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Equitalia, le bombe e un dibattito serio (che non c’è)

4 Gennaio 2012 3 min lettura

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Equitalia, le bombe e un dibattito serio (che non c’è)

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Andrea Zitelli

@valigiablu - riproduzione consigliata
Noi siamo le parole che utilizziamo. Non solo. Oltre cosa si dice, bisogna stare molto attenti a come le cose vengono dette, in particolare se le nostre parole creano dibattito pubblico. Altrimenti non affrontiamo il problema sociale sollevato, ma creiamo una dialettica a vuoto intorno al modo con cui esso è stato evidenziato.

È proprio quello che sta accadendo, in questi giorni, per un post di Beppe Grillo, pubblicato il primo gennaio nel suo noto blog e riguardante Equitalia – società dello Stato incaricata della riscossione nazionale dei tributi e dei contributi - e gli attentati e le minacce che si sono susseguiti contro di essa: dal sequestro di uno dei suoi esattori, passando per i proiettili fatti recapitare in alcune sue sedi, fino al pacco bomba che ha ferito alle mani il direttore generale.

Il fondatore del Movimento 5 Stelle, riguardo tali attacchi - in alcuni casi, veri e propri atti terroristici - ha scritto: “se Equitalia è diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze”. Logica che, però, crea un collegamento ambiguo tra le ragioni di essere un bersaglio di violenza e la conseguente soluzione del problema. In questo modo la violenza, anche se condannata, acquista, con le sue motivazioni da comprendere, un ruolo legittimato all'interno del dibattito pubblico. Vortice dialettico alquanto pericoloso, quello innescato da Grillo, perché la comprensione di tali violenze, inserito nella rabbiosa tensione palpabile nel Paese contro Equitalia, può sfociare in pura, liberatoria e irrazionale condivisione: “così imparano”, “hanno fatto bene”, ecc.

Inoltre, Grillo uniforma i vari gradi di violenze che Equitalia ha subito, non soppesando alcuna differenza tra una contestazione anche forte di privati cittadini contro i modi e i tempi delle riscossioni operate, ad esempio, e i veri e propri attacchi terroristici come il pacco bomba dello scorso mese rivendicati da presunti organizzazioni anarchiche. Livellamento sullo stesso piano tra differenti azioni che mi fa porre la seguente domanda: e se ci fosse scappato il morto? Grillo avrebbe scritto lo stesso quella frase?


Insomma, vi è punto di partenza totalmente sbagliato. Difatti, io non voglio capire le ragioni di questi atti, non ho alcuno interesse ad aprire un dibattito su di essi, sulle parole di Grillo o peggio ancora su di lui. Ciò che m'interessa è partire da Equitalia, capire come funziona, i suoi metodi, i suoi meccanismi, il perché di tutto questo disagio sociale nei suoi confronti, operando però una scissione netta e non ambigua tra il piano degli atti violenti e quello del funzionamento di tale società dello Stato. Anche la conclusione del post di Beppe Grillo non permette di affrontare la questione con onestà intellettuale, in quanto dopo aver specificato che “un avviso di pagamento di Equitalia è diventato il terrore di ogni italiano” - mutando un atto legale, come una richiesta di pagamento, in un'azione violenta a prescindere, perché produttrice di terrore - sostiene che se non si riesce a cambiarne il meccanismo, si deve abolirla, poiché tanto “nessuno ne sentirà mancanza”.


Semplificazione che non risolve nulla, non analizza i vari aspetti presenti all'interno del tema Equitalia. Ci sono aspetti positivi, come i numerosi successi ottenuti nella lotta all'evasione: i 9 miliardi recuperati nel 2010, ottimo risultato ripetuto nel 2011, e soldi che lo Stato può utilizzare per migliorare i propri servizi per i cittadini. E ci sono aspetti negativi, come le rate esagerate dei debiti da pagare con l'erario che rischiano di danneggiare numerose imprese “che si vogliono mettere in carreggiata”, o come i metodi poco consoni e rispettosi dello statuto del contribuente utilizzati da alcuni agenti della riscossione; o come le ipoteche non comunicate sulle case o le ganasce facili sulle proprie auto per un somma da pagare del tutto irrisoria di fronte alla durissima misura coercitiva esercitata dallo Stato.

