I dati ufficiali sull'evoluzione della pandemia possono darci un'idea di quello che sta succedendo solo se siamo in grado di capire quali siano i loro limiti. Un articolo pubblicato su Bloomberg spiega perché i numeri di contagi, ricoveri, terapia intensiva e decessi vanno interpretati per quello che sono: una parziale visione della realtà. Ecco perché è importante - spiega il giornalista - tenere in considerazione alcuni aspetti e alcuni errori logici che facciamo quando guardiamo quelle cifre. Partiamo dalla capacità limitata di fare i test nella situazione attuale: spesso i test sono riservati solo alle persone che presentano sintomi gravi. Un altro aspetto da ricordare è l'affidabilità dei risultati dei test e il fatto che i falsi negativi appaiano con più frequenza dei falsi positivi. Inoltre, non esiste una corrispondenza tra il numero di test fatti e le persone testate: i tamponi vengono ripetuti più di una volta nello stesso soggetto per determinarne il contagio e, successivamente, la guarigione. Non dobbiamo poi pensare che la curva dei decessi debba rallentare allo stesso ritmo di quella dei contagi, dato che in molti casi le persone decedute sono state ricoverate per più di una settimana prima di morire, per cui potrebbe esserci un lasso temporale tra le due tendenze. E quando vediamo il numero di ricoveri calare, è necessario considerare che rispetto ai primi giorni di diffusione del Covid-19 molti ospedali e istituzioni hanno dovuto cambiare la propria politica sui ricoveri orientandosi verso condizioni più restrittive, per poter affrontare l'aumento dei casi gravi. Il peggioramento della crisi e il forte stress a cui è sottoposta la Sanità condiziona anche la capacità di ricondurre i decessi al coronavirus: molti medici preferiscono non "sprecare" un test per sapere se una persona deceduta aveva o no la malattia perché considerano prioritario usare quel test (che come abbiamo visto è una risorsa limitata) per individuare nuovi contagi o determinare la guarigione di un paziente. È difficile anche contabilizzare le morti che accadono fuori dagli ospedali (a casa o nelle case di riposo). La curva dei decessi, poi, non è mai costante perché la segnalazione delle morti arriva sempre con un ritardo, soprattutto nel fine settimana, per cui è possibile che notiamo un andamento non uniforme con dei cali nel fine settimana e dei nuovi picchi il martedì che non corrispondono alla realtà. A tutto questo va aggiunta la possibilità che le autorità in alcuni paesi siano propense a mantenere basso l'impatto percepito della pandemia, nascondendo casi o utilizzando tutti questi aspetti con questo fine. Per ultimo bisogna sempre tenere in considerazione la differenza tra paesi e contesti sociali: l'impatto del Covid-19 è diverso dipendendo dalla capacità sanitaria di una comunità, ed esistono differenze evidenti anche all'interno dello stesso paese tra zone ricche e zone povere. [Leggi l'articolo su Bloomberg]