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L’agenzia letteraria Sul Romanzo collabora con Mondadori?

8 Marzo 2011 5 min lettura

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L’agenzia letteraria Sul Romanzo collabora con Mondadori?

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Il confine fra verità e ipocrisia è di frequente diafano nel mondo editoriale italiano, altre volte non rimane che la chiarezza d’intenti. La questione che vi propongo oggi spero non solo che possa rendere palesi gli ideali dell’agenzia letteraria Sul Romanzo, altresì stimolare in voi nuove riflessioni.

Al pari d’un fiume carsico si scatena nel nostro paese l’eterna diatriba: dovrebbero gli scrittori di sinistra che pubblicano con il gruppo Mondadori girare i tacchi e andarsene verso altri lidi?

Ho provato nel tempo a interrogarmi da cittadino, non sono un autore mondadoriano, navigando fra i territori editoriali con dubbi e passi incerti, dubbi perché non smetto mai di indignarmi e passi incerti perché l’agenzia letteraria Sul Romanzo è nata pochissimi mesi addietro e sta direzionando ideali e azioni.

Una presa di posizione

Prima dell’avvio della mia attività ho contattato numerosi editori, per capire le possibili collaborazioni e le modalità di compartecipazione in un *prodotto* libro. Molti di voi conoscono da tempo non solo le mie battaglie contro le case editrici a pagamento, ma anche le mie idee rispetto al gruppo Mondadori, non tanto perché è coinvolto Silvio Berlusconi, non è unicamente una questione politica, quanto invece per l’iter che ha portato alla conquista di una delle più importanti case editrici italiane, sì, l’iter.

Perciò, mi chiedevo se fosse corretto contattare Mondadori, Einaudi, Piemme, Sperling & Kupfer, ecc., negando le mie idee per un obiettivo di business. Ammesso che tali case editrici avessero deciso di stare ad ascoltare le mie proposte, faccenda non indifferente, dato che nell’ambiente delle agenzie letterarie vi sono tradizioni, canali preferenziali consolidati e legami fra persone difficili da scalfire in termini di fiducia, decisi allora di non contattarle, rispondendo con chiarezza a una mia necessità di coerenza.

Il blog Sul Romanzo non ha mai negato recensioni e riflessioni su libri mondadoriani, tutti i collaboratori – lo potrebbero testimoniare senza problemi – si sono sempre sentiti liberi di parlare di autori Einaudi o di Piemme, io stesso ho intervistato autori che pubblicano per Mondadori. La cultura è cultura, ma se il sottoscritto decide di avviare un’agenzia letteraria e quindi subentrano questioni pecuniarie, allora, almeno dal mio punto di vista, la situazione cambia.

Cambia perché, sempre dal mio confutabile punto di vista, non è tollerabile criticare con asprezza il potere di Mondadori e al medesimo tempo farci affari, fossero anche dieci euro. Non è corretto; non è etico; non è questo certamente il modo di lavorare rispettando le proprie idee.

Iter triste

Repetita iuvant. Da quando alla fine degli anni Ottanta Formenton morì, Silvio Berlusconi cercò in tutti i modi di conquistare il più grande gruppo editoriale italiano. Come tanti di voi sanno benissimo, le famiglie in gioco erano tre: Formenton, Berlusconi e De Benedetti. Il nostro Presidente del Consiglio ebbe la meglio diventando il capo di Mondadori, ma le questioni aperte erano ancora numerose, innescando una serie di vicende processuali lunghe e complesse. Nel 2007 in appello Cesare Previti, avvocato Fininvest, accusato di corruzione giudiziaria, fu condannato a un anno e sei mesi; Attilio Pacifico, avvocato Fininvest, accusato di corruzione giudiziaria, fu condannato a un anno e sei mesi; Giovanni Acampora, anch’egli avvocato Fininvest, accusato di corruzione giudiziaria, fu condannato a un anno e sei mesi; Vittorio Metta, ex giudice, accusato di corruzione, fu condannato a due anni e otto mesi.

