britannico? 

Conosciamo questo genere di persona dalle vacanze al mare: un uomo che si sente protagonista e che ama gesticolare. In teoria si tratta di un individuo innocuo, probabilmente basterebbe non farlo avvicinare troppo a macchinari complicati. Fare "bella figura" è lo sport nazionale italiano, il cui scopo è impressionare gli altri. Anche Francesco Schettino voleva fare una bella figura, ma purtroppo si è trovato davanti uno scoglio. 

Ok, scrivere tutto questo è stato veramente scorretto. Abbiamo rinunciato da tempo agli stereotipi culturali per giudicare i nostri vicini. Questo modo di fare viene considerato zotico o, ancora peggio, razzista (anche se, per rimanere in tema, non è del tutto chiaro fino a che punto l’italianità sia di sé sinonimo di una razza a parte). 

La questione dei caratteri nazionali somiglia un po’ alla differenza tra i generi. In linea di principio, quest’ultima è stata abolita da tempo, ma nella vita di tutti i giorni ci sbattiamo contro continuamente. Basta trascorrere un pomeriggio alla scuola materna per iniziare a dubitare di tutto ciò che la pedagogia spregiudicata ci ha insegnato sui generi come mero costrutto sociale. In realtà, una vera e propria economia sommersa prospera sulla differenza tra Marte e Venere e sul modo migliore per alimentarla. Per quanto riguarda i caratteri nazionali, le indicazioni relative si trovano nelle guide turistiche tascabili, che ci informano sulle peculiarità e dunque sulle diverse tipologie delle culture straniere. 

In un certo senso ancora oggi l’Unno abita in noi 

Soprattutto i tedeschi hanno problemi di identificazione culturale. Gli inglesi, per esempio, ci ritengono ancora oggi un popolo dotato di scarso senso dell’humor - nonostante anni di sforzi intrapresi da noti comici quali Mario Barth oppure Attenzione Cabaret, Hagen Rether. I francesi, a loro volta, prendono in giro la cucina inglese e i belgi scherzano sulla presunta spilorceria degli olandesi. 

Conosciamo il carattere nazionale soltanto nella sua variante negativa, come auto-imputazione. Appena alcuni giovani urlano slogan ottusi, sulla stampa fa la sua comparsa il polemologo Wilhelm Heitmeyer, per spiegarci i pericoli che minacciano la pace sociale ("situazione esplosiva") e perché una ricaduta potrebbe essere imminente. 

In un certo senso, ancora oggi l’Unno abita in noi e non vede l’ora di poter nuovamente colpire, e stranamente questo funziona sempre. 

Non c’è bisogno di scomodare la genetica per giungere alla conclusione che le diverse nazionalità si distinguono tra loro. Sono sufficienti motivi climatici, e persino la lingua gioca un suo ruolo. Normalmente questo non rappresenta un problema, ma non si dovrebbe impostare la politica sulla supposizione che i confini nazionali abbiano un significato solo in senso figurato. Ciò che può accadere quando, per motivi politici, si ignora la psicologia dei popoli, ci viene dimostrato dalla crisi monetaria, che in questi giorni abbiamo perso di vista soltanto perché l'uomo che era in plancia attira su di sé tutta l'attenzione. In questo caso lo scoglio davanti alla nave rappresenta il mercato dei tassi di interesse. 

Difetto di nascita dell'euro? La camicia di forza per diverse culture 

Parlare oggi così chiaramente delle differenti solvibilità dei paesi significa ammettere che alcuni cliché hanno ancora ragione di esistere, senza poter essere per questo accusati di indecenza. Il difetto congenito dell’euro è stato quello di imprigionare culture economiche molto diverse nella camicia di forza di una moneta comune. 

Del resto, per capire che così non poteva funzionare, non era necessario aver studiato economia; una visita a Napoli o al Peloponneso sarebbe stata sufficiente. Ora si sta cercando disperatamente una soluzione. La risposta della Cancelliera è che tutti diventeranno come noi; staremo a vedere fin dove arriverà con questo suo modo di pensare. 

Le nazioni possono cambiare e, volendo, questo ci può essere di conforto. 2000 anni fa gli italiani comandavano ancora un impero mondiale che si estendeva dall'Inghilterra fino all'Africa. Con molta neve e ghiaccio i tedeschi oggi fanno fatica a mantenere in funzione il traffico ferroviario. Purtroppo alcuni cliché richiedono tempo per scomparire; in alcuni casi sono necessarie diverse generazioni. 

Verificato in maniera chiara e oggettiva che tutta la polemica è nata da una lettura errata dell'articolo in tedesco, va posta all'attenzione dell'opinione pubblica e delle persone direttamente coinvolte una domanda, che tanto più è necessaria quanto riferita a fatti che hanno colpito il Giorno della Memoria, dimostrando ancora una volta, casomai ce ne fosse bisogno, che fare memoria è un'azione complessa e tutt'altro che indolore. La domanda è: arriveranno rettifiche o scuse da parte di chi ha frainteso l'articolo e alimentato a vario titolo una polemica che non aveva fondamento? C'è inoltre da chiedersi se non ci siano gli estremi per un intervento dell'Ordine qualora si decida di soffiare sul fuoco per alimentare una polemica che vive di interpretazioni e non di fatti, i quali sono la sostanza del giornalismo. 