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Metodi e circostanze che andrebbero analizzate in un dibattito serio e nel merito, al di fuori di ambiguità e facili demagogie politiche come quelle di evitare di affrontare i problemi nella loro complessità, negandoli o cercando facili soluzioni con rapide prese di posizione, per ottenere solo ed esclusivamente consenso politico ed elettorale. Mai dimenticarsi, difatti, che Grillo, con il Movimento 5 Stelle, è parte in gioco nel panorama politico italiano e che quindi ogni tema sociale è buono per fare campagna elettorale anche sulla pelle di tutti noi e del clima sociale e culturale in cui viviamo, come i tanto vilipesi partiti ci hanno abituato in questi anni.

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22 Comments
  1. Paolo Pustorino

    Credo ci sia un errore di fondo nell'analisi delle parole di Grillo. Parto subito dicendo che a me Grillo non piace. Mi faceva ridere, ma da quando il riso è diventato un digrignar di denti, onestamente lo vedo come uno dei tanti saltimbanchi che non aiutano certo la gente a rimanere obiettiva e salda in mezzo alla tempesta. Cionondimeno questa volta sono d'accordo con la sua argomentazione. E sono anche d'accordo sulla forza con cui ha espresso qualcosa di fondamentale: non si parla di sola violenza qui. E' riduttivo. Qui stiamo parlando di terrorismo. Il terrorismo e la violenza hanno attinenze ma non coincidono. L'intimidazione è pur sempre terrorismo anche se non comporta violenza "fisica", purchè sia perpetrata come atto mediatico. Una telefonata anonima, una minaccia, una dimostrazione di forza ai danni di un soggetto, diventano terrorismo anche se nessuno si fa male, nel momento in cui arriva ai mass-media. Il terrorismo lavora come una voce che vuole ergersi al di sopra del rumore per azzittirlo e affermare la propria ragione. E' l'insegnante che sbatte la mano sul tavolo e urla di tacere a un branco di adolescenti scalmanati. E se la si sente anche dalle altre aule, la sua fama si ammanta di terrore (non lo ricorda nessuno ai tempi deli liceo?). In questi termini, Grillo ha fatto bene a mettere un accento importante: la violenza qui (almeno per come la vedo io) non è un fine, ma un mezzo. Un mezzo per far parlare di se, per mostrare a TUTTI che la rabbia della gente ha preso corpo, forma e sostanza e che ha iniziato ad agire di sua iniziativa. E quindi, pur condannandola, bisogna capire davvero questa violenza, smontarla davanti a tutti e non condannarla. Quando un bambino rompe un giocattolo per stizza si può sgridarlo e punirlo fino a reprimere lo sfogo per sempre, senza fare ulteriori questioni. Ma si può anche, pur condannando il gesto, cercare di capire con lui quale disagio ha provocato la reazione e quali altre soluzioni ci sono per il problema. Quello che Grillo denuncia (o almeno che io personalmente colgo di corretto in ragionamento e toni) è che questa è già una guerra mediatica e che se non si valutano i disagi PERCEPITI dalla gente, non si potrà venirne a capo con una condanna a tutto campo! La gente è arrabbiata. Le stanno facendo credere che la colpa è di Equitalia. Possiamo convincerla che non è così o anche create enforcing repressivo, ma se non ci si da da fare per capire QUALE PRESSIONE e con quali meccanismi genera questo disagio, non si risolverà alcun problema. Si nasconderà solo la polvere sotto al tappeto della morale. Che come ban sappiamo, nel bel paese è solo un piccolo scendiletto. Grazie per la riflessione e buon anno.

