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La strage in Germania, il terrorismo e l’estremismo di destra

24 Febbraio 2020 10 min lettura

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La strage in Germania, il terrorismo e l’estremismo di destra

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L’ultima strage mercoledì scorso. Un uomo di 43 anni, secondo quanto rilevato dalla polizia, è entrato in due bar dove si fuma narghilè di Hanau, vicino Francoforte, in Germania, e ha ucciso nove persone e ne ha ferite almeno quattro. Poi è tornato a casa e, sempre secondo le forze dell’ordine, si è suicidato dopo aver ucciso sua madre. Ha lasciato una lettera e un video in cui ha rivendicato la responsabilità dell’attacco.

Gli investigatori stanno seguendo la pista dell'attacco terroristico. La scelta degli obiettivi - le tipologie dei due bar e quanto dichiarato nella lettera e nei video diffusi dall’autore sospettato degli attacchi - danno credito a questa ipotesi. I due locali sono situati in zone della città abitate principalmente da immigrati e le prime vittime dell'attacco sono di origine curda. «Le nostre attuali informazioni a disposizione convergono tutte verso un movente», ha dichiarato il ministro degli Interno dello Stato dell’Assia, Peter Beuth, che ha aggiunto che l’uomo non era noto né alla polizia né all’intelligence come un estremista (e perciò non era nemmeno sotto sorveglianza).

Uno dei magistrati tedeschi che si stanno occupando dell’indagine, Peter Frank, ha fatto sapere che il documento e un breve video postato dall’autore dell’attacco su YouTube cinque giorni prima della strage dimostrano che l’uomo «non aveva solo pensieri da pazzo e complesse teorie complottiste, ma anche una mentalità razzista».

Il contenuto del documento di 24 pagine diffuso pochi giorni prima dell’attacco non sembrano lasciare dubbi sulle posizioni di estrema destra e anti-immigrazione dell’uomo, spiega su Twitter Peter Neumann, esperto di terrorismo al King's College di Londra, che ha potuto leggere il testo.

“Odia gli stranieri e tutte le persone che non hanno la pelle bianca", “Anche se non ha espressamente parlato di Islam, chiede lo sterminio di vari paesi in Nord Africa, Medio Oriente e Asia Centrale (che sono per lo più musulmani)”, “Giustifica la sua richiesta di uccidere le popolazioni di interi paesi in termini esplicitamente eugenetici”, ha twittato Neumann.

Anche la Amadeu Antonio Stiftung, una fondazione tedesca che combatte l'estremismo di estrema destra, non ha dubbi sull’origine dell’attacco: «Sentiva una grande minaccia per se stesso e il suo popolo e credeva di essere stato scelto per difenderli con la forza dai nemici esterni», ha detto a Vox Robert Lüdecke, responsabile delle pubbliche relazioni dell'organizzazione. 

Non c’è dubbio che l’estremismo di destra sia diventato una questione all’ordine del giorno per la Germania. 

I neonazisti e altri gruppi di estrema destra hanno commesso 8.605 attacchi a livello nazionale nella prima metà del 2019, secondo il ministero degli interni tedesco, 900 in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Circa 180 persone sono rimaste ferite in queste azioni e solo 23 persone su 2.625 sospetti sono state arrestate. 

Il problema, spiega ancora Neumann, è che potrebbe essere solo la punta dell’iceberg: «Più che il numero di attacchi, è aumentata la gravità di queste azioni. Ormai le persone di estrema destra sembrano contemplare l’uso della violenza».

Secondo un rapporto pubblicato dalle autorità tedesche l'anno scorso, la polizia locale ha sequestrato 1.091 armi da estremisti di destra nel 2018, il 61% in più rispetto al 2017. 

Un portavoce dell’Ufficio federale della polizia criminale (BKA) ha riferito all’agenzia di stampa tedesca Redaktionsnetzwerk Deutschland che al momento dell’attacco era in possesso di un elenco di sessanta persone che considerava appartenenti al gruppo di estrema destra Gefährder, un’organizzazione criminale ritenuta una minaccia per la sicurezza pubblica.