Arianna Ciccone, Matteo Pascoletti, Angelo Romano (traduzione dell'articolo di Silke Jantra
@valigiablu - riproduzione consigliata

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309 Comments
  1. teppista del 53

    Di male in peggio. Dalla traduzione, fatta in maniera elementare senza badare alla "consecutio temporum" insite nei diversi idiomi, mette in evidenza una volta di più il carattere subdolo dello scritto. In due parole: dico peste e corna di qualcuno ma nel finale scrivo due righe per spiegare che stavo scherzando. Di male in peggio.

  2. linda

    mah, è sbagliato rispondere all'articolo tirando in ballo l'olocausto, ma è altrettanto sbagliato non considerarlo offesivo: ci sono altri modi per spiegare che le culture dei paesi europei sono diverse e che è stato azzardato costituire una moneta unica senza tenerne conto.

  3. francesco miglino

    MENTRE DALLA GRECIA CI GIUNGONO NOTIZIE DI BAMBINI CHE SVENGONO NELLE AULE SCOLASTICHE PER DENUTRIZIONE, LA STAMPA POPOLARE TEDESCA RISCOPRE IL CULTO DEL CAPO ED ESALTA ANGELA MARKEL DEFINENDOLA LA “SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA” PERCHE' ESERCITA IL POTERE DI NEGARE L'ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” A CUI SEGUE LO SPETTACOLO DI SOFFERENZA DEL POPOLO GRECO CHE STA' AFFONDANDO NELL' INDIGENZA NEL CUORE DELL' EUROPA . NELLE BIRRERIE TEDESCHE I CORI ONDEGGIANTI DECLAMANO I NUOVI CONVINCIMENTI DELLA “SUPERIORITA'” CHE LA “SIGNORA” IN CAMPAGNA ELETTORALE SOLLECITA E VEZZEGGIA CALDEGGIANDO AMMONIMENTI AI PAESI NON BACIATI DALLE ' “VIRTU” TEDESCHE: -“LAVORATE DURO COME ABBIAMO FATTO NOI”; -”L' EUROPA PUO' STARE IN PIEDI SOLO SE LA GERMANIA SARA' FORTE”; -”LA GERMANIA NON PUO' ESSERE ETERNAMENTE IL VOSTRO UFFICIALE PAGATORE”. FAR GIUNGERE ALLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SIMILI SLOGAN SENZA INFORMARE CHE DA QUESTA CRISI LA GERMANIA TRAE GRANDI VANTAGGI E CHE L' EUROPA UNITA COMPERA IL 50% DELLE MERCI PRODOTTE DALL' INDUSTRIA TEDESCA, SIGNIFICA ACCENDERE PERICOLOSE ALBE AUTOESALTATORIE E GIUSTIFICARE LE SCELTE PUNITIVE DI NON ALLARGARE IL FONDO “SALVA STATI” PER AIUTARE I PAESI IN DIFFICOLTA'. IERI L' IMBIANCHINO IN NOME DELLA SUPERIORITA' ARIANA HA MOTIVATO IL POPOLO TEDESCO AD INFLIGGERE ALL' EUROPA LUTTI E DISTRUZIONE, OGGI LA “SIGNORA” IN NOME DI UNA SUPERIORITA' PRODUTTIVA E CONTABILE SOFFIA SULLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SLOGAN SECONDO CUI I POPOLI EUROPEI IN DIFFICOLTA' TENTANO DI CAMPARE A SPESE DEL VIRTUOSO POPOLO TEDESCO E VANNO ABBANDONATI E PUNITI. L' INDIFFERENZA CON CUI SI ASSISTE ALL' AVVILIMENTO DEL POPOLO GRECO A CUI LE MULTINAZIONALI NEGANO CIBO E MEDICINE ADOMBRA ANCORA UNA VOLTA LA NOSTRA CIVILTA' . L' OPPOSIZIONE DELLA “SIGNORA” ALL' ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” CON NUOVE E SACROSANTE EMISSIONI E' PARTICOLARMENTE CRUDELE, PERCHE' NEL CONTEMPO LA GRAN BRETAGNA E GLI STATI UNITI HANNO EMESSO BEN 3500 MILIARDI DI DOLLARI AL SOLO FINE DI SALVARE LE LORO BANCHE. I PAESI CHE TENGONO A CUORE L' UNITA' EUROPEA ACCELERINO I PROCESSI PER L' UNITA' POLITICA ED ASSISTANO DA SUBITO ADEGUADAMENTE I PAESI DEBOLI SOTTRAENDOLI AI PIANI DELLA CRIMINALITA' FINANZIARIA CHE HA DICHIARATO DI VOLER DISTRUGGERE L' EUROPA INFORMANDOCI, CHE DOPO IL CROLLO DELLA GRECIA, CI SARA' IL CROLLO DEL PORTOGALLO E POI DELLA SPAGNA E DELL' ITALIA. francesco miglino segretario partito internettiano

  4. Paolo

    veramente un pezzo demenziale quello dello Spiegel, quel tizio dovrebbe essere cacciato dopo un'idiozia di articolo del genere

  5. pennabianca

    la "toppa" è peggio del buco. Capisco avercela col Giornale, ma il vostro commento......è anche peggiore.

