In questo approfondimento Carola Frediani analizza l’approccio da anti-terrorismo all’emergenza sanitaria, i progetti internazionali, la corsa alla soluzione tech in Italia, le diverse soluzioni adottate dagli Stati. In un contesto in cui è forte la tentazione di ricorrere a soluzioni e approcci derivati dall’intelligence, dall’antiterrorismo, dalla sorveglianza e dal sistema penale, e in cui la fretta rischia di favorire soluzioni pronte per l’uso, bisogna ricordare che il COVID-19 non è un problema tecnologico, e che i Paesi spesso citati a modello – Singapore, Corea del Sud ecc – hanno adottato anche altre misure e partivano da un diverso livello di preparazione e intervento. Che quindi non esiste una soluzione ideale e identica per tutti. Test, contact tracing e quarantena sono probabilmente i tre ingredienti per il successo nella lotta al coronavirus ma i contesti sono diversi e le soluzioni tecnologiche adottate possono dare risultati differenti. Dunque non c’è bisogno di correre a implementare strumenti di sorveglianza digitale di massa, e la società civile può e deve contribuire al dibattito su quali alternative abbracciare. Infatti le soluzioni di contrasto al virus e di protezione della privacy non si escludono a vicenda, alcuni progetti vanno in questa direzione. In ultima analisi, ogni proposta adottata deve essere compatibile con la democrazia. [Leggi l'articolo su Valigia Blu]