Secondo l'Ufficio federale per la protezione della Costituzione, agenzia di sicurezza interna tedesca, circa 12.700 estremisti di estrema destra sono "orientati alla violenza" e la loro radicalizzazione sta diventando sempre più rapida grazie alle comunicazioni online. Come nel caso di un gruppo terroristico di destra recentemente smantellato o di Stephan B., autore nell’ottobre 2019 di un attentato a una sinagoga di Halle, nella Germania orientale, nel giorno della festa ebraica dello Yom Kippur. Armato di granate fatte in casa e fucili d’assalto, non è riuscito a entrare nell'edificio ma ha comunque ucciso due passanti prima di essere arrestato.

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In base ai dati raccolti dalle autorità tedesche, dalla riunificazione della Germania nel 1990 a oggi, sono 94 le vittime di attacchi di estrema destra nel paese, ma la Fondazione Amadeu Antonio Stiftung stima che il numero sia molto più alto, quasi 200, perché – spiega l’organizzazione – nei dati ufficiali non sempre i crimini commessi sono motivati politicamente ma spesso sono attribuiti alla vendetta privata o ad altri moventi.

Oltre all’attacco di Halle, nel 2019, a giugno, è stato ucciso Walter Lübcke, politico della CDU, colpito da un proiettile alla testa dall’estremista di destra Stephan E. L’autore dell’attacco avrebbe affermato di aver ucciso Lübcke perché durante una riunione del municipio nell'ottobre 2015, si era detto favorevole all’apertura di un nuovo centro di accoglienza per i rifugiati e aveva parlato pubblicamente in loro difesa. Da allora Lübcke era diventato vittima di una campagna di odio, online e non solo, alimentata da gruppi di estrema di destra.

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Tra il 2015 e il 2016, con l’aumento del numero di rifugiati in Germania, è salito il numero di attacchi ai centri di accoglienza. Solo nel 2016 sono state registrate 995 azioni di questo tipo.

Nel 2015, un gruppo terroristico di estrema destra, che si è autodefinito "Gruppe Freital", ha effettuato numerosi attacchi nei confronti di rifugiati e delle organizzazioni a loro sostegno. Nel 2018, otto membri del gruppo sono stati condannati per aver fondato un'organizzazione terroristica. A maggio dello stesso anno, i membri del gruppo neo-nazista "Oldschool Society" sono stati arrestati in cinque diverse città tedesche poco prima che colpissero centri per rifugiati, moschee e scuole. A ottobre, sempre del 2015, un estremista di destra ha pugnalato al collo Henriette Reker, candidata indipendente per diventare sindaco di Colonia. Era stata presa di mira per le sue posizioni sugli immigrati. Reker fu eletta sindaca di Colonia il giorno successivo. Nel 2017 il sindaco di Altena, il democratico cristiano Andreas Hollstein, è stato minacciato con un coltello al collo in uno snack bar. Solo l’intervento del gestore del locale salvò il sindaco dall’attacco.

E poi c’è il caso del gruppo terroristico neonazista National Socialist Underground (NSU), a lungo sconosciuto all’opinione pubblica tedesca. Tra il 2000 e il 2007 Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos - che la polizia sapeva essere neonazisti - hanno ucciso nove persone di origine immigrata e un ufficiale di polizia. Nel novembre 2011 il gruppo fu costretto a fuggire dopo una rapina in banca e Böhnhardt e Mundlos si suicidarono. Nel 2018, il terzo membro del gruppo, Beate Zschäpe, è stato condannato all'ergastolo per gli omicidi commessi.

Il caso della NSU ha sollevato la questione di come in Germania le autorità e i media abbiano per troppo tempo trascurato il pericolo del terrorismo di destra nel paese. Per anni, la polizia aveva sospettato che gli autori di quegli omicidi (noti come i “Döner murders” perché due delle persone uccise erano di origine turca e lavoravano in fast-food) fossero persone vicine alle vittime di quegli attacchi.

