L’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia
10 min letturaAggiornamento 17 ottobre 2022: A cinque anni dall'omicidio della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia, i fratelli George e Alfred Degiorgio hanno confessato di essere tra gli esecutori materiali della sua uccisione e sono stati condannati a 40 anni di carcere.
I fratelli Degiorgio hanno ammesso di essere i sicari che hanno studiato e realizzato il piano per uccidere, che si sono procurati la bomba, l'hanno piazzata e fatta esplodere.
Con i fratelli Degiorgio, salgono a quattro i colpevoli materiali accertati dell'omicidio. Oltre a loro, Vince Muscat, che ha patteggiato 15 anni di pena in cambio delle prove contro i due sicari, e l'intermediario Melvin Theuma, che ha ottenuto il condono di tutti i suoi reati in cambio delle prove che hanno incastrato il mandante, il tycoon Yorgen Fenech, arrestato a novembre 2019 mentre tentava la fuga con uno yacht di famiglia. Entro fine anno avrà inizio la fase dibattimentale del processo nei suoi confronti.
"Oggi non è stata fatta giustizia, è stato fatto solo un piccolo passo", ha affermato la presidente dell'Europarlamento, la maltese Roberta Metsola. "Ora avanti con quelli che hanno ordinato e pagato l'omicidio, con chi li ha protetti e quelli che hanno passato due anni facendo tutto il possibile immaginabile per cercare di insabbiare tutto".
Aggiornamento 6 luglio 2022: In un’intervista alla Reuters, George Degiorgio, l’uomo accusato di aver fatto esplodere l'autobomba che ha ucciso la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia, ha confessato di essere l’autore dell’omicidio. Parlando dal carcere, Degiorgio ha aggiunto che farà i nomie delle altre persone coinvolte nell’omicidio.
George Degiorgio era stato arrestato due mesi dopo l’uccisione di Caruana Galizia, insieme a suo fratello Alfred e a Vince Muscat, già noti alla polizia maltese, sono stati incriminati per l’omicidio della giornalista e sono in attesa di un processo. “Se avessi saputo di più su chi era Daphne Caruana Galizia, avrei chiesto 10 milioni. Non 150.000”, ha detto Degiorgio, riferendosi alla somma in euro che, a suo dire, gli è stata pagata per uccidere il giornalista. Caruana Galizia stava indagando sugli alti livelli di corruzione nella politica e tra le élite commerciali e criminali maltesi.
L’intervista di Degiorgio – condotta durante le ricerche per un podcast sul caso Caruana Galizia, intitolato “Chi ha ucciso Daphne?” – è arrivata dopo diversi tentativi da parte dei suoi avvocati, a partire dal 2021, di ottenere la grazia in cambio di una testimonianza sul ruolo dell’imputato nell'omicidio di Caruana Galizia e su altri presunti crimini che coinvolgono personaggi di spicco dell'isola.
Alla Reuters Degiorgio ha dichiarato che intende dichiararsi colpevole prima dell’inizio di un eventuale processo con giuria per cercare una riduzione della pena per sé e per suo fratello Alfred: “Non andremo a fondo da soli!”. Degiorgio ha detto di essere disposto a testimoniare che una figura politica maltese di spicco aveva cercato di organizzare un omicidio di Caruana Galizia due anni prima e che due ex ministri di alto livello sarebbero stati coinvolti in una rapina a mano armata.
Finora, entrambi i fratelli Degiorgio avevano negato di essere coinvolti nell'omicidio. Muscat si è dichiarato colpevole delle accuse di omicidio nel 2020 ed è stato condannato a una pena ridotta di 15 anni di carcere in cambio della testimonianza su questo caso e su alcuni altri crimini.
Anche uno dei più ricchi uomini d'affari dell'isola, Yorgen Fenech, è stato accusato nel novembre 2019 di aver commissionato l’omicidio a Degiorgio e ai suoi due complici. Fenech ha negato l'accusa ma non ha ancora presentato la sua difesa. In una dichiarazione, il suo avvocato, Gianluca Caruana Curran, ha affermato che Fenech intende dimostrare in tribunale “di non aver mai voluto, cercato attivamente o suggerito” l'assassinio di Caruana Galizia.
