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Nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili: per la prima volta sono la principale fonte di elettricità dell’Unione europea

27 Gennaio 2021 4 min lettura

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Nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili: per la prima volta sono la principale fonte di elettricità dell’Unione europea

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Nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili, diventando per la prima volta la principale fonte di elettricità dell'Unione europea. È quanto emerge dal rapporto annualeThe European Power Sector in 2020” che analizza il settore energetico dell’Ue dal 2015, redatto da Ember (think tank britannico focalizzato su clima ed energia e in particolare sull'accelerazione della transizione globale all’energia elettrica) e Agora Energiewende (think tank tedesco incentrato su temi ambientali).

Lo scorso anno, si legge, le “energie rinnovabili sono aumentate fino a generare il 38% dell’energia europea (rispetto al 34,6% nel 2019) e sorpassando i combustibili fossili (al 37%). Si tratta di una tappa importante per la transizione verso un’energia pulita in Europa”.

via "The European Power Sector in 2020"

Nello stesso periodo, riguardo all'energia prodotta da fonti fossili, la produzione di carbone è scesa del 20%, dimezzandosi rispetto al 2015. Questo calo è stato registrato in quasi in tutti i paesi dell’Ue, continuando una tendenza in atto prima della pandemia di COVID-19. Il documento spiega inoltre che la metà del calo della produzione di carbone nel 2020 è stata dovuta alla diminuzione della domanda di energia elettrica (-4%) a causa dell'impatto delle misure restrittive prese dai governi per contrastare il contagio da nuovo coronavirus e l’altra metà a un aumento del gas naturale. Nel 2021, avvertono i due think tank, "l'eolico e il solare dovranno aumentare a un ritmo più rapido se si vogliono sostenere i recenti cali del carbone".

Il gas ha invece registrato un calo ridotto del 4%, “nonostante la pandemia”. Per quanto riguarda il nucleare, gli autori del rapporto scrivono che probabilmente nel 2020 c'è stata la più grande diminuzione di produzione mai registrata, con un meno 10%, “a seguito dei problemi in Francia e Belgio e alle chiusure permanenti in Svezia e Germania”.

Secondo tutti questi dati, in complesso "l'elettricità europea è stata meno inquinante del 29% rispetto al 2015". Tuttavia, avverte sempre il rapporto, la transizione dal carbone all’energia rinnovabile è ancora “troppo lenta” per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica fissato dall’Ue per il 2050, così come quello "intermedio" di ridurre i gas a effetto serra del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Per quanto riguarda poi i singoli paesi, nel 2020 oltre alla Polonia, i paesi con la quota più alta di produzione di energia fossile sono stati Paesi Bassi, Grecia, Irlanda e Italia. “Sebbene sia in corso un superamento graduale del carbone nei Paesi Bassi, in Grecia, Irlanda e Italia, questi paesi continuano a dipendere dalle fonti fossili per produrre energia e ciò significa che sono ancora lontano dal produrre un’energia fossil free”, specificano gli autori del rapporto.

Questi risultati delle energie rinnovabili in Ue nel 2020, comunque, commenta David Vetter su Forbes, dopo la decisione del nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, di aderire nuovamente all'accordo di Parigi sul clima, offrono un'ulteriore speranza che una rivoluzione globale dell'energia verde può essere possibile “anche mentre il mondo lotta per combattere la pandemia di coronavirus”. 

Inoltre, nel rapporto “Renewables 2020” dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) si può leggere che entro il 2025 eolico e solare potrebbero diventare le più importanti fonti di energia al mondo.

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Sempre nello stesso rapporto si legge che “nel 2021 a guidare la corsa alle fonti rinnovabili sarà l’Unione europea (oltre all’India). In Europa ciò sarà possibile grazie all’entrata in funzione di impianti eolici e solari fotovoltaici su scala industriale precedentemente messi all’asta in Francia e Germania. Inoltre, la crescita sarà supportata dalle politiche dei paesi membri per raggiungere l’obiettivo europeo al 2030 per le energie rinnovabili (32%) e dal Recovery and Resilience Facility, che fornirà finanziamenti e sovvenzioni a basso costo per le politiche green”, riassume l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea). 

«A maggio una valutazione iniziale della IEA aveva mostrato che la crisi dovuta al COVID-19 stava rallentando – ma non arrestando – la crescita delle energie rinnovabili. Sei mesi dopo, la pandemia continua a colpire l’economia globale e la vita quotidiana, ma i mercati delle energie rinnovabili, in particolare le tecnologie per la generazione pulita di elettricità, hanno già dimostrato la loro resilienza in questo contesto così difficile», ha dichiarato Simona De Iuliis del Dipartimento ENEA Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili.

Immagine in anteprima via Pixabay.com

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