  6. Alessandro

    Sarò sincero, non vedo dove sia l'equivoco. A me sembra che si dica esattamente quello che la traduzione de "La Repubblica" riportava, magari con un fraseggio leggermente diverso.

  7. alan ladd

    Allo Spiegel si dovrebbe ricordare che la Germania (come e forse peggio dell'Italia) è un paese a sovranità limitata, con 200 e passa basi usa e una lobby ebraica che fa il bello e e cattivo tempo e di cui la Merkel è un docile strumento!

  8. Francesco

    Scusate, ma qui si parla di Sallusti come di un giornalista normale, ma come si fa a non vedere che è un servo dei programmi politici di Berlusconi? Possibile che non si capisca che tutta la sua operazione tende a inasprire i rapporti tra Italiani e tedeschi e quindi indirettamente a ostacolare il rapporto Italia/Germania e Monti/Merkel per indebolire Monti stesso? A me sembra tutto molto semplice, mentre Bunga Bunga è costretto a sostenere il governo Monti per apparire affidabile a una parte del suo elettorato moderato in vista di prossime elezioni, sa che se il governo Monti dovesse durare fino al 2013, lui scomparirebbe dalla scena politica. Quindi, usa gli strumenti che possiede nella speranza di fare cadere Monti entro primavera. E gli strumenti vanno dalla sobillazione di manifestazioni di protesta delle categorie che lo votavano, all'indebolimento dei rapporti di stima che Monti sta ricostruendo con gli Stati Uniti e l'Europa e con la Germania in particolare.

  9. francesco miglino

    ANGELA MERKEL, LA SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA. MENTRE DALLA GRECIA CI GIUNGONO NOTIZIE DI BAMBINI CHE SVENGONO NELLE AULE SCOLASTICHE PER DENUTRIZIONE, LA STAMPA POPOLARE TEDESCA RISCOPRE IL CULTO DEL CAPO ED ESALTA ANGELA MARKEL DEFINENDOLA LA “SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA” PERCHE’ ESERCITA IL POTERE DI NEGARE L’ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” A CUI SEGUE LO SPETTACOLO DI SOFFERENZA DEL POPOLO GRECO CHE STA’ AFFONDANDO NELL’ INDIGENZA NEL CUORE DELL’ EUROPA . NELLE BIRRERIE TEDESCHE I CORI ONDEGGIANTI DECLAMANO I NUOVI CONVINCIMENTI DELLA “SUPERIORITA’” CHE LA “SIGNORA” IN CAMPAGNA ELETTORALE SOLLECITA E VEZZEGGIA CALDEGGIANDO AMMONIMENTI AI PAESI NON BACIATI DALLE ‘ “VIRTU” TEDESCHE: -“LAVORATE DURO COME ABBIAMO FATTO NOI”; -”L’ EUROPA PUO’ STARE IN PIEDI SOLO SE LA GERMANIA SARA’ FORTE”; -”LA GERMANIA NON PUO’ ESSERE ETERNAMENTE IL VOSTRO UFFICIALE PAGATORE”. FAR GIUNGERE ALLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SIMILI SLOGAN SENZA INFORMARE CHE DA QUESTA CRISI LA GERMANIA TRAE GRANDI VANTAGGI E CHE L’ EUROPA UNITA COMPERA IL 50% DELLE MERCI PRODOTTE DALL’ INDUSTRIA TEDESCA, SIGNIFICA ACCENDERE PERICOLOSE ALBE AUTOESALTATORIE E GIUSTIFICARE LE SCELTE PUNITIVE DI NON ALLARGARE IL FONDO “SALVA STATI” PER AIUTARE I PAESI IN DIFFICOLTA’. IERI L’ IMBIANCHINO IN NOME DELLA SUPERIORITA’ ARIANA HA MOTIVATO IL POPOLO TEDESCO AD INFLIGGERE ALL’ EUROPA LUTTI E DISTRUZIONE, OGGI LA “SIGNORA” IN NOME DI UNA SUPERIORITA’ PRODUTTIVA E CONTABILE SOFFIA SULLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SLOGAN SECONDO CUI I POPOLI EUROPEI IN DIFFICOLTA’ TENTANO DI CAMPARE A SPESE DEL VIRTUOSO POPOLO TEDESCO E VANNO ABBANDONATI E PUNITI. L’ INDIFFERENZA CON CUI SI ASSISTE ALL’ AVVILIMENTO DEL POPOLO GRECO A CUI LE MULTINAZIONALI NEGANO CIBO E MEDICINE ADOMBRA ANCORA UNA VOLTA LA NOSTRA CIVILTA’ . L’ OPPOSIZIONE DELLA “SIGNORA” ALL’ ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” CON NUOVE E SACROSANTE EMISSIONI E’ PARTICOLARMENTE CRUDELE, PERCHE’ NEL CONTEMPO LA GRAN BRETAGNA E GLI STATI UNITI HANNO EMESSO BEN 3500 MILIARDI DI DOLLARI AL SOLO FINE DI SALVARE LE LORO BANCHE. I PAESI CHE TENGONO A CUORE L’ UNITA’ EUROPEA ACCELERINO I PROCESSI PER L’ UNITA’ POLITICA ED ASSISTANO DA SUBITO ADEGUADAMENTE I PAESI DEBOLI SOTTRAENDOLI AI PIANI DELLA CRIMINALITA’ FINANZIARIA CHE HA DICHIARATO DI VOLER DISTRUGGERE L’ EUROPA INFORMANDOCI, CHE DOPO IL CROLLO DELLA GRECIA, CI SARA’ IL CROLLO DEL PORTOGALLO E POI DELLA SPAGNA E DELL’ ITALIA. francesco miglino segretario partito internettiano