Il 16 ottobre di due anni fa, Daphne Caruana Galizia, una delle più note giornaliste investigative maltesi, è stata uccisa a Malta da una bomba posizionata all'interno di una macchina noleggiata che stava guidando.
The Valletta protest memorial to #DaphneCaruanaGalizia beautifully lit on the eve of the second anniversary of her assassination. This will be destroyed again in the next few hours by the Ministry of Justice’s ‘cleansing department’. pic.twitter.com/iSWV3MXpM3
— Rebecca Vincent (@rebecca_vincent) October 15, 2019
Circa due mesi dopo l'omicidio della giornalista, tre uomini – i fratelli Alfred e George Degiorgio e Vince Muscat –, già noti alla polizia maltese, sono stati incriminati per l’omicidio della giornalista e sono in attesa di un processo. Non si hanno invece ancora notizie su possibili mandanti. Pieter Omtzigt, nominato dal Consiglio d'Europa per monitorare il caso dell'uccisione di Galizia, ha denunciato presunti fallimenti e mancanze della polizia maltese nell'indagine e ha dichiarato di temere che le autorità non hanno preso in considerazione prove che potrebbero portare a chi ha commissionato l'omicidio .
Anziché accettare alcune delle carenze nel processo di indagine e lavorare per risolverle, il governo maltese, guidato da Joseph Muscat, ha scelto la difesa e ha criticato Omtzigt, scrive Ewelina U. Ochab su Forbes. Anche Corinne Vella, sorella della giornalista uccisa, che insieme ai figli di Daphne Caruana Galizia, Matthew, Andrew e Paul, porta avanti la battaglia per far luce sui mandanti dell'assassinio, in un'intervista al Manifesto, ha sottolineato che «la magistratura e l’esecutivo si sono rivelati inadeguati».
Galizia aveva 53 anni e, come scrisse all'epoca John Henley, corrispondente a Malta per il Guardian, “si era fatta molti nemici in 30 anni di attività da quando aveva iniziato a scavare sugli alti livelli di corruzione nella politica e tra le élite commerciali e criminali maltesi – che spesso, direbbe lei, coincidono o perlomeno sono strettamente connesse”.
La sua carriera era cominciata agli inizi degli anni ‘90 come giornalista per The Malta Independent e The Malta Independent on Sunday. Circa 10 anni fa, poi, nel 2008, aveva aperto il blog Running Commentary, divenuto nel tempo uno dei più letti e popolari dell’isola. Politico, che l’aveva inserita al 26esimo posto nella classifica delle “28 personalità che stanno agitando l'Europa” nel 2017 definendola “‘una donna Wikileaks’ che conduceva una battaglia alla non trasparenza e alla corruzione nel suo paese. Nel 2016 la giornalista, partendo da quanto emerso dall’inchiesta denominata “Panama Papers” che riguardava società offshore con nomi internazionali di azionisti e manager coinvolti, aveva pubblicato la notizia del coinvolgimento nello scandalo di alcuni politici governativi. Per i suoi post, articoli e per gli argomenti trattati, Caruana Galizia subiva quasi quotidianamente minacce di morte e attacchi.
Due anni fa oggi veniva uccisa la collega Daphne Caruana Galizia. Abbiamo provato a proseguire il suo lavoro insieme ad altri 45 giornalisti di 18 testate internazionali https://t.co/wDg8pGVb6x
— IRPI (@irpinvestigates) October 16, 2019
Il lavoro giornalistico di Daphne è stato poi raccolto e proseguito da 45 giornalisti di 18 testate internazionali e coordinato dalla nonprofit francese Forbidden Stories, racconta l'IRPI (Investigative reporting project Italy): "Un’inchiesta comune che si è data il nome di 'Daphne Project' (#daphneproject), Progetto Daphne, e di cui IRPI fa parte in collaborazione, per l’Italia, con Repubblica". Un progetto a cui hanno partecipato diverse testate, tra cui Süddeutsche Zeitung, Reuters, The Times of Malta, Le Monde, The Guardian, The New York Times e Die Zeit.
