Le risposte alla crisi sanitaria hanno portato a un aumento del consumo di materie plastiche e alla generazione di rifiuti di vario genere – non solo medici – che hanno messo (e stanno mettendo) sotto pressione il sistema di gestione, trattamento e smaltimento eco-compatibili di questi rifiuti e generato un effetto a catena: più rifiuti di plastica per uso domestico sono prodotti, meno ne vengono riciclati, mentre il rischio che il personale impiegato nelle attività di riciclo dei rifiuti potesse contrarre il virus ha spinto diversi Comuni a fermare temporaneamente la raccolta differenziata, indirizzando più rifiuti verso gli inceneritori e le discariche. Un effetto domino che può avere ricadute dirette molto pericolose sull'ambiente e far perdere anni di passi in avanti nella riduzione della circolazione di plastica monouso.