  10. francesco miglino

    ANGELA MERKEL, LA SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA. MENTRE DALLA GRECIA CI GIUNGONO NOTIZIE DI BAMBINI CHE SVENGONO NELLE AULE SCOLASTICHE PER DENUTRIZIONE, LA STAMPA POPOLARE TEDESCA RISCOPRE IL CULTO DEL CAPO ED ESALTA ANGELA MARKEL DEFINENDOLA LA “SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA” PERCHE’ ESERCITA IL POTERE DI NEGARE L’ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” A CUI SEGUE LO SPETTACOLO DI SOFFERENZA DEL POPOLO GRECO CHE STA’ AFFONDANDO NELL’ INDIGENZA NEL CUORE DELL’ EUROPA . NELLE BIRRERIE TEDESCHE I CORI ONDEGGIANTI DECLAMANO I NUOVI CONVINCIMENTI DELLA “SUPERIORITA’” CHE LA “SIGNORA” IN CAMPAGNA ELETTORALE SOLLECITA E VEZZEGGIA CALDEGGIANDO AMMONIMENTI AI PAESI NON BACIATI DALLE ‘ “VIRTU” TEDESCHE: -“LAVORATE DURO COME ABBIAMO FATTO NOI”; -”L’ EUROPA PUO’ STARE IN PIEDI SOLO SE LA GERMANIA SARA’ FORTE”; -”LA GERMANIA NON PUO’ ESSERE ETERNAMENTE IL VOSTRO UFFICIALE PAGATORE”. FAR GIUNGERE ALLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SIMILI SLOGAN SENZA INFORMARE CHE DA QUESTA CRISI LA GERMANIA TRAE GRANDI VANTAGGI E CHE L’ EUROPA UNITA COMPERA IL 50% DELLE MERCI PRODOTTE DALL’ INDUSTRIA TEDESCA, SIGNIFICA ACCENDERE PERICOLOSE ALBE AUTOESALTATORIE E GIUSTIFICARE LE SCELTE PUNITIVE DI NON ALLARGARE IL FONDO “SALVA STATI” PER AIUTARE I PAESI IN DIFFICOLTA’. IERI L’ IMBIANCHINO IN NOME DELLA SUPERIORITA’ ARIANA HA MOTIVATO IL POPOLO TEDESCO AD INFLIGGERE ALL’ EUROPA LUTTI E DISTRUZIONE, OGGI LA “SIGNORA” IN NOME DI UNA SUPERIORITA’ PRODUTTIVA E CONTABILE SOFFIA SULLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SLOGAN SECONDO CUI I POPOLI EUROPEI IN DIFFICOLTA’ TENTANO DI CAMPARE A SPESE DEL VIRTUOSO POPOLO TEDESCO E VANNO ABBANDONATI E PUNITI. L’ INDIFFERENZA CON CUI SI ASSISTE ALL’ AVVILIMENTO DEL POPOLO GRECO A CUI LE MULTINAZIONALI NEGANO CIBO E MEDICINE ADOMBRA ANCORA UNA VOLTA LA NOSTRA CIVILTA’ . L’ OPPOSIZIONE DELLA “SIGNORA” ALL’ ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” CON NUOVE E SACROSANTE EMISSIONI E’ PARTICOLARMENTE CRUDELE, PERCHE’ NEL CONTEMPO LA GRAN BRETAGNA E GLI STATI UNITI HANNO EMESSO BEN 3500 MILIARDI DI DOLLARI AL SOLO FINE DI SALVARE LE LORO BANCHE. I PAESI CHE TENGONO A CUORE L’ UNITA’ EUROPEA ACCELERINO I PROCESSI PER L’ UNITA’ POLITICA ED ASSISTANO DA SUBITO ADEGUADAMENTE I PAESI DEBOLI SOTTRAENDOLI AI PIANI DELLA CRIMINALITA’ FINANZIARIA CHE HA DICHIARATO DI VOLER DISTRUGGERE L’ EUROPA INFORMANDOCI, CHE DOPO IL CROLLO DELLA GRECIA, CI SARA’ IL CROLLO DEL PORTOGALLO E POI DELLA SPAGNA E DELL’ ITALIA. francesco miglino segretario partito internettiano