  2. Paolo Pustorino

    Mi scuso per un refuso: ho scritto che "pur condannandola la violenza va smontata e non condannata". Intendevo dire che va "disassemblata e non archiviata". grazie.

  3. mario

    Siamo proprio sicuri che i benefici della riscossione da parte di Equitalia nel 2010 siano serviti per migliorare i servizi dei cittadini o piuttosto destinati alle spese tanto care ai nostri governanti, con buona pace degli apparati ministeriali. Il problema è che le Amministrazioni Pubbliche hanno avidità di denaro, soprattutto per lo sperpero che si attua, usando ogni mezzo a loro disposizione, anche illecito, ricordiamoci dello scandalo dei semafori truccati. C'è da ridisegnare e rivedere tanto nel nostro ambiguo Paese.

  4. Andrea Zitelli

    @mario "Siamo proprio sicuri che i benefici della riscossione da parte di Equitalia nel 2010 siano serviti per migliorare i servizi dei cittadini o piuttosto destinati alle spese tanto care ai nostri governanti, con buona pace degli apparati ministeriali." Non riesco a capire a quali spese si riferisce. Sta forse dicendo che i miliardi recuperati in questi anni da Equitalia (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=190AIH) vadano ai "nostri governanti"? Parla per illazioni o ha dei dati a cui fa riferimento? "C'è da ridisegnare e rivedere tanto nel nostro ambiguo Paese." E' vero. Proprio per questo ripartiamo dai dati di fatto. Su quelli ragioniamo. Lasciamo stare inutili demagogie. Grazie per il suo commento.

  5. Paolo Pustorino

    @mario: mi dolgo di constatare che come spesso succede le risposte a queste discussioni poco o nulla hanno a che vedere con l'argomento. Si approfitta invece della discussione per parlare (male) degli attori coinvolti. In questo caso Equitalia, il cui direttore ha il compito di (legga "prende lo stipendio per") riscuotere le pendenze. Quello che poi si fa coi soldi raccolti è un discorso serissimo e su cui si può aprire un capitolo ma che non può servire a colpevolizzare l'operato di un ente che in definitiva è li per far pagare le tasse a tutti quelli che non le pagano. Comunque il suo commento mi sembra obliterare quello che dicevo prima: c'è un sentimento radicale e diffuso, un malcontento che trova facile sfogo su quella che è percepita come la causa dei mali (in questo caso Equitalia) ma che in realtà ne è solo una manifestazione. E' come quando buchi una gomma e dai un calcio alla ruota. La quale ovviamente non c'entra. Ma prendersela col chiodo o peggio con chi l'ha perso è impossibile, quindi meglio di niente. Sbaglio di molto? Non ho molte speranze per quest'Italia, ad essere sincero. Non mi sembra che la nostra lunghissima storia abbia creato una cultura in grado di obiettività. E' il nostro bello e la nostra condanna, purtroppo. In ogni caso non son cose che si cambiano in una o due generazioni.

  6. elbarto

    Zitelli le negativita di DIsequitalia superano di gran lunga gli aspetti positivi.Tanto per iniziare: 1-Perche' fondare una societa' privata per la riscossione? 2- COme mai tutte le associazioni dei consumatori hanno sistematicamente lamentele sull'operato di tale organizzazione? 3- Sa cosa e' un mobbing economico? 4- Perche' i cosidetti grandi evasori non vengono minimamente tangiti da Disequitalia che, di fatto, persegue i plancton ma non gli squali? 5- QUali sono i diritti che Disequitalia si arroga rispetto alla cifra da riscuotere? 6- Sulla scorta della 5, che diritto si prende DIsequitalia e sulla base di quale cavillo giuridico parte un sequestor dei beni di 30mila euro se la somma e' di 1000? 7- Tale comportamento puo' essere definito mafioso? Secondo me lo e' assolutamente. 8- QUando DIsequitalia comincera' invece a pagare di tasca propria rispetto alle incongruenze,agli errori premeditati e soprattutto ai reati che commette quali abuso di potere, ricatto, estorsione? 9- PErche' piuttosto,sulla scorta della 1, lo Stato non elimina Disequitalia e comincia a pensare ad una riforma strutturale delle policy tributaristiche invece che delegare ad una organizazione para-statale col vizio della prepotenza? 10-sono uno studente di management delle politiche pubbliche e dei servizi sociali all'universita' di Chieti, conosco la disciplina e conosco anche i motivi dietrologici ceh portano alla formazione di tali 'IMPRESE DI POLITICHE COSTITUENTI (Definizione di Theodon Lowi,mica Beppe Grillo!!!), e se pongo provocatoriamente certi tipi di domande e' perche' vorrei far riflettere sul modo in cui lo stato,da garante del cittadino si sta trasformando in seviziante.

