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Cambiamento climatico, le nuove generazioni in piazza in tutto il mondo contro l’inerzia della politica

13 Marzo 2019 5 min lettura

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Cambiamento climatico, le nuove generazioni in piazza in tutto il mondo contro l’inerzia della politica

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“Tutti sono necessari. Tutti sono benvenuti”. Con queste parole Greta Thunberg ha lanciato lo sciopero internazionale per venerdì 15 marzo per chiedere ai governi dei paesi di tutto il mondo azioni concrete contro la minaccia del cambiamento climatico. Sono attesi eventi in 98 Stati – in Europa, negli Stati Uniti, in Sud America, ma anche in Russia, India, Cina – e in oltre 1300 città (qui la mappa aggiornata).

Tutto è iniziato la mattina del 20 agosto dello scorso anno, quando a Stoccolma, in Svezia, una ragazzina di 15 anni salta la scuola per manifestare da sola all'esterno della sede del Parlamento, alla vigilia delle elezioni politiche che si sarebbero tenute in Svezia il mese successivo. La sua richiesta era la riduzione delle emissioni di carbone come previsto dall'accordo di Parigi. Per le prime tre settimane Greta ha protestato tutti i giorni. Dalla quarta in poi, subito dopo lo svolgimento delle elezioni, tutti i venerdì.

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Dopo quella prima volta, Greta Thunberg non è stata più sola. A lei si sono unite infatti sempre più persone da tutto il mondo. L'attenzione per la sua battaglia è diventa internazionale. A febbraio ha portato il suo messaggio all'evento "rEUnaissance", organizzato in una delle sedi della Commissione Europea, e ha chiesto interventi concreti davanti al presidente Jean-Claude Juncker. Di giorno in giorno, gruppi di persone si sono uniti sotto l'hashtag #FridaysforFuture ispirati dalle azioni di Greta, con manifestazioni in diverse parti del mondo.

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Più di cento marce e manifestazioni sono previste anche in Italia.

Un rapporto sulle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra pubblicato lo scorso 20 novembre dalla World Meteorological Organization (WMO) ha certificato che i livelli dei gas che intrappolano il calore nell'atmosfera hanno raggiunto livelli comparabili solo a milioni di anni fa, quando la temperatura era più elevata dai 2 ai 3 gradi e il livello del mare dai 10 ai 20 metri più alto, e non c’è alcun segno di inversione in questa tendenza.

Il responsabile del WMO, Petteri Taalas, ha avvertito che «senza un rapido taglio delle emissioni di anidride carbonica e dei gas responsabili dell’effetto serra, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi e irreversibili sulla vita sulla Terra. La finestra di opportunità per agire è praticamente chiusa». L'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha concluso che per evitare danni irreparabili al nostro ecosistema, carestie, siccità, scioglimento dei ghiacciai, distruzione delle barriere coralline, depauperamento delle specie vegetali e animali, migrazioni forzate a causa di inondazioni e catastrofi naturali, bisogna azzerare le emissioni di anidride carbonica entro la metà del secolo in modo tale da mantenere l’innalzamento delle temperature sotto gli 1,5 gradi centigradi.

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Obiettivi che potrebbero essere raggiunti tramite azioni politiche serie e concrete da parte dei governi dei Paesi in tutto il mondo. Ed è proprio questo che chiederanno venerdì 15 marzo le persone che parteciperanno allo sciopero internazionale contro il cambiamento climatico.

Foto in anteprima via Ansa

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