  11. francesco miglino

    ANGELA MERKEL, LA SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA. MENTRE DALLA GRECIA CI GIUNGONO NOTIZIE DI BAMBINI CHE SVENGONO NELLE AULE SCOLASTICHE PER DENUTRIZIONE, LA STAMPA POPOLARE TEDESCA RISCOPRE IL CULTO DEL CAPO ED ESALTA ANGELA MARKEL DEFINENDOLA LA “SIGNORA CHE INCARNA LA POTENZA TEDESCA” PERCHE’ ESERCITA IL POTERE DI NEGARE L’ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” A CUI SEGUE LO SPETTACOLO DI SOFFERENZA DEL POPOLO GRECO CHE STA’ AFFONDANDO NELL’ INDIGENZA NEL CUORE DELL’ EUROPA . NELLE BIRRERIE TEDESCHE I CORI ONDEGGIANTI DECLAMANO I NUOVI CONVINCIMENTI DELLA “SUPERIORITA’” CHE LA “SIGNORA” IN CAMPAGNA ELETTORALE SOLLECITA E VEZZEGGIA CALDEGGIANDO AMMONIMENTI AI PAESI NON BACIATI DALLE ‘ “VIRTU” TEDESCHE: -“LAVORATE DURO COME ABBIAMO FATTO NOI”; -”L’ EUROPA PUO’ STARE IN PIEDI SOLO SE LA GERMANIA SARA’ FORTE”; -”LA GERMANIA NON PUO’ ESSERE ETERNAMENTE IL VOSTRO UFFICIALE PAGATORE”. FAR GIUNGERE ALLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SIMILI SLOGAN SENZA INFORMARE CHE DA QUESTA CRISI LA GERMANIA TRAE GRANDI VANTAGGI E CHE L’ EUROPA UNITA COMPERA IL 50% DELLE MERCI PRODOTTE DALL’ INDUSTRIA TEDESCA, SIGNIFICA ACCENDERE PERICOLOSE ALBE AUTOESALTATORIE E GIUSTIFICARE LE SCELTE PUNITIVE DI NON ALLARGARE IL FONDO “SALVA STATI” PER AIUTARE I PAESI IN DIFFICOLTA’. IERI L’ IMBIANCHINO IN NOME DELLA SUPERIORITA’ ARIANA HA MOTIVATO IL POPOLO TEDESCO AD INFLIGGERE ALL’ EUROPA LUTTI E DISTRUZIONE, OGGI LA “SIGNORA” IN NOME DI UNA SUPERIORITA’ PRODUTTIVA E CONTABILE SOFFIA SULLA PANCIA DEL POPOLO TEDESCO SLOGAN SECONDO CUI I POPOLI EUROPEI IN DIFFICOLTA’ TENTANO DI CAMPARE A SPESE DEL VIRTUOSO POPOLO TEDESCO E VANNO ABBANDONATI E PUNITI. L’ INDIFFERENZA CON CUI SI ASSISTE ALL’ AVVILIMENTO DEL POPOLO GRECO A CUI LE MULTINAZIONALI NEGANO CIBO E MEDICINE ADOMBRA ANCORA UNA VOLTA LA NOSTRA CIVILTA’ . L’ OPPOSIZIONE DELLA “SIGNORA” ALL’ ALLARGAMENTO DEL FONDO “SALVA STATI” CON NUOVE E SACROSANTE EMISSIONI E’ PARTICOLARMENTE CRUDELE, PERCHE’ NEL CONTEMPO LA GRAN BRETAGNA E GLI STATI UNITI HANNO EMESSO BEN 3500 MILIARDI DI DOLLARI AL SOLO FINE DI SALVARE LE LORO BANCHE. I PAESI CHE TENGONO A CUORE L’ UNITA’ EUROPEA ACCELERINO I PROCESSI PER L’ UNITA’ POLITICA ED ASSISTANO DA SUBITO ADEGUADAMENTE I PAESI DEBOLI SOTTRAENDOLI AI PIANI DELLA CRIMINALITA’ FINANZIARIA CHE HA DICHIARATO DI VOLER DISTRUGGERE L’ EUROPA INFORMANDOCI, CHE DOPO IL CROLLO DELLA GRECIA, CI SARA’ IL CROLLO DEL PORTOGALLO E POI DELLA SPAGNA E DELL’ ITALIA. francesco miglino segretario partito internettiano

