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Londra, riprende il procedimento contro Assange: “Tutti dovremmo fare di tutto per impedire l’estradizione in USA”

7 Settembre 2020 4 min lettura

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Londra, riprende il procedimento contro Assange: “Tutti dovremmo fare di tutto per impedire l’estradizione in USA”

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Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, si presenta oggi davanti a un tribunale britannico per opporsi all’estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di 18 capi d’imputazione, tra cui cospirazione e violazione della legge sullo spionaggio. Se processato negli Stati Uniti, Assange rischierebbe una condanna fino a 175 anni di carcere. I suoi sostenitori stanno preparando una protesta davanti al tribunale per accoglierlo all'arrivo dalla prigione.

Le udienze per l’estradizione andranno avanti per le prossime quattro settimane, anche se bisognerà aspettare più a lungo per conoscere la decisione del giudice. Se il tribunale deciderà di estradare l’accusato, il governo britannico avrà l'ultima parola.

Dopo 2.487 giorni di asilo nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, la mattina dell'11 aprile 2019 Assange è stato arrestato dalla polizia britannica. Da allora, si trova detenuto nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, nella zona est di Londra, una struttura costruita per ospitare terroristi e criminali. L'udienza è iniziata a febbraio, ma ad aprile è stata sospesa e rinviata a causa della pandemia di COVID-19.

Il tribunale esaminerà le accuse del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti secondo cui Assange avrebbe cospirato assieme all'analista dell'intelligence dell'esercito americano Chelsea Manning con l’obiettivo di violare una password che avrebbe dato loro accesso a informazioni riservate del governo. Come precisa Fabio Chiusi in un approfondimento pubblicato su Valigia Blu, il materiale che sarebbe stato poi pubblicato dalle principali testate di tutto il mondo era già stato prelevato: quindi l'accusa ad Assange è di avere cercato di violare (senza riuscirci) una password necessaria a ottenere credenziali di accesso di più alto livello.

Leggi anche >> L’arresto di Julian Assange e quella minaccia al giornalismo e alla libertà di informazione

I suoi avvocati sostengono che l'accusa è politicamente motivata e che Assange è perseguito perché WikiLeaks ha reso pubblici documenti del governo degli Stati Uniti che hanno rivelato al mondo i crimini di guerra e le violazioni dei diritti umani commesse dall'esercito americano.

Nel 2010, WikiLeaks ha pubblicato - in collaborazione con testate internazionali come New York Times, Der Spiegel, Guardian, Le Monde, El Pais - circa mezzo milione di documenti statunitensi classificati sulle guerre in Iraq e Afghanistan. Un esempio è il video intitolato "Collateral Murder", che ha reso famoso WikiLeaks al grande pubblico: il filmato mostra come due elicotteri Apache delle forze americane a Baghdad hanno ucciso 11 civili, tra cui due giornalisti Reuters.

Numerose organizzazioni per i diritti umani e gruppi per la libertà di parola hanno criticato la richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Amnesty International ha affermato che Assange è a rischio di "gravi violazioni dei diritti umani, comprese possibili condizioni di detenzione che equivarrebbero a tortura e altri maltrattamenti" negli Stati Uniti. Le accuse di spionaggio, aggiunge, “potrebbero avere un effetto agghiacciante sul diritto alla libertà di espressione, spingendo i giornalisti all'autocensura per paura di essere perseguiti”, riporta il Guardian.

Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura, il professor Nils Melzer, che lo ha visitato a Belmarsh, ha detto che Assange mostra tutti i sintomi di una prolungata esposizione alla tortura psicologica e non dovrebbe essere estradato negli Stati Uniti.

Gli avvocati di Assange, nel corso di un'udienza preliminare, hanno fatto presente al tribunale i problemi che hanno avuto per poter comunicare con il loro cliente. Il Guardian riporta le parole di Edward Fitzgerald, uno degli avvocati, durante l’udienza: “Abbiamo avuto grandi difficoltà per entrare a Belmarsh e ricevere istruzioni da Julian Assange e discutere le prove con lui”.

Il diritto di Assange alla comunicazione privata con i suoi avvocati sarebbe stato violato anche durante la sua permanenza presso l'ambasciata ecuadoriana a Londra. Le sue conversazioni sono state registrate e i dati del suo computer monitorati costantemente. Un tribunale spagnolo ha stabilito che l'ex proprietario della società di sicurezza spagnola Undercover Global (UC Global), David Morales, pagato dal governo dell'Ecuador per proteggere l'ambasciata, aveva come 'secondo datore di lavoro' gli Stati Uniti, per conto del quale ha installato dispositivi di intercettazione in tutta l'ambasciata per consentire lo spionaggio di Assange.

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Il giornalista James Ball, ex membro dello staff di WikiLeaks, critico verso Assange in diverse occasioni, all'indomani del suo arresto ha definito la richiesta di estradizione come un attacco alla libertà di stampa in un articolo pubblicato su The Atlantic e intitolato "Non vi deve piacere Julian Assange per poterlo difendere".

A febbraio, quando è iniziato il procedimento giudiziario, sempre Ball, sull'Huffington Postha scritto: "La maggior parte delle persone che leggeranno questo articolo probabilmente non sono fan di Julian Assange. Io stesso non sono un suo fan e ho avuto molte occasioni per farmi un'opinione su di lui: ho lavorato a WikiLeaks per alcuni mesi e ho anche condiviso casa con lui per una parte di quel tempo. Molte delle critiche mosse ad Assange sono del tutto corrette: può essere arrogante, prepotente, un terribile ospite e persino un narcisista". Sono alcune delle ragioni, secondo Ball, per cui Assange non gode di grande simpatia. "Questo è un problema, perché per quanto a molti di noi possa non interessare la situazione di Assange, questo processo è politico, illiberale ed è una minaccia alla libertà di parola e al controllo democratico sul potere. [...] Tutti dovremmo fare tutto il possibile per impedire un'estradizione. Non per il suo bene, ma per il nostro".

(Foto via Wikimedia)

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