Post Scienza

Organizzazione Mondiale della Sanità: preoccupati per l’inazione di alcuni paesi. Grati a Iran, Italia e Corea del Sud per le misure adottate

12 Marzo 2020 4 min lettura

author:

Organizzazione Mondiale della Sanità: preoccupati per l’inazione di alcuni paesi. Grati a Iran, Italia e Corea del Sud per le misure adottate

Iscriviti alla nostra Newsletter

4 min lettura

Mercoledì 11 marzo la Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato che la propagazione del COVID-19 a livello mondiale può essere considerata una pandemia. In questo articolo de Il Post è spiegata la differenza tra epidemia e pandemia, che non ha a che fare con la gravità di una malattia, ma con la sua diffusione geografica.

Il direttore generale dell'OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha precisato durante il suo intervento che questa decisione non è stata presa alla leggera e che l'organismo che rappresenta è preoccupato per i livelli allarmanti di propagazione e per i livelli altrettanto allarmanti di inazione di alcuni paesi. Ha poi ringraziato Iran, Italia e Corea del Sud per le misure di contenimento che stanno adottando.

Ha esortato tutti i paesi coinvolti nella lotta alla pandemia a seguire le raccomandazioni della OMS e agire in maniera decisa per contrastare la diffusione del virus. "Si può fare", ha concluso.

Abbiamo pensato potesse essere utile riportare integralmente il suo intervento.

Nelle ultime due settimane il numero di casi di COVID-19 fuori dalla Cina è aumentato di 13 volte tanto e il numero di Paesi colpiti è triplicato. Ci sono adesso più di 118.000 casi in 114 paesi e 4.291 persone hanno perso la vita. Altre migliaia stanno lottando per le loro vite negli ospedali.

"Nei giorni e nelle settimane a venire ci aspettiamo di vedere il numero di casi di COVID-19, il numero di morti e il numero di paesi colpiti crescere ancora di più. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha seguito in tempo reale la diffusione di questa epidemia e siamo profondamente preoccupati sia per l’allarmante livello di diffusione e severità, che per l’allarmante livello di inazione.

Per questo motivo abbiamo preso la decisione di definire il COVID-19 una “pandemia”. "Pandemia" non è un termine da usare con leggerezza e senza preoccupazione. È una parola che se usata in maniera sbagliata può causare una paura ingiustificata o la ingiustificata accettazione che la lotta è persa, portando verso inutili sofferenze e morti.

Il fatto di descrivere la situazione come pandemica non cambia la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità rispetto al livello di minaccia di questo coronavirus. Non cambia quello che l’OMS sta facendo e non cambia quello che i paesi dovrebbero fare.

Non abbiamo mai visto una pandemia scatenata da un coronavirus. Ed è anche la prima volta che ci confrontiamo con una pandemia che può essere controllata. L’OMS è stata in stato d'allerta sin dai primi casi identificati.

Abbiamo chiesto ai paesi ogni giorno di prendere misure urgenti e aggressive. Abbiamo dato l’allarme forte e chiaro.

Come ho detto lunedì scorso, guardare solamente il numero di casi positivi e il numero di paesi colpiti non ci racconta la storia completa.

Dei 118.000 casi di COVID-19 registrati globalmente in 114 paesi, più del 90% proviene da quattro paesi e due di questi, Cina e Corea del Sud, hanno significativamente ridotto i contagi. 81 paesi non hanno registrato nessun caso di COVID-19 e 57 paesi hanno registrato 10 casi o meno.

Non potremo mai dirlo abbastanza forte o abbastanza chiaro o abbastanza spesso: tutti i paesi possono ancora cambiare il corso della pandemia.

Se i paesi trovano, analizzano, curano, isolano, tracciano e mobilitano i loro cittadini in risposta all’epidemia, quelli con pochi casi di COVID-19 possono prevenire che quei casi diventino focolai e che quei focolai diventino la fonte di un contagio diffuso. Persino quei paesi con un contagio diffuso o con grandi focolai possono cambiare il corso dell’epidemia. Molti paesi hanno dimostrato che questo virus può essere fermato e controllato.

La sfida per molti paesi che stanno avendo a che fare con una grande quantità di casi di COVID-19 o con un contagio diffuso non è se debbano o meno fare lo stesso, è quando inizieranno a farlo.

Alcuni paesi sono in difficoltà per la capacità del sistema sanitario. Altri paesi sono in difficoltà per mancanza di risorse. Alcuni ancora sono in difficoltà per  mancanza di determinazione.

Siamo grati per le misure che sono state prese in Iran, In Italia e in Corea del Sud per rallentare il virus e controllare l'epidemia di COVID-19. Sappiamo che queste misure hanno un costo molto alto per la società e per l'economia, così come lo hanno avuto in Cina.

Tutti i paesi devono trovare un giusto bilanciamento tra proteggere la propria salute, minimizzare i danni all'economia e alla società e rispettare i diritti umani.

La missione dell’OMS è la salute pubblica. Ma stiamo lavorando con molti partner di tutti i settori per mitigare le conseguenze sociali ed economiche di questa pandemia di COVID-19.

Questa non è solo una crisi di salute pubblica, è una crisi che toccherà ogni settore, quindi ogni settore ed ogni individuo deve essere coinvolto nella battaglia.

Ho detto sin dall'inizio che i paesi devono adottare un approccio basato sulla partecipazione di tutto il governo e di tutta la società, attorno a una strategia integrale orientata a prevenire le infezioni, salvare vite e minimizzare l'impatto.

Si può riassumere in quattro aree chiave:

1) Prepararsi ed essere pronti
2) Trovare casi positivi, proteggere e curare
3) Ridurre la trasmissione
4 Innovare e imparare

Ricordo a tutti i paesi che vi stiamo chiedendo di:

- Attivare e aumentare i vostri meccanismi di risposta all'emergenza
- Comunicare ai vostri cittadini quali sono i rischi e come possono proteggersi
- Trovare, isolare, fare il test e curare ogni caso di COVID-19 e tracciare ogni contatto
- Preparare i vostri ospedali
- Proteggere e formare il vostro personale sanitario
- Prendersi cura l’uno dell’altro

Iscriviti alla nostra Newsletter


Come revocare il consenso: Puoi revocare il consenso all’invio della newsletter in ogni momento, utilizzando l’apposito link di cancellazione nella email o scrivendo a info@valigiablu.it. Per maggiori informazioni leggi l’informativa privacy su www.valigiablu.it.

C'è stata molta attenzione per una parola (“pandemia”). Lasciate che vi dica alcune altre parole che importano molto di più e che possono essere molto più decisive:
- “Prevenzione”
- “Preparazione”
- “Salute pubblica”
- “Leadership politica”
- E soprattutto, “persone”

Siamo in questa situazione tutti assieme, con l’obiettivo di fare le cose giuste con razionalità e proteggere i cittadini del pianeta. Si può fare".

(foto via OMS)

Segnala un errore

Leave a comment