Sempre nel 2007, la II sezione penale della Cassazione confermò la sentenza d’appello del processo Lodo-Mondadori. Non è fuorviante ricordare che Fininvest detiene il 50,41% del capitale sociale di Mondadori. Perciò, se lasciamo parlare le sentenze, Mondadori fu conquistata da Silvio Berlusconi grazie a una corruzione portata in atto da alcuni suoi avvocati di Fininvest, in altre parole la sentenza del gennaio del 1991 che annullava il lodo arbitrale fu conseguenza di una corruzione, altrimenti la cordata di maggioranza sarebbe andata a De Benedetti.

Se si conoscono i fatti due le strade per un cittadino

O si fa finta di nulla, con due belle fette di salame sugli occhi, in maniera opportunistica e colmi di ipocrisia, oppure si è coerenti: lavorare con il gruppo Mondadori significa accettare tacitamente una corruzione scandalosa.

È un problema etico? Sì, lo è.

- Eh ma è un importante gruppo editoriale! -, questo non nega la corruzione.
- Ci sono professionisti al suo interno! -, questo non nega la corruzione.
- La quota di maggioranza del mercato è del gruppo Mondadori! -, questo non nega la corruzione.
- Vi sono bravissimi scrittori mondadoriani! -, questo non nega la corruzione.

Sul Romanzo e l’etica nel lavoro

Come potrei schierarmi contro le case editrici a pagamento perché, dal mio punto di vista, truffano gli scrittori, e poi cercare una collaborazione con case editrici che sono state conquistate pecuniariamente perché in origine vi fu una truffa vergognosa? Il gruppo Mondadori ha allargato la sua sfera di influenza grazie di certo a vincenti strategie commerciali ma soprattutto attraverso la forza dei soldi. Non credo che serva un esame di microeconomia all’università per comprenderlo.

Forse va di moda tacere, forse va di moda fare finta di nulla, forse va di moda giustificare l’ingiustificabile, forse va di moda trovare sempre un motivo per non seguire quanto più possibile i propri ideali, magari bene espressi a parole incantando non pochi. Però l’epoca degli incantatori ha davvero stufato.

A me hanno stufato da tempo gli scrittori mondadoriani che si giustificano per la libertà di pensiero e bla bla bla; a me hanno stufato da tempo gli editor e intellettuali che collaborano con il gruppo Mondadori citando le tradizioni e le competenze al suo interno e bla bla bla; a me hanno stufato da tempo coloro che parlano di morale quando magari facevano parte della P2 fino all’altro giorno. A me ha stufato l’ipocrisia, perché penso di essere convinto oramai che ipocrisia non va a braccetto con coerenza di ideali, anzi sono agli antipodi.

Allora poi la libertà e i sentimenti, i sogni e le anarchie, ma rimane il fatto che collabori con un gruppo che è quel che è anche e soprattutto perché frutto di una corruzione vergognosa, e per quanto mi concerne non può e non deve essere taciuto.

Conclusioni

Ho capito giorni fa di dovere chiarire la posizione dell’agenzia letteraria Sul Romanzo perché due persone mi hanno chiesto se collaboriamo con case editrici del gruppo Mondadori.

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La risposta è no, per i motivi che ho cercato di spiegare.

Sul Romanzo è un progetto che rappresenta una goccia nell’oceano editoriale italiano, ma ritengo che è proprio quando si inizia che bisogna essere intransigenti sui valori etici del lavoro, altrimenti ci si abitua poi a corrompere e a farsi corrompere dai compromessi, e le conseguenze di ciò le abbiamo davanti agli occhi ogni giorno.

I nostri clienti potranno votare a destra o a sinistra, non ci interessa e non siamo tenuti a sapere il colore della bandiera, ma noi come agenzia letteraria non collaboriamo con chi detiene uno strapotere grazie a una corruzione.

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