  7. Andrea Zitelli

    @Elbarto, la ringrazio per il suo commento e le consiglio la lettura di questo articolo. http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/getPDFarticolo.asp?currentArticle=190AIH

  8. elbarto

    Mi spiace,la facevo piu' popperiano. Nel senso che uno come Popper si sarebbe rallegrato di veder la sua teoria confutata. MI spiace, la vedo attaccato al mero aspetto del recupero del credito come se questo fosse l'unico parametro con il quale valutare l'operato di tale organizzazione. Segno che la sua impostazione e' debole perché' utilizza schemi esclusivamente utilitaristici andando a prendere come esempio un beneficio (ma davvero cosi' reale?) in termini di maggior dragaggio fiscale e basta. Sbagliato. Non e' solo l'economia l'unica variabile (anche lei novello Adam Smith? La mano invisibile non ha già' fatto ancora abbastanza danni da non accorgersi che e' ora di finirla di mettere il denaro al centro delle attenzioni?),esistono l'etica, la psicologia e il diritto, oltre che la sociologia. Innanzitutto uno Stato non può' comportarsi con i sui cittadini presupponendo che essi,in quanto debitori di una somma giustamente da recuperare, possano essere trattati da pezzenti. Lo Stato, in quanto esempio di modello valoriale non può' comportarsi in modo incoerente come se fosse uno zingaro che chiede il pizzo. Ecco perché',fra gli altri motivi, la pena di morte viene rifiutata: perché' sarebbe un SEGNALE di dozzinalità' latente nel rispondere all'esigenza di giustizia. La richiesta non può' essere accompagnata da un atteggiamento barbaro,ne da un fare accondiscendente. Di sicuro imparziale e ligio. Insomma, IN MEDIO STAT VIRTUS o continuiamo a giocare ai soldatini? La psicologia invece cosa ci azzecca? Aspetti e vedrà': quando mia madre era artigiana aveva un debito nei confronti dell'INPS di 23mila euri, col tempo tutti saldati. Ma quando mio padre (all'epoca recente vittima di sinistro stradale con tanto di decesso dell'amico alla guida) ricevette la lettera di fermo di auto,pignoramento di casa e sequestro del 70% dei beni mobili si senti' male e lo dovemmo portare in ospedale. Facemmo causa tramite associazione consumatori e per quello scherzetto l'allora società' di riscossione coatta fu condannata circa due anni fa a darci 5 mila euri tondi tondi perche' mio padre ha subito uno shock ulteriori che ha aggravato DEFINITIVAMENTE gia' il suo precario stato emotivo. Il diritto: il comportamento di cui sopra non passa inosservato e tutte le cartelle pazze, le cause civili, pagamenti non dovuti e da risarcire non sono forse un costo per lo Stato? Lei gioisce del raddoppio delle entrate ma aspetti a rallegrarsi: aggiunga nel calderone anche tutto il macello del dover muovere carte bollate,spese giudiziarie,class actions e affini e poi vediamo se le rida' il conto. E la sociologia? AH gia', le conseguenze delle azioni di strutture come Equitalia e i costi economici non calcolati dove li mettiamo? Sotto l'asfalto? Le conseguenze all'interno delle famiglie, gli ansiolitici che la gente inizia a prendere mentre prima era serena, la disparita' classista di trattamento rispetto gli industriali che aprono finanziarie all'estero e che vanno a nascondere i soldi in Svizzera o isole Cayman? Equitalia vuole combattere il cattivone davvero in mio nome? Beh,allora cominci dai Grandi Evasori e magari buttando un occhio alla mafia e alla camorra e non facendosi esaltare dal giornale di Confindustria, la cui presidentessa Marcegaglia possiede una holding in Irlanda per pagare meno tasse e che ha usufruito di un condono fiscale nel 2002. Mia madre nello stesso anno fini' di versare tutte e 23mila euri......Le segnalo la nascita esponenziale di associazioni vittime degli istituti di credito e di Equitalia.

