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Nuovo coronavirus e la sfida digitale per la scuola italiana

11 Marzo 2020 5 min lettura

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Nuovo coronavirus e la sfida digitale per la scuola italiana

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Purtroppo il nuovo coronavirus ci ha messo di fronte anche alle difficoltà della scuola italiana, che per ora appare impreparata ad affrontare un’improvvisa e indubbiamente inaspettata necessità di formazione a distanza. Il punto è che la formazione a distanza e l’uso di strumenti digitali per l’insegnamento non si improvvisano e che, se lasciati a se stessi, molti insegnanti e molte scuole faticano a organizzarsi, anche quando c’è la volontà (ma a volte si incrociano anche vecchie resistenze).

Leggi anche >> La scuola italiana alle prese col digitale fra disuguaglianze, ritardi e senza una vera visione

Così ci sono insegnanti che girano i compiti sui gruppi Whatsapp, altri che non riescono a concordare coi colleghi gli strumenti da usare, riunioni docenti che si tengono al bar come carbonari (sono racconti o esperienze che mi sono arrivate direttamente), e poi studenti che non si presentano online, o semplicemente non ci riescono, e magari hanno anche l’ansia da collegamento (come racconta questo articolo di Tecnica della scuola). Siamo in piena arte di arrangiarsi, ma senza l’energia e l’inventiva tradizionalmente associate all’espressione (ovviamente, ci sono le eccezioni virtuose di cui si è per altro scritto sui giornali). Anche perché, scrive Il Post, “in Italia solo il 20 per cento degli insegnanti ha seguito corsi formativi in materia di alfabetizzazione digitale”. E se il 40 per cento è interessato a imparare a farlo, c’è ancora un 40 per cento contrario.

Forse ci vorrebbe in questo momento un coordinamento più deciso e chiaro dall’alto, indicazioni più precise su come gestire la situazione, un supporto tecnico agli insegnanti e dirigenti, e la capacità di individuare sistemi multipli e inclusivi (se uno studente non riesce a usare uno strumento specifico, avere strategie di backup; questo vale specie per i più piccoli che sono meno autonomi e necessitano la presenza di genitori/nonni/babysitter digitalizzati, ma anche per aree con divario digitale). Ma non si può andare avanti un mese (e, realisticamente, anche di più) girando solo compiti da fare.

Scrive Francesca Devescovi sul Il Sole 24 Ore: “La prima settimana di chiusura passa liscia senza compiti ma da lunedì 2 marzo quello che succede è il caos”.“Solo pochi giorni fa, il MIUR ha fornito delle disposizioni per supportare i docenti nella formazione a distanza. Le piattaforme che suggerisce sono tra quelle più usate nel mondo: è il caso di Google Education che attraverso la piattaforma Classroom permette di assegnare compiti, dialogare con gli studenti e fare dei test oppure Office 365 Education di Microsoft”.

Ma come nota anche Devescovi, la formazione a distanza non si risolve con una piattaforma, un tool o una startup, bensì con “un metodo completamente diverso rispetto alla formazione in aula che necessita di una progettazione delle lezioni ad hoc e sopratutto delle competenze digitali discrete e degli strumenti tecnologici adeguati. Quello che succede nelle scuole del territorio lombardo è un approccio a macchia di leopardo: alcune scuole, già informatizzate e digitali, hanno avviato la formazione a distanza coinvolgendo gli studenti con questo nuovo approccio: docenti e ragazzi connessi nella piattaforma con lezioni interattive. Ma la maggior parte delle scuole si è attrezzata con metodi più tradizionali: valanghe di compiti inviate tramite le chat di whatsapp o nel migliore dei casi via mail. Pagine e pagine da studiare o esercizi da fare in assoluta autonomia e senza interazione con gli insegnanti”.