  12. francesco miglino

    E’ NOSTRO DOVERE CONOSCERE I NOMI DEI DEVASTATORI DEL NOSTRO PAESE. PER CAPIRE IL DANNI PROCURATI ALL’ ITALIA DALLA INTRODUZIONE NELLA COSTITUZIONE DELLA PARITA’ DI BILANCIO. UN DOCUMENTO DIRETTO AD OBAMA SU CUI ERA FONDAMENTALE DIBATTERE PER DIFENDERE IL NOSTRO AVVENIRE E’ STATO VOLUTAMENTE IGNORATO DAI GIORNALISTI AFFILIATI ALLE TESTATE A PARTECIPAZIONE BANCARIA. I PREMI NOBEL PER L’ ECONOMIA SCRIVONO AL PRESIDENTE OBAMA SCONGIURANDOLO DI NON INSERIRE NELLA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI IL VINCOLO IN MATERIA DI PAREGGIO DEL BILANCIO. NEL NOSTRO PAESE IN FORTE FASE RECESSIVA, INVECE DI SOTTOPORRE AD UN REFERENDUM POPOLARE LA MODIFICA DELL’ ARTICOLO 81 DELLA COSTITUZIONE, SENATORI E DEPUTATI ITALIANI IN CARICA, ESCLUSI ALCUNI ASTENUTI, INVECE DI DIFENDERCI CHIEDENDO INVESTIMENTI PER RILANCIARE L’ ECONOMIA, INSERISCONO IL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA COSTITUZIONE IN OSSEQUIO ALLE DIRETTIVE DELLA GRANDE FINANZA CHE SPECULA SUI NOSTRI CONTI E RENDE’ AMARA ED INSOPPORTABILE LA VITA DI TUTTI NOI. LETTERA INVIATA DAI PREMI NOBEL AL PRESIDENTE U.S.A. Cari presidente Obama, presidente Boehner, capogruppo della minoranza Pelosi, capogruppo della maggioranza Reid, capogruppo della minoranza al Senato McConnell, noi sottoscritti economisti sollecitiamo che venga respinta qualunque proposta volta ad emendare la Costituzione degli Stati Uniti inserendo un vincolo in materia di pareggio del bilancio. Vero è che il Paese è alle prese con gravi problemi sul fronte dei conti pubblici, problemi che vanno affrontati con misure che comincino a dispiegare i loro effetti una volta che l’economia sia forte abbastanza da poterle assorbire, ma inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, cosa che avverrebbe nel caso fosse approvato un emendamento sul pareggio del bilancio, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose. 1. Un emendamento sul pareggio di bilancio avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà economica diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. Chiudere ogni anno il bilancio in pareggio aggraverebbe le eventuali recessioni. 2. A differenza delle costituzioni di molti stati che consentono di ricorrere al credito per finanziare la spesa in conto capitale, il bilancio federale non prevede alcuna differenza tra investimenti e spesa corrente. Le aziende private e le famiglie ricorrono continuamente al credito per finanziare le loro spese. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio impedirebbe al governo federale di ricorrere al credito per finanziare il costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione. 3. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio incoraggerebbe il Congresso ad approvare provvedimenti privi di copertura finanziaria delegando gli stati, gli enti locali e le aziende private trovare le risorse finanziarie al posto del governo federale. Inoltre favorirebbe dubbie manovre finanziarie (quali la vendita di terreni demaniali e di altri beni pubblici contabilizzando i ricavi come introiti destinati alla riduzione del deficit) e altri espedienti contabili. Le controversie derivanti dall’interpretazione del concetto di pareggio di bilancio finirebbero probabilmente dinanzi ai tribunali con il risultato di affidare alla magistratura il compito di decidere la politica economica. E altrettanto si verificherebbe in caso di controversie riguardanti il modo in cui rimettere in equilibrio un bilancio dissestato nei casi in cui il Congresso non disponesse dei voti necessari per approvare tagli dolorosi. 4. Quasi sempre le proposte di introduzione per via costituzionale del vincolo di pareggio di bilancio prevedono delle scappatoie, ma in tempo di pace sono necessarie in entrambi i rami del Congresso maggioranze molto ampie per approvare un bilancio non in ordine o per innalzare il tetto del debito. Sono disposizioni che tendono a paralizzare l’attività dell’esecutivo. 5. Un tetto di spesa, previsto da alcune delle proposte di emendamento, limiterebbe ulteriormente la capacità del Congresso di contrastare eventuali recessioni vuoi con gli ammortizzatori già previsti vuoi con apposite modifiche della politica in materia di bilancio. Anche nei periodi di espansione dell’economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica perché gli incrementi degli investimenti ad elevata remunerazione – anche quelli interamente finanziati dall’aumento del gettito – sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza. 6. Per pareggiare il bilancio non è necessario un emendamento costituzionale. Il bilancio non solo si chiuse in pareggio, ma fece registrare un avanzo e una riduzione del debito per quattro anni consecutivi dopo l’approvazione da parte del Congresso negli anni ’90 di alcuni provvedimenti che riducevano la crescita della spesa pubblica e incrementavano le entrate. Lo si fece con l’attuale Costituzione e senza modificarla e lo si può fare ancora. Nessun altro Paese importante ostacola la propria economia con il vincolo di pareggio di bilancio. Non c’è alcuna necessità di mettere al Paese una camicia di forza economica. Lasciamo che presidente e Congresso adottino le politiche monetarie, economiche e di bilancio idonee a far fronte ai bisogni e alle priorità, così come saggiamente previsto dai nostri padri costituenti. 7. Nell’attuale fase dell’economia è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa già di per sé debole. KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972 PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010 WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990 CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della Great Society Agenda ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007 ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1987 LAA TYSON, ex direttrice del National Economic Counc

