Sin dai primi casi di contagio, i ricercatori hanno cercato di capire in che modo il SARS-CoV-2 si trasmettesse attraverso l'aria. Gli esperti sanitari sostengono che il virus sia trasportato nell'aria attraverso piccole goccioline che emettiamo, per esempio, con tosse o starnuti, in maniera diretta o mediata da altre superfici (quando una persona contagiata starnutisce su un oggetto e successivamente un'altra persona tocca quell'oggetto e poi inavvertitamente porta la mano alla bocca). Quindi non è propriamente l'aria a trasportare il virus ma le goccioline emesse dalla bocca. Alcuni ricercatori stanno invece studiando la possibilità che il virus possa propagarsi nell'aria attraverso l'aerosol, ossia particelle sospese invisibili a occhio nudo che emettiamo continuamente in forma vaporizzata quando respiriamo o quando parliamo. Alcuni studiosi sostengono che i risultati preliminari delle loro ricerche suggeriscono la possibilità che l'aerosol possa essere vettore di trasmissione del contagio, ma l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha scritto sul suo sito in data 27 marzo che non ci sono ancora sufficienti evidenze scientifiche che il virus possa trasmettersi attraverso aerosol, eccetto in contesti ospedalieri precisi, come durante il processo di intubazione di un paziente. I ricercatori avvisano che per avere la certezza di una trasmissione attraverso aerosol potrebbero essere necessari anni di studi e che sarebbe quindi più cauto prendere ulteriori precauzioni, soprattutto per quanto riguarda spazi chiusi, piccoli e relativamente affollati. [Leggi l'articolo in inglese su Nature]