Alla luce degli attacchi di tutti questi anni, l'attentato di Hanau ripropone la questione con ulteriori elementi di complessità: i mondi dei neonazisti organizzati e dei terroristi cresciuti su Internet sembrano iniziare a fondersi. Oggi, commenta DW, i servizi di sicurezza tedeschi devono affrontare altri due gravi problemi nel contrastare l'estremismo ideologico: devono essere in grado di rilevare chi potrebbe andare oltre le proprie fantasie di violenza e commettere attacchi reali, e devono anche scoprire da dove provengono fondi e armi e quali sono le reti del proprio radicamento e le fonti di ispirazione per gli eventuali attentati che queste persone commetteranno. 

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Proprio la scorsa settimana, la polizia tedesca è intervenuta in 13 appartamenti in tutto il paese e ha smantellato una cellula terroristica che stava presumibilmente pianificando di portare la Germania in uno "stato di guerra civile" commettendo attacchi "ancora indefiniti" a politici, richiedenti asilo e musulmani. La cellula terroristica era stata assemblata perlopiù attraverso chat room e servizi di messaggistica, e molti dei suoi affiliati non si erano mai incontrati di persona, a ulteriore dimostrazione che “le vecchie minacce possono assumere una nuova forma”, come sottolineato dal presidente della Repubblica federale tedesca Frank-Walter Steinmeier. Sono stati arrestati quattro presunti aggressori e altri otto individui, sospettati di sostenere questa cellula. Ora gli investigatori devono trovare prove sufficienti per portare a processo le 12 persone arrestate.

Non è affatto certo, tuttavia, che il Tribunale apra un procedimento penale, come dimostra il precedente di Franco A., tenente della Bundeswehr, le forze armate tedesche, sospeso e arrestato nel 2017 dopo essere stato accusato della "preparazione di un grave atto di sovversione violenta". Il soldato era sospettato di aver pianificato un attacco terroristico da attribuire agli immigrati siriani. Franco A. si era persino registrato come rifugiato e aveva presentato domanda di asilo in Germania. Sebbene esistessero prove del fatto che avesse accumulato armi ed esplosivi e che fossero noti i nomi delle potenziali vittime (tra cui l’attuale ministro degli Esteri, Heiko Maas), il tribunale regionale superiore di Francoforte ha lasciato cadere le accuse sulla base del fatto che "non c'erano prove sufficienti". Secondo la corte era chiaro "l’atteggiamento razzista etno-nazionalista e antisemita", ma era anche "altamente probabile" che il tenente della Bundeswehr non avesse ancora preso una "ferma decisione" per compiere attacchi. Il caso ha scatenato grande scalpore in Germania sull’estremismo di destra all'interno dei ranghi dell’esercito.

Il governo tedesco, intanto, sta prendendo provvedimenti per combattere l'odio online anche se poi non si tramuta in violenza fisica. A dicembre, il ministro degli interni tedesco Horst Seehofer ha dichiarato che il governo avrebbe creato 600 nuove posizioni di intelligence per identificare, rintracciare e sradicare reti violente di destra. Alcuni giorni fa, il governo ha approvato un disegno di legge che mira a reprimere i discorsi di odio (tra i quali sono stati inclusi la propaganda di estrema destra, le rappresentazioni grafiche di violenza, minacce di omicidio o stupro, post che indicano che qualcuno sta preparando un attacco terroristico o la diffusione di immagini di abusi sessuali nei confronti di minori). Attualmente i social networks sono già obbligati a eliminare tali post dalle loro piattaforme. Se diventerà legge [ndr, le misure attendono l'approvazione del Bundestag, la Camera bassa della Germania, e il Bundesrat, la Camera alta del Parlamento], le minacce di morte e stupro online potrebbero essere punite con una reclusione fino a tre anni. La pena massima per le minacce è attualmente di un anno. Una condanna ancora più dura di un massimo di cinque anni potrebbe essere applicata nei casi che colpiscono i politici locali.