  9. Andrea Zitelli

    @Elbarto. Teoria confutata? Mi scusi, ma quale teoria. Io mi sono limitato a riportare dei fatti (positivi e negativi) che riguardano Equitalia. La teoria è la sua: "Disequitalia". Inoltre, in quell'articolo da me linkato può leggere come in alcune sue domande vi siano delle forzature, delle storture, ecc. Detto questo, la ringrazio per la lezioni di diritto, di sociologia e ah! di psicologia :)

  10. elbarto

    Non mi ringrazi, ho ancora tanto da imparare e studiare anche nella disciplina a me piu' consona. Le mie forzature le ho palesate dicendo che ho fatto le domande in maniera provocatoria. Quindi era una modalita' voluta. SUl Movimento a 5 Stelle so anche i purtroppo quanto ora possa strumentalizzare la questione. Ma, senza saperlo, Grillo ha detto una cosa che noi sociologi abbiamo appreso studiando Max Weber,e cioe' che l'attore sociale va' studiato nella sua razionalita' e nei perche' delle sue azioni.

  11. matteo pascoletti

    "Lo Stato, in quanto esempio di modello valoriale non può' comportarsi in modo incoerente come se fosse uno zingaro che chiede il pizzo". Ah, giusto, perché il pizzo notoriamente lo chiedono gli zingari. E gli usurai ebrei? Tutta questa sociologia da manuale del primo anno di università vedo che non è servita a instillare un minimo di civiltà in te, tanto più che non hai nemmeno il minimo sindacale di coraggio nell'usare un nome vero, e non un nick.

  12. matteo pascoletti

    Sei cordialmente pregato di risparmiarci questo razzismo travestito da superiorità intellettuale e finta dialettica in salsa pop, elbarto.

  13. elbarto

    Matteo ti senti inferiore intellettualmente? Sei stato traviato dal mio termine zingaro. Saro' più' preciso. Nella mia regione,l'Abruzzo,gli zingari sono stanziali e hanno fra le innumerevoli "attività'" l'usura. I gagge',cioè' i non SInti e i non ROm li definiscono volgarmente pigri. Io abito in un quartiere popolare ad alta' densità' Romani', so comunicare seppur limitatamente nella loro lingua e conosco di persona quasi tutti i miei coetanei. Pensa un po' te, con alcuni di loro ci ho fatto le scuole medie assieme. Ho utilizzato realmente in modo improprio tale termine ma in effetti e' l'unico modo volgare comune che avevo per farmi capire anche da chi,probabilmente,non sia abruzzese. Sono situati soprattutto in città' come GIulianova,Vasto,Pescara,Teramo,Nereto, Avezzano,Lanciano,San Salvo ecc... Io lavoro nell'ambito dell'associazionismo e sono impegnato con la mia Consulta Giovanile nella lotta allo stereotipo, alla promozione dell'alterità' e dell'antirazzismo, all'integrazione multiculturalistica. Come vedi quindi stiamo parlando di un abbaglio. Mi spiace infine per te che disprezzi cosi' tanto i manuali di sociologia. Peccato davvero perché' proprio le scienze sociali sono lo strumento principale di studio delle culture altre, dei valori, delle strutture famigliari, del sistema relazionale eccc... anche dei Sinti e dei Rom. Se tu avessi un po' piu' di rispetto (e conoscenza) di certi ambiti scopriresti che sono i sociologi a mettere in risalto i pericoli della discriminazione,sono gli antropologi a spiegarci che le etnie e le minoranze sono a rischio borderlinering se si applicano politiche di aparthaid . Se tu fossi stato attento nei precedenti commenti ti saresti dovuto accorgere che sono specializzando. Sii meno impulsivo e ricorda che le incomprensioni,soprattutto col mezzo web, sono facilissime. E poi scusa,cosa c'entra la storia del nickname? Che io mi chiami Giovannona Coscialunga o Evaristo Temiclofane a te cosa interessa? Vorresti farmi qualcosa?

