Corriere/CGIL: Non è un attacco alla libertà di stampa
3 min letturaCome tutti sappiamo oggi il Corriere della Sera non era in edicola. Secondo il direttore Ferruccio De Bortoli la responsabilità è da attribuire al segretario della CGIL Susanna Camusso.
Al di là di come stanno le cose, mi ha colpito che nel dibattito che ne è scaturito si sia parlato si "attacco alla libertà di stampa". Qualcuno ha anche criticato aspramente e duramente la Federazione Nazionale della Stampa per il suo silenzio. (C'è anche un dibattito collaterale sulla possibilità per il Corriere di aggirare lo sciopero con versioni online etc. etc.)
Lo ha fatto per esempio Vittorio Zambardino con un post su facebook:
Signori della Fnsi, ma la vogliamo dire una parola sulla rappresaglia Cgil ai danni del Corriere, per cui oggi quel giornale non esce? O l'antidemocrazia, quando è praticata a sinistra, va bene? (qui un aggiornamento)
Ed anche Pierluigi Battista in una intervista a Radio Radicale.
Ho mandato perciò una mail a Roberto Natale, Presidente della Federazione Nazionale della Stampa, chiedendogli spiegazioni e chiedendo conto del loro silenzio. Natale mi ha risposto inviandomi la sua replica a Pierluigi Battista.
Caro Battista, poiché dai microfoni di "Radio Radicale" ti ho sentito parlare di "pavidità" e di "silenzio complice" della Fnsi, ci tengo ad offrirti il mio punto di vista (assai diverso dal tuo, come puoi immaginare). In edicola oggi sono assenti Corriere, Gazzetta, Unità e Nazione (Il Tirreno ndr).
L'elenco rende decisamente poco credibile l'ipotesi che si sia trattato di una "vendetta" specificamente indirizzata contro il Corriere per punirlo della sua linea in materia sindacale. Cosa avrebbe dovuto fare allora la Fnsi? Mettere in questione il diritto di scioperare dei lavoratori poligrafici (come se quel diritto valesse pienamente solo per noi giornalisti)?
Quanto poi al fatto che - come sostieni - la mancata uscita di oggi sarebbe un'altra forma di quel bavaglio contro il quale il sindacato dei giornalisti cerca di battersi, mi pare che tu faccia una interessata confusione: tra giornali che non escono per libera scelta di coloro che concorrono a produrli (tali sono i poligrafici) e giornali che non escono perché qualcuno al governo pensa che siano troppo fastidiosi (penso ad esempio a certe trasmissioni politiche Rai bloccate l'anno scorso durante la campagna elettorale).
A me la differenza appare chiarissima: è quella che c'è tra un diritto costituzionalmente garantito e un sopruso. Il dispiacere per non essere oggi in edicola - che capisco - non può annebbiarti la vista fino a questo punto.
Buon lavoro.
Roberto Natale
Aggiornamento > Qui la replica di Pierluigi Battista a Roberto Natale:
Caro Natale, non rovesciare la frittata. La novità è stato lo sciopero selettivo secondo criteri del tutto arbitrari. Il problema è capire perché tutte le altre testate "omologhe" siano uscite malgrado lo sciopero e altre no. Lo sciopero selettivo, ripeto, è odioso: ne colpisci uno per far festa agli altri. Mi spiace che il responsabile del sindacato dei giornalisti sia così ideologicamente annebbiato da non capire la gravità di questa selettività, dove lo sciopero "generale" diventa "particolare". In secondo luogo credo alle parole del mio direttore, uomo che come dovresti sapere non è un pericoloso mostro anti-sindacale. E la Camusso con lui ha detto esplicitamente, e il direttore lo ha scritto, che un giornale che aveva attaccato così ferocemente la Cgil non poteva pretendere trattamenti di favore (la deroga). Libero tu di non interrogarti nemmeno sul perché la deroga viene concessa nella quasi generalità dei casi e non concessa al Corriere. Ma non credo che te lo chiederai: anche la vostra attenzione, come è noto, è molto selettiva.
Un caro saluto.
Pierluigi Battista
P.S. Questa è la risposta del sindacato al direttore De Bortoli:
SCIOPERO CGIL: SLC A DE BORTOLI,SU CORRIERE DECISIONE E' DELLA CATEGORIA (ASCA) - Roma, 5 set - In una lettera di risposta al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, le Rsu del quotidiano di via Solferino, insieme alla strutture territoriale di Milano e alla segreteria nazionale della Slc Cgil, respingono le accuse chiarendo come ''nessuno ha mai minacciato ritorsioni in caso di uscita del giornale''. ''Non e' nella tradizione e nella storia personale dei suoi dirigenti - sottolineano i sindacati -, in azienda e fuori. La Cgil non usa l'arma del ricatto ed il Corriere della sera non e' in alcun modo ricattabile''. La lettera stigmatizza l'idea, contenuta nella nota del direttore del Corriere, di una responsabilità diretta di Susanna Camusso, segretario generale della CGIL. ''Probabilmente - spiegano i rappresentanti dei lavoratori -, in quest'epoca di estrema personalizzazione della politica che ha contagiato non poco il modello di democrazia di questo paese, la Cgil rimane un organismo dove i processi decisionali hanno un'architettura più complessa. Non riusciamo, sinceramente, a registrarlo come un limite'', rilevano i firmatari della lettera dopo aver evidenziato come la decisione sulla mancata esenzione del Corriere dallo sciopero e' della ''categoria nazionale, di concerto con la confederazione, sentite le Rsu interessate e le strutture territoriali''.
Arianna Ciccone
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