Il disegno di legge arriva sulla scia delle crescenti minacce online contro i politici di tutta la Germania. Il governo spera di combattere l'estremismo online chiedendo anche ai social come Facebook di denunciare alcune forme di incitamento all'odio e propaganda all'Ufficio federale di polizia criminale. La divisione del crimine informatico con sede a Colonia è stata in grado di identificare 130 persone sospettate di crimini di odio online dalla Germania e dall'estero negli ultimi due anni.

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Ma, spiega la caporedattrice di DW, Ines Pohl, la risposta a questa escalation di violenza e alla diffusione di discorsi d’odio e di razzismo, che poi creano facile diffusione online e creano lo spazio per poter solo pensare attacchi violenti e criminali, “non può essere affidata ai giganti di Internet come Facebook o Twitter da soli”.

La brutale violenza di tutti questi attacchi, che hanno scosso la Germania in tutti questi anni, deve essere un campanello d'allarme sia per i politici che per la società civile. “La cancelliera Angela Merkel ha detto che «il razzismo e l’odio sono un veleno presenti nella nostra società e sono la causa di troppi eventi tragici», ma questa spiegazione da sola non è sufficiente. La risposta deve essere una clamorosa dichiarazione di guerra contro tutte le ideologie disumane e contro la loro diffusione online”, prosegue Pohl.

Gli autori di questi atti sono uniti da un odio per tutto ciò che non corrisponde alla loro definizione etnica di Germania e, “indipendentemente dal fatto che fossero affiliati o meno ad altri individui o gruppi estremisti di destra, dobbiamo accettare che questa escalation di odio ha raggiunto il cuore del paese. I politici e la società civile devono affrontare il fatto che il terreno fertile per questi assassini è l'ideologia estremista razzista, misogina e di destra che in alcuni ambienti è tornata socialmente accettabile”.

Lo Stato, scrive ancora Pohl, deve trovare gli strumenti giusti per garantire la sicurezza individuale di tutti i cittadini indipendentemente da etnia, religione o genere. La questione non è solo la Rete che consente ad “anime povere e confuse” di sfogarsi, “Hanau è un'ulteriore prova del fatto che questo tipo di retorica odiosa ha delle conseguenze e può essere mortale”.

Da questo punto di vista, molti politici hanno individuato nel partito di estrema destra Alternative for Deutschland (AfD) uno dei principali propulsori di questo tipo di retoriche razziste che poi si prestano a diventare terreno fertile per attacchi violenti, e hanno chiesto che AfD sia posto sotto sorveglianza.

Lars Klingbeil, segretario generale dei socialdemocratici (SPD), al governo insieme ai democratici cristiani (CDU) di Angela Merkel, ha chiesto che l’AfD sia messo sotto sorveglianza perché ha contribuito alla normalizzazione delle retoriche razziste ed estremiste di destra. "L’AfD è complice dell’aumento della violenza di destra", ha dichiarato Boris Pistorius, ministro degli interni dello Stato della Bassa Sassonia, e membro dell’SPD. 

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Il partito di estrema destra ha respinto ogni collegamento all’attacco di Hanau, definendolo una "strumentalizzazione squallida e disgustosa di questo mostruoso crimine".

Nato come partito anti-euro, l'AfD è salito alla ribalta politica sulla scia delle ondate migratorie in Germania nel 2015, quando circa 1 milione di rifugiati sono arrivati ​​in Germania. Ha ottenuto il 12,6% dei voti alle ultime elezioni ed è rappresentato nei parlamenti di ciascuno dei 16 stati tedeschi. Ha spesso chiesto il rimpatrio forzato degli immigrati e sostiene che i rifugiati siano una minaccia per la sicurezza in Germania. Il suo membro più importante, Björn Höcke, ha definito il memoriale dell'Olocausto a Berlino un "monumento della vergogna", mentre uno dei suoi leader, Alexander Gauland, ha definito l'era nazista "una semplice stronzata" nella storia della Germania.

Immagine in anteprima via Rainews

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