Aggiornamento 20 novembre 2019: Le autorità maltesi hanno arrestato Yorgen Fenech, un noto uomo di affari maltese, in relazione all'omicidio di Daphne Caruana Galizia, uccisa a Malta il 16 ottobre di due anni fa. Fenech, a capo di un fondo su cui la giornalista aveva indagato, è stato intercettato dalle forze armate mentre con il suo yacht, partito all'alba, stava lasciando l'isola e costretto a ritornare in porto. La polizia non ha ancora rilasciato dettagli sull'operazione e sulle accuse nei confronti dell'uomo.
17 Black owner's boat intercepted at sea by AFM https://t.co/mB82IRHgcm
— Times of Malta (@TheTimesofMalta) November 20, 2019
Il primo ministro maltese Joseph Muscat ha confermato comunque che Fenech è ritenuto una "persona di interesse" nelle indagini sulla morte della giornalista investigativa. La notizia arriva il giorno dopo quella sulla grazia concessa, in cambio di collaborazione e prove, a un sospettato arrestato nei giorni scorsi che aveva affermato di sapere chi fossero i mandanti dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia.
Confirmed: Yorgen Fenech was on the boat and tried to escape Malta. This is the man whose role was to remit bribe payments to Muscat’s chief of staff. Who is still his chief of staff. https://t.co/2sMbu6lzMO
— Matthew Caruana Galizia (@mcaruanagalizia) November 20, 2019
Fenech è un albergatore, direttore della compagnia elettrica maltese e, come si è scoperto in seguito, titolare del fondo segreto 17 Black, ricostruisce Associated Press: otto mesi prima di morire Caruana Galizia nel suo blog aveva scritto che una società chiamata 17 Black era collegata a politici maltesi, non fornendo però prove specifiche. Dopo il suo omicidio, questa traccia è stata raccolta dal "Daphne Project" (ndr un lavoro di inchiesta portato avanti da 18 testate internazionali). Nell'aprile 2018 è uscita la notizia che a capo della 17 Black c'era Yorgen Fenech. In base a un'inchiesta della Reuters era anche emerso che il capo di gabinetto del primo ministro, Keith Schembri e il ministro del Turismo, Konrad Mizzi erano stati beneficiari di fondi transitati attraverso la 17 Black per servizi non specificati. I due avevano negato le accuse.
Aggiornamento 22 luglio 2020: Melvin Theuma, teste chiave del processo sull'uccisione della giornalista Daphne Caruana Galizia, è stato trovato con la gola tagliata e le corde vocali recise, ma ancora in vita. Ora è in condizioni critiche. Theuma – un passato di usura ed estorsione – è considerato “l’intermediario” tra colui che è ritenuto il mandante dell’omicidio, l’imprenditore maltese Yorgen Fenech, e gli esecutori materiali dell’assassinio della giornalista, e avrebbe dovuto testimoniare proprio oggi, 22 luglio, durante il processo per ricostruire la filiera dell'omicidio, come già fatto in interrogatori precedenti davanti alle autorità maltesi, e fornire ulteriori dettagli sul ruolo del presunto mandante, Fenech, vicino a due figure legate al premier maltese Joseph Muscat, vale a dire il ministro del Turismo Konrad Mizzi e il capo di gabinetto del primo ministro, Keith Schembri. Theuma era stato graziato lo scorso novembre dal Primo Ministro maltese in cambio di una testimonianza contro Fenech, dopo aver confessato il suo ruolo di intermediario nell’omicidio.
Restano da chiarire le circostanze dell'accaduto considerato che Theuma è sotto sorveglianza 24 ore su 24 da parte della polizia 24 ore su 24 in quanto testimone chiave. Da alcuni giorni, però, la sorveglianza all'interno della sua abitazione era stata sospesa su richiesta stessa di Theuma per ragioni di privacy, stando a quanto dichiarato dal commissario di polizia di Malta, Angelo Gafà. Theuma avrebbe detto all’ispettore Keith Arnaud, a capo delle indagini sull'omicidio Caruana Galizia, di essersi ferito da solo.
La famiglia Caruana Galizia ha chiesto una task force investigativa congiunta tra Europol e la polizia di Malta.
Martedì 23 febbraio 2021: Vince Muscat si è dichiarato colpevole dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia, riporta Times of Malta. Due mesi dopo l'assassinio della giornalista maltese, Muscat, insieme ai fratelli Alfred e George Degiorgio, era stato incriminato dalla polizia per la morte della donna.
