Bielorussia, la protesta di medici e giornalisti per i loro colleghi arrestati dopo l’articolo sulla morte dell’attivista Roman Bondarenko
3 min lettura“Zero per mille”. Si chiama così la protesta del personale sanitario dell’ospedale di Minsk contro l’arresto dell’anestesista, Artem Sorokin, e della giornalista del quotidiano bielorusso Tut.by, Katerina Borisevich, fermati nei giorni scorsi dalle forze dell’ordine con l’accusa di aver divulgato informazioni mediche riservate su Roman Bondarenko, artista di 31 anni, oppositore di Lukashenko, morto dopo essere stato ricoverato in ospedale il 12 novembre.
I medici, gli infermieri e gli operatori sanitari dell'ospedale della capitale bielorussa si sono messi in piedi, con il volto verso il muro e le mani sopra la testa, nella posizione in cui i manifestanti dell’opposizione sono stati costretti a rimanere durante gli arresti di questi mesi, e hanno sollevato pezzi di carta con la scritta “0 ‰”, in segno di solidarietà dei due arrestati.
La morte di Roman Bondarenko è al centro di opposte ricostruzioni tra governo e oppositori. Secondo alcuni testimoni, Bondarenko era stato fermato in piazza, dopo con uno scontro con degli agenti in borghese arrivati per rimuovere i nastri rossi e bianchi simbolo della protesta da un cortile. I movimenti di opposizione a Lukashenko ritengono che Bondarenko sia morto in seguito ai pestaggi da parte della polizia. Ales Bialiatski, a capo del centro per i diritti umani Viasna, ha detto che Bondarenko, arrestato da agenti in borghese, è stato picchiato brutalmente all’interno di un van. In seguito al pestaggio, «ha riportato ferite alla testa ed è stato portato al dipartimento di polizia già in gravi condizioni. L’ambulanza non è stata chiamata per diverse ore. I dottori non hanno potuto fare niente per salvargli la vita», ha aggiunto, chiedendo l’apertura di un’indagine penale sul caso.
Secondo la Commissione d’inchiesta governativa, invece, l’attivista, ubriaco, sarebbe morto in seguito a un alterco con altri civili. Circostanza smentita da un articolo scritto da Katerina Borisevich che, citando fonti mediche ufficiali, mantenute anonime, aveva riportato che il livello di alcool nel sangue di Bondarenko era pari a zero. Nell’articolo, Borisevich ha mostrato anche una foto delle cartelle cliniche dell’attivista. Da qui il nome della protesta in riferimento al tasso alcolico nel sangue di Borisevich (“Zero per mille”).
L’ufficio del procuratore generale ha individuato la fonte della giornalista nell’anestesista Artem Sorokin, accusato non solo di aver violato il vincolo di riservatezza medico-paziente, ma di aver fornito anche informazioni incomplete. Con le loro azioni, Sorokin e Borisevich – prosegue l’ufficio del procuratore generale – hanno provocato un “aumento delle tensioni sociali e generato un’atmosfera di sfiducia negli organi di governo”. Il dipartimento ha pubblicato un videomessaggio in cui compare Sorokin che si autoaccusa dell’accaduto ed esorta i bielorussi a “non politicizzare la situazione”.
Nel frattempo la forma di protesta “0 per mille” è diventata virale. I giornalisti di Tut.by hanno seguito l’esempio del personale sanitario dell’ospedale di Minsk e si sono fatti riprendere mani in alto, faccia al muro e i fogli con su scritto “0 ‰”.
E così hanno fatto studenti universitari
Medici di altri ospedali
Residenti di diversi quartieri della capitale
Dipendenti dello stabilimento Motor Plant.
La protesta si è diffusa anche in altre città della Bielorussia.
L’Unione Europea ha espresso una “forte condanna” per la morte di Bondarenko, denunciandone l’omicidio e minacciando di mettere in atto ulteriori sanzioni nei confronti della Bielorussia. L’UE ha già imposto sanzioni su oltre 55 persone per la repressione violenta e le intimidazioni poste in essere in Bielorussia. Tra gli alti funzionari sanzionati ci sono anche Lukashenko e suo figlio Viktor, consigliere per la sicurezza nazionale.
Immagine in anteprima via Meduza.io