Il risultato è l’impazzimento dei genitori (molti dei quali si ritrovano a fare smart working da casa, il che aiuta ma nello stesso tempo devono appunto lavorare e non possono fare gli insegnanti a tempo pieno ai figli) e il sovraccarico dei nonni, e qui concordo ancora con Devescovi: “Come al solito gli eroi del nostro Paese. Sono impegnati ad accudire i nipoti e contemporaneamente barcamenarsi tra lezioni, compiti e bambini restii a studiare”.

Cosa usare

Ma veniamo agli strumenti. Perché come ha detto il dirigente scolastico Amanda Ferrario su SkyTg24 sabato mattina, “è il momento di agire”.
A livello ufficiale, i dirigenti scolastici, secondo quanto previsto dal Dpcm del 4 marzo 2020, devono attivare, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza, come spiega il sito del Ministero dell’Istruzione. E si indica di registrarsi a servizi come G Suite for Education di Google oppure Office 365 di Microsoft.

Tuttavia come abbiamo visto finora molti si stanno auto-organizzando o semplicemente navigano a vista. Ho compilato dunque un elenco (parziale. Se ne avete in mente altri, scrivetemi) di strumenti che potrebbero essere utili. In alcuni casi cerco di indicare a braccio il livello di difficoltà/preparazione digitale necessario per usarli: base, intermedio, avanzato.

Videolezioni in diretta

  • Google Hangout (per account personali) e Google Hangout Meet (serve G Suite) (Livello BASE).
  • Zoom.us: gratuito, limite di 40 minuti a meeting in tale versione (livello BASE, ma adatto a studenti più grandi).
  • Webex Cisco: ha esteso periodo di prova gratuito (livello BASE, ma adatto a studenti più grandi).
  • Microsoft Teams: ha esteso a tutti e fino a sei mesi il periodo di prova gratuita (livello BASE/INTERMEDIO).
  • Big Blue Button: strumento open source pensato per la didattica, si può provare la demo (livello AVANZATO).
  • Jitsi.org: open source, facile, coraggio provate (livello BASE).
  • Eztalks: per webinar. C’è versione free.
  • Twitch.tv: per streaming in diretta e hosting di streaming in diretta e Discord per audiochat e chat (molti studenti probabilmente li conoscono già e possono aiutare).
  • Streamyard.com: per fare lezioni live che si possono mandare su altre piattaforme (Youtube, Facebook ecc).

Qui su ComputerWorld un confronto fra alcuni di questi.

Registrare video

Presentazioni

  • Genial.ly per slide interattive: aiuta con la gamification e ha molti template pronti anche nella parte gratuita. È una web app, quindi non serve download (livello BASE).
  • Prezi, presentazioni con zoommate (versione per insegnanti scontata a 3 euro al mese ma c’è una versione di prova. Livello INTERMEDIO).

Creare quiz e test interattivi

Piattaforme per organizzare la didattica

Esempi di contenuti pronti

(qui invito tutti a segnalarmi altro)

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  • Tabelline.
  • Scienza in inglese per bambini/ragazzi (Video – Youtube potete mettere sottotitoli in inglese).
  • Risorsedidattiche.net: per primaria e secondaria (un sito davvero ricco, con lezioni, schede, video, giochi).
  • Riconnessioni: uno spazio collaborativo dove docenti possono documentare la progettazione e la realizzazione di attività didattiche.
  • Redooc: offre licenze gratis per tre mesi, attivabile dagli studenti o dai genitori, con lezioni, compiti dalle elementari alle superiori.

Condividete le lezioni fatte online

Un appello a tutti gli insegnanti e classi che stanno realizzando lezioni online. Che siano schede scritte o video registrati, condividetele online ovunque! Si potrebbe usare un hashtag specifico, tipo: #lezionicondivise (ma se ce ne sono in uso già altri, avanti con quelli e diffondeteli: l’importante è avere un riferimento per la ricerca), su Twitter, Youtube, Instagram e Facebook.

E grazie a tutti quelli che mi hanno segnalato strumenti.

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Immagine in anteprima via Pixabay.com

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