  14. elbarto

    Aggiungo che io sono sempre molto attento ale questioni della discriminazione a tutto campo. Vedere ad esempio la questione della suddivisioni in 4 classi dei treni Executive di Trenitalia, vero e proprio suggello dell'elitismo tipico di chi vuole coccolarsi i clienti ricchi e agiati e trattare da pezzenti tutti gli altri.

  15. Andrea Zitelli

    @Elbarto, sinceramente, oltre il "quanto sono bravo, quanto sono bello" e "popperiano", nei suoi commenti leggo veramente poco altro. Peccato.

  16. matteo pascoletti

    La lunghezza della tua replica e il numero dei dettagli che l'accompagnano, assolutamente non deducibili da quanto avevi scritto prima, al netto di certa presunzione (su intelletualmente inferiore ci faccio una bella risata, in attesa che mi si dica qual è l'unità di misura dell'intelligenza), credo diano una buona misura di quanto tu sia stato superficiale prima. Il fatto che tu lavori in certi ambiti non toglie che, nella tua superficialità, hai usato un'espressione ambigua e dispregiativa. "zingaro" è termine razzista, anche se noi gagè non ce ne rendiamo conto; tu che ci lavori dovresti saperlo. Ci mancava solo "guarda che ho amici rom" :D Penso tu confonda, e molto, erudizione e nozionismo con cultura. Ora ti saluto,non risponderò più ai tuoi commenti pseudoanonimi (sul "vorresti farmi qualcosa" penso sia bene sorvolare, limitandosi a sorridere).

  17. elbarto

    ZItelli suvvia non cerchi di demistificare la mia argomentazione col solito puerile tentativo di farmi passare come un presuntuoso e arrogante che vuole fare il professorino da 4 soldi. Stia alle regole del confronto e non si lamenti se il terreno di gioco e' bagnato dalla pioggia e non riesce a calciare la palla. Se la sua azione di contropiede nel commento numero 9 e' stata quella di prendermi solo in giro lo faccia se si diverte. Resta il fatto che il suo argomento di battaglia sono questi famosi 9 miliardi recuperati. Lei stesso afferma che bisogna evitare“facili soluzioni con rapide prese di posizione”, nonostante le avessi fornito altri spunti riflessivi,e' rimasto ancorato su sto raddoppio delle entrate come da commento 7. Quindi che cosa ha presentato a fare gli aspetti negativi se poi mi ri-consiglia insistentemente di leggere quanti bei soldini sono stati ripresi da Equitalia? Io non ho dato facili soluzioni ma una complessa (una riforma strutturale delle policy tributaristiche) e la mia presa di posizione l'ho motivata alla luce di 4 diversi aspetti disciplinari. E poi sarei io quello per il quale si “legge veramente poco altro”? Vabe', che ci posso fa', m'attocca pure questo. Pazienza, per le prossime volte mi asterrò' dal compiere flames. Per Pascoletti: Faccio mia la frase iniziale scritta a monte del post. Quindi dialettiche a vuoto con te non mi interessa farle. Mi raccomando,sgancia le tue bombe e scappa...

  18. matteo pascoletti

    Questo è un articolo che parla di bombe e attentati. Non associare dunque alle mie parole metafore violenti, grazie, è un tipo di allusione disonesta, oltre che errata.

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