  13. francesco miglino

    E’ NOSTRO DOVERE CONOSCERE I NOMI DEI DEVASTATORI DEL NOSTRO PAESE. PER CAPIRE IL DANNI PROCURATI ALL’ ITALIA DALLA INTRODUZIONE NELLA COSTITUZIONE DELLA PARITA’ DI BILANCIO. UN DOCUMENTO DIRETTO AD OBAMA SU CUI ERA FONDAMENTALE DIBATTERE PER DIFENDERE IL NOSTRO AVVENIRE E’ STATO VOLUTAMENTE IGNORATO DAI GIORNALISTI AFFILIATI ALLE TESTATE A PARTECIPAZIONE BANCARIA. I PREMI NOBEL PER L’ ECONOMIA SCRIVONO AL PRESIDENTE OBAMA SCONGIURANDOLO DI NON INSERIRE NELLA COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI IL VINCOLO IN MATERIA DI PAREGGIO DEL BILANCIO. NEL NOSTRO PAESE IN FORTE FASE RECESSIVA, INVECE DI SOTTOPORRE AD UN REFERENDUM POPOLARE LA MODIFICA DELL’ ARTICOLO 81 DELLA COSTITUZIONE, SENATORI E DEPUTATI ITALIANI IN CARICA, ESCLUSI ALCUNI ASTENUTI, INVECE DI DIFENDERCI CHIEDENDO INVESTIMENTI PER RILANCIARE L’ ECONOMIA, INSERISCONO IL PAREGGIO DI BILANCIO NELLA COSTITUZIONE IN OSSEQUIO ALLE DIRETTIVE DELLA GRANDE FINANZA CHE SPECULA SUI NOSTRI CONTI E RENDE’ AMARA ED INSOPPORTABILE LA VITA DI TUTTI NOI. LETTERA INVIATA DAI PREMI NOBEL AL PRESIDENTE U.S.A. Cari presidente Obama, presidente Boehner, capogruppo della minoranza Pelosi, capogruppo della maggioranza Reid, capogruppo della minoranza al Senato McConnell, noi sottoscritti economisti sollecitiamo che venga respinta qualunque proposta volta ad emendare la Costituzione degli Stati Uniti inserendo un vincolo in materia di pareggio del bilancio. Vero è che il Paese è alle prese con gravi problemi sul fronte dei conti pubblici, problemi che vanno affrontati con misure che comincino a dispiegare i loro effetti una volta che l’economia sia forte abbastanza da poterle assorbire, ma inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, cosa che avverrebbe nel caso fosse approvato un emendamento sul pareggio del bilancio, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose. 1. Un emendamento sul pareggio di bilancio avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà economica diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. Chiudere ogni anno il bilancio in pareggio aggraverebbe le eventuali recessioni. 2. A differenza delle costituzioni di molti stati che consentono di ricorrere al credito per finanziare la spesa in conto capitale, il bilancio federale non prevede alcuna differenza tra investimenti e spesa corrente. Le aziende private e le famiglie ricorrono continuamente al credito per finanziare le loro spese. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio impedirebbe al governo federale di ricorrere al credito per finanziare il costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione. 3. Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio incoraggerebbe il Congresso ad approvare provvedimenti privi di copertura finanziaria delegando gli stati, gli enti locali e le aziende private trovare le risorse finanziarie al posto del governo federale. Inoltre favorirebbe dubbie manovre finanziarie (quali la vendita di terreni demaniali e di altri beni pubblici contabilizzando i ricavi come introiti destinati alla riduzione del deficit) e altri espedienti contabili. Le controversie derivanti dall’interpretazione del concetto di pareggio di bilancio finirebbero probabilmente dinanzi ai tribunali con il risultato di affidare alla magistratura il compito di decidere la politica economica. E altrettanto si verificherebbe in caso di controversie riguardanti il modo in cui rimettere in equilibrio un bilancio dissestato nei casi in cui il Congresso non disponesse dei voti necessari per approvare tagli dolorosi. 4. Quasi sempre le proposte di introduzione per via costituzionale del vincolo di pareggio di bilancio prevedono delle scappatoie, ma in tempo di pace sono necessarie in entrambi i rami del Congresso maggioranze molto ampie per approvare un bilancio non in ordine o per innalzare il tetto del debito. Sono disposizioni che tendono a paralizzare l’attività dell’esecutivo. 5. Un tetto di spesa, previsto da alcune delle proposte di emendamento, limiterebbe ulteriormente la capacità del Congresso di contrastare eventuali recessioni vuoi con gli ammortizzatori già previsti vuoi con apposite modifiche della politica in materia di bilancio. Anche nei periodi di espansione dell’economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica perché gli incrementi degli investimenti ad elevata remunerazione – anche quelli interamente finanziati dall’aumento del gettito – sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza. 6. Per pareggiare il bilancio non è necessario un emendamento costituzionale. Il bilancio non solo si chiuse in pareggio, ma fece registrare un avanzo e una riduzione del debito per quattro anni consecutivi dopo l’approvazione da parte del Congresso negli anni ’90 di alcuni provvedimenti che riducevano la crescita della spesa pubblica e incrementavano le entrate. Lo si fece con l’attuale Costituzione e senza modificarla e lo si può fare ancora. Nessun altro Paese importante ostacola la propria economia con il vincolo di pareggio di bilancio. Non c’è alcuna necessità di mettere al Paese una camicia di forza economica. Lasciamo che presidente e Congresso adottino le politiche monetarie, economiche e di bilancio idonee a far fronte ai bisogni e alle priorità, così come saggiamente previsto dai nostri padri costituenti. 7. Nell’attuale fase dell’economia è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa già di per sé debole. KENNETH ARROW, premio Nobel per l’economia 1972 PETER DIAMOND, premio Nobel per l’economia 2010 WILLIAM SHARPE, premio Nobel per l’economia 1990 CHARLES SCHULTZE, consigliere economico di J.F. Kennedy e Lindon Johnson, animatore della Great Society Agenda ALAN BLINDER, direttore del Centro per le ricerche economiche della Princeton University ERIC MASKIN, premio Nobel per l’economia 2007 ROBERT SOLOW, premio Nobel per l’economia 1987 LAA TYSON, ex direttrice del National Economic Counc