BREAKING NEWS
Vince Muscat pleads guilty to the murder of #DaphneCaruanaGalzia.
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— Times of Malta (@TheTimesofMalta) February 23, 2021
Questa dichiarazione di colpevolezza di Muscat, prosegue Times of Malta, rompe di fatto la strategia legale difensiva adottata finora dai tre imputati. L'uomo ha raggiunto un accordo di patteggiamento con i pubblici ministeri per fornire ulteriori informazioni sull'omicidio. Dopo la sua dichiarazione di colpevolezza, Muscat è stato così condannato a 15 anni di carcere e al risarcimento di 42mila euro di spese processuali.
Lo stesso giorno, durante un'operazione di polizia, sono stati arrestati i fratelli Adrian e Robert Agius e il loro socio Jamie Vella con l'accusa di essere coinvolti nella fornitura della bomba utilizzata nell'attentato nei confronti di Daphne Caruana Galizia. I tre uomini erano già stati arrestati e poi rilasciati nel 2017 durante un raid delle forze dell'ordine per cercare gli assassini della donna.
Dopo la notizia della confessione, la famiglia di Daphne Caruana Galizia ha espresso la speranza che questo fatto serva a ottenere la piena giustizia per l'assassinio della giornalista.
Aggiornamento 30 luglio 2021: Un'inchiesta indipendente, condotta da un giudice in carica e altri due in pensione, è giunta alla conclusione che il governo maltese deve assumersi la responsabilità dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia per aver creato una “cultura dell'impunità” che ha agevolato gli autori dell'attentato.
Lo Stato – si legge nel rapporto di 437 pagine – “non ha riconosciuto i rischi reali e immediati” per la vita della giornalista investigativa e “non ha adottato misure ragionevoli per evitare" la sua uccisione.
Daphne Caruana Galizia è stata uccisa da un'autobomba mentre si allontanava da casa sua il 16 ottobre 2017. Nel 2016 la giornalista, partendo da quanto emerso dall’inchiesta denominata “Panama Papers” che riguardava società offshore con nomi internazionali di azionisti e manager coinvolti, aveva pubblicato la notizia del coinvolgimento nello scandalo di alcuni politici governativi. Per i suoi post, articoli e per gli argomenti trattati, Caruana Galizia subiva quasi quotidianamente minacce di morte e attacchi.
I pubblici ministeri ritengono che l'omicidio sia stato architettato dall'uomo d'affari Yorgen Fenech, che aveva stretti legami con alti funzionari del governo. Fenech, in attesa di giudizio per concorso in omicidio, ha negato ogni responsabilità. Tre uomini sospettati di aver fatto esplodere la bomba sono stati arrestati nel dicembre 2017. Da allora uno si è dichiarato colpevole e sta scontando una pena detentiva di 15 anni. Gli altri due sono in attesa di giudizio.
Secondo l’indagine la cultura di impunità era diventata pervasiva nei più alti livelli di potere all'interno del governo dell'epoca, “dagli organismi di regolamentazione fino alla polizia” e ha portato “a un crollo dello Stato di diritto". L'ex primo ministro Joseph Muscat si è dimesso nel dicembre 2019 dopo l'arresto di Fenech pur non essendo mai stato accusato di alcun illecito.
Nel loro rapporto, i giudici hanno attribuito a Muscat la responsabilità indiretta delle circostanze che hanno portato all'omicidio, citando la sua mancata azione contro il suo capo di gabinetto, Keith Schembri, e l'ex ministro dell'energia Konrad Mizzi per le loro società segrete, rivelate dai Panama Papers, e i loro presunti legami con 17 Black, una società segreta di proprietà di Fenech.
In una nota, la famiglia Caruana Galizia ha dichiarato: "I risultati dell'inchiesta confermano la convinzione che la nostra famiglia ha tenuto dal momento in cui Daphne è stata assassinata: che il suo assassinio è stato il risultato diretto del crollo dello Stato di diritto e dell'impunità che lo Stato ha fornito alla rete corrotta che lei denunciava”.
Foto in anteprima via Radio france