Dopo sei mesi di crisi sanitaria del nuovo coronavirus esiste un certo consenso tra gli esperti riguardo le modalità di contagio della malattia. Sappiamo, per esempio, che non è comune contrarre COVID-19 attraverso il contatto con una superficie contaminata e che è improbabile contagiarsi in seguito a incontri fugaci con persone all'aperto.
La principale ragione di contagio, affermano gli esperti, sono le interazioni ravvicinate tra persone per periodi prolungati, per esempio una riunione familiare o tra amici in casa, o nel posto di lavoro. Per gli stessi motivi, eventi affollati, aree scarsamente ventilate e luoghi in cui le persone parlano a voce alta, o cantano, sono situazione nel quale il rischio di contagio è maggiore.
Recenti studi hanno dimostrato che i lockdown su larga scala hanno impedito milioni di contagi e morti in tutto il mondo. Adesso, con maggiore esperienza e una migliore preparazione, alcune città e alcuni Stati si stanno preparando con misure mirate per evitare che il virus decolli nuovamente.
La ormai nota "nuova normalità" consiste nell'adozione di una serie di misure e comportamenti che minimizzino il rischio sanitario: come protezioni di plexiglas in uffici e ristoranti, l'obbligo di utilizzare mascherine nei negozi e sul posto di lavoro, una buona ventilazione, e l'abitudine generalizzata a mantenere il distanziamento fisico quando è possibile in presenza di altre persone (amici, familiari, colleghi di lavoro, etc.).
Le raccomandazioni sulla riapertura includono la capacità da parte delle autorità sanitarie di fare i test necessari, tracciare i contatti dei contagiati e isolare tutte le persone esposte alla malattia.
Un aspetto critico legato al contagio del nuovo coronavirus è che la trasmissione è facilitata da attività apparentemente innocue, come parlare e respirare, momenti durante i quali esaliamo sotto forma di piccole goccioline e vapore anche il virus, che può essere trasportato dalle correnti d'aria e contagiare altre persone vicine. Specialmente in ambienti chiusi.
La ventilazione è un fattore molto importante per evitare il contagio. Fino a oggi, le agenzie sanitarie hanno identificato il contatto con le goccioline respiratorie come la principale modalità di contagio, ma secondo alcuni ricercatori il SARS-CoV-2 può essere trasmesso anche attraverso l'aerosol (ossia attraverso la respirazione) e inalato da altre persone. Questo aumenterebbe le possibilità di contagio. È quello che potrebbe essere successo in un ristorante di Guangzhou, in Cina, dove un commensale infetto che non aveva ancora mostrato sintomi della malattia ha trasmesso il virus ad altri cinque clienti del locale seduti ai tavoli adiacenti. La ventilazione nello spazio era scarsa, con gli aspiratori spenti, secondo uno studio che ha esaminato le condizioni del ristorante. Il virus contenuto nell'aerosol della respirazione della persona contagiata potrebbe essersi accumulato nell'aria e, trasportato dal flusso dell'aria condizionata, aver raggiunto i tavoli vicini. Ecco perché la ventilazione nei luoghi chiusi è cruciale.
Un altro fattore da tenere in considerazione è l'esposizione prolungata ad altre persone. Questo è generalmente definito come 15 minuti o più di contatto non protetto con qualcuno a meno di 2 metri di distanza, secondo John Brooks, responsabile per l'emergenza COVID-19 presso il Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Si tratta, però, solo di una constatazione empirica, ha avvisato. È sufficiente uno starnuto o dei contatti intimi o ravvicinati, seppur brevi, per massimizzare il rischio d'esposizione al virus nonostante la distanza di sicurezza sia stata rispettata e il tempo dell'incontro inferiore ai 15 minuti.
Trovarsi all'aperto è generalmente più sicuro, secondo gli esperti, perché le particelle virali si diluiscono più rapidamente nell'aria e vengono disperse dalle correnti naturali. Ma sia le goccioline che l'aerosol rappresentano un rischio anche all'aperto, quando le persone sono in stretto contatto e prolungato.
Esistono situazione che sono chiaramente d'alto rischio. Durante una prova del coro di una chiesa dello Stato di Washington, il 10 marzo, una sola persona ha contagiato 53 dei 61 membri del coro. Questo si deve al fatto che quando cantano le persone possono emettere una maggiore quantità di goccioline respiratorie a una distanza maggiore. Inoltre, quando cantano, le persone respirano più profondamente, aumentando la possibilità di inalare le particelle infettive rilasciate da altre persone nella stessa abitazione. Questo tipo di situazioni, dove una sola persona contagia un alto numero di persone, è denominato dagli esperti come evento "superspreader" (super-diffusore). Simili dinamiche di trasmissione possono presentarsi in altri contesti, dove la respirazione intensa o le chiacchiere sono parte dell'attività sociale che si svolge in quei luoghi, come palestre, spettacoli musicali o teatrali, conferenze, matrimoni e feste di compleanno, etc.
Per tutte le ragioni elencate sopra, è più probabile contagiarsi tra persone care come amici, coppie o familiari, dovuto alla maggiore vicinanza fisica permessa in questo tipo di relazioni. Ecco perché il tasso di contagio tra familiari è maggiore, secondo alcune ricerche.
Alcune persone possono essere più contagiose di altre, questo si deve a una maggiore carica virale o alla capacità di produrre un maggior numero di goccioline quando si parla. Queste caratteristiche si sommano ai fattori elencati sopra, come una cattiva ventilazione, uno spazio limitato e chiuso, molte persone che parlano per originare un focolaio.
Le politiche sanitarie degli Stati si basano su queste conoscenze, che si arricchiscono continuamente grazie a nuovi studi e ricerche, per stabilire protocolli e misure di sicurezza. Il CDC ha recentemente invitato i cittadini americani a continuare a indossare mascherine e a mantenere il distanziamento fisico, evitando i trasporti pubblici e gli ascensori per ridurre le situazioni di possibile esposizione. Sono sconsigliati gli abbracci, le strette di mano e altre forme di contatto fisico per salutarsi. L'agenzia ha anche suggerito di erigere divisori di plexiglas nei posti di lavoro e nelle scuole.
Non è possibile tornare alla normalità senza nessun pericolo, si tratta semmai di ridurre le situazioni di rischio il più possibile, dato che con questo virus dovremo convivere probabilmente per molto tempo. Qualsiasi politica o raccomandazione sanitaria è quindi soggetta a cambiamenti dovuti all'evolversi della situazione o alla scoperta di nuovi dati. [Leggi l'articolo sul Wall Street Journal]