  14. francesco miglino

    IL PROF. MARIO MONTI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, DEVE TRANQUILLIZZARCI DIFENDENDOSI DALL’ ACCUSA DI ESSERE UN “UN BUGIARDO ED UN CRIMINALE CHE LAVORA PER PORTARE ALLA ROVINA L’ ITALIA” LANCIATAGLI PUBBLICAMENTE DAL GIORNALISTA PAOLO BARNARD. Egregio prof. Mario Monti, Lei è stato pubblicamente definito un “bugiardo ed un criminale” nel programma “ L’ ultima parola” del 25/05/2012 trasmesso sulla rete di stato Rai 2 dal noto giornalista Paolo Barnard che ha poi affermato: “ (…) quello che le industrie italiane stanno vedendo oggi e’ un progetto di distruzione e di deflazione economica del sud-Europa.” E rivolgendosi a Lei ha detto: “(…) questo disgraziato ci sta rovinando con delle politiche studiate a tavolino per deflazionare l’ economia e mandare migliaia di famiglie e di aziende in rovina per un cartello di speculatori finanziari e di industrie speculative franco-tedesche a cui lui risponde.” Egregio prof. Mario Monti, in qualità di Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana ha il dovere istituzionale di tranquillizzarci difendendo la Sua onorabilità, dimostrando agli Italiani, nei Tribunali della Repubblica, che le accuse gravissime che Le sono state rivolte sono infondate. Le abbiamo ripetutamente espresso stima, certi che il Suo solenne giuramento di fedeltà alla Costituzione La vincolasse a lavorare per il bene dell’ Italia, difendendoci, grazie alle conoscenze da Lei acquisite nei circuiti della Bildenberg, della Trilaterale e della Goldman Sachc, da eventuali progetti della grande finanza dannosi per il nostro Paese, ed affinchè elaborasse e proponesse all’ Europa ed alle banche regole e metodi che favorissero la ripresa e lo sviluppo di cui il Suo Paese ha vitale ed urgente bisogno per rilanciare le industrie dalle variegate e geniali produzioni reali. Purtroppo annotiamo il costante prevalere di quella Germania che, in un recente passato, ha devastato l’Europa cavalcando il mito dell’ “arianità” e che oggi impone, con la cura delle “virtù contabili tedesche”, un’ austerità che ha dimostrato nei fatti di essere rovinosa, poiché non ha salvato ma scientificamente distrutto l’ economia greca, causato gravi sofferenze al popolo greco e crudeli patimenti agli innocenti bambini greci che, nel cuore della civile Europa, soffrono la fame e la denutrizione come documentato e denunciato dall ‘ Unicef. Contiamo sulla Sua consapevolezza e sulla Sua denuncia della perversità di questi itinerari imposti alla Grecia, non compatibili con la cultura europea ed il sentire dei popoli europei, ma frutto di prassi economico-bancarie palesemente ed innegabilmente distruttive, che debbono essere da subito condannate e avversate per impedirne l’ applicazione anche in Italia. Purtroppo i risultati concreti delle cure europee finora applicate sono i suicidi avvenuti in Italia che si sommano con quelli avvenuti in Grecia, la incertezza delle famiglie, la disperazione degli imprenditori che nelle banche non trovano accoglienza per finanziare i piani produttivi. Per questo sollecitiamo le immediate soluzioni fattibili a costo zero da prendersi per il bene comune, come previsto dalla Costituzione a cui Lei è vincolato da un giuramento di fedeltà. Proponga con urgenza la legge a costo zero per imporre alle banche di scegliere se essere ordinarie o speculative, classificazione socialmente utile ed indispensabile, peraltro in fase di elaborazione anche in America. La Cassa Depositi e Prestiti dispone di una liquidità inutilizzata di circa 180 miliardi di € con cui è possibile erogare da subito i 100 miliardi di lavori eseguiti per conto dello stato da migliaia di imprenditori che rischiano il fallimento. Il pagamento dei debiti, oltre a dare impulso ai consumi ed alla ripresa, non incide sul debito pubblico ed evita la perdita di migliaia di imprese che non riapriranno più se falliscono, nonché il suicidio di decine di imprenditori. La soluzione Passera non risolve le drammatiche situazioni dell’ immediato ed allunga l’ agonia di molte aziende. Siamo certi che difenderà il Suo onore, provando che lavora per il bene dell’ Italia e che il giornalista Paolo Barnard, benché organizzatore di un convegno a Rimini che ha visto la presenza di importanti premi Nobel per l’ economia, si sbaglia e danneggia la Sua immagine causando angoscianti apprensioni e diffondendo il sospetto che Lei lavora per portare alla rovina l ‘Italia e l’ Europa al servizio della speculazione finanziaria. Restiamo in attesa di seguire il processo e la fase dibattimentale della Sua difesa e distintamente La salutiamo. Francesco Miglino segretario del partito internettiano.

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