Le domande sui positivi al SARS-CoV-2 asintomatici sono sempre più attuali. Trasmettono il virus? Non lo trasmettono? Ci si ammala da quel contagio? Gli asintomatici sono malati? In questi mesi, abbiamo sentito affermazioni un po' azzardate sul virus clinicamente morto, o che ha perso forza, o che sparisce sotto gli effetti del sole, del caldo e dei raggi UV. Mentre l'Italia usciva esitante da un periodo di chiusura e isolamento che ci è costato caro ma, data la drammaticità della situazione di partenza, ha funzionato visto che l'incendio è stato circoscritto, non si è esteso al resto del paese, e si spento dove divampava, alcuni personaggi anche molto influenti sostenevano che l'emergenza ormai fosse finita, e che quindi ogni ulteriore precauzione fosse superflua ed eccessiva. Creando legittimamente dubbi e confusione nel povero cittadino che a volte si è convertita in frustrazione, altre in rabbia sociale. Che i nuovi positivi al SARS-CoV-2 siano asintomatici (purtroppo con qualche eccezione) è nelle cronache. Quello che ormai sappiamo però è che per vedere i sintomatici, specialmente quelli con sintomi più severi, devi superare una certa soglia di casi positivi. E sappiamo che quella soglia è meglio non superarla perché si rischia la fine dell'apprendista stregone, le forze che crediamo di controllare prendono il sopravvento. È vero che i casi che vediamo oggi non destano preoccupazione, che non sono un problema sanitario. Ma è vero anche che sono il problema che vedremo domani se oggi diciamo che va tutto bene e facciamo finta di niente. Tutto fa pensare che siamo, di nuovo, in una fase in cui possiamo decidere oggi cosa non deve succedere domani. Possiamo decidere la pendenza della curva dei contagi.