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Cosa possiamo fare per migliorare l’ambiente digitale in cui viviamo

20 Ottobre 2016 6 min lettura

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Cosa possiamo fare per migliorare l’ambiente digitale in cui viviamo

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Informarsi, discutere, confrontarsi, conoscersi, condividere, commentare, ridere, scherzare, arrabbiarsi, mettere mi piace. Passiamo sempre più tempo sui social network, in particolar modo su Facebook e su Twitter. Le nostre vite digitali non sono più una dimensione isolata, separabile da quella che un tempo differenziavamo come "vita reale": viviamo sempre connessi e molte delle nostre interazioni si sono spostate sui social.

Quello che diciamo, i post a cui mettiamo like e i contenuti che condividiamo entrano a far parte del flusso informativo dei nostri contatti. Ognuno di noi è “media” e dovremmo sentire la responsabilità delle nostre azioni e scelte in questi ambienti digitali. Avere piena consapevolezza del nostro comportamento online può rendere migliore il nostro stare insieme e contribuire in modo positivo e costruttivo all’ecosistema informativo.

Qui abbiamo individuato alcuni suggerimenti, ma vorremmo realizzare insieme a voi un elenco di consigli utili per tutti. Non solo per i giornalisti, ma per tutti noi cittadini che viviamo la rete e in rete.

Aspettiamo i vostri commenti sul post, su Facebook, su Twitter, o via email.

Prima di commentare aspetta la seconda o terza versione della notizia

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Quando le notizie si diffondo in maniera virale, conviene sempre aspettare prima di dire la nostra opinione sull'argomento, questo vale soprattutto nei casi in cui viene stimolata l'indignazione dei lettori. La versione più corretta e più aderente ai fatti solitamente è la seconda, se non la terza.

Molti media, purtroppo, si precipitano a pubblicare la notizia senza averla verificata. Riservandosi di correggere l'articolo in un secondo momento, quando ormai si è diffusa la prima versione e la conversazione dei lettori si è spostata su una ricostruzione distorta dei fatti.

Come lettori abbiamo il potere di sottrarci a questo meccanismo. E aspettare sempre prima di condividere, pubblicare, commentare, indignarci e diffondere informazioni sbagliate.

Se scopri di aver condiviso una notizia falsa, rettifica

Vale per i giornalisti, ma anche per i lettori. Può capitare a tutti di sbagliare. Quando succede è opportuno correggere l'errore e rettificare pubblicamente.

È necessario lasciare traccia delle correzioni che sono state fatte e spiegarle in maniera esaustiva: ricordiamoci che quello che abbiamo scritto avrà probabilmente generato like, commenti e condivisioni. Sarebbe quindi profondamente scorretto nei confronti di chi ci legge cambiare un articolo, modificare uno status o cancellare un tweet senza avvisare.

Su Facebook, possiamo editare il nostro status mettendo in evidenza la modifica e avvisando dell'errore. Ammettere i propri errori e riconoscerli pubblicamente rafforza la nostra reputazione.

Su Twitter, una volta pubblicato non possiamo editare un tweet, per cui la domanda che si fanno in molti nel momento della rettifica è: dobbiamo cancellare il tweet contenente l'informazione sbagliata? Esistono due possibili soluzioni.

Se decidiamo di non cancellare il nostro primo tweet, possiamo scriverne uno nuovo concatenato all'anteriore (si fa rispondendo al nostro stesso tweet, ma cancellando il nome dal messaggio) per rettificare e diffondere l'informazione corretta. Molti sono contrari a questo metodo perché l'informazione distorta potrebbe continuare a diffondersi attraverso i retweet senza che gli utenti si accorgano della correzione.

Una soluzione alternativa è quella di cancellare il tweet in maniera trasparente e rettificare pubblicamente in questo modo: facciamo uno screenshot del tweet; cancelliamo; twittiamo la rettifica allegando lo screenshot e avvisando i nostri follower che abbiamo cancellato quel tweet. Non bastano i 140 caratteri? Nessun problema, ricordati che puoi concatenare i tweet (consigliamo in ogni caso di non eccedere i tre tweet per una rettifica di questo tipo).

Se dobbiamo correggere un articolo, ricordiamoci di lasciare traccia delle modifiche che abbiamo fatto. La soluzione migliore è una nota alla fine del post spiegando quali errori sono stati corretti e quali parti sono state cambiate.

Chiedere scusa per l’errore è un gesto semplice, segno di sensibilità e intelligenza.

Prima di condividere una foto o un video accertati che siano autentici

In questo modo possiamo contribuire a migliorare il nostro ecosistema informativo, evitando di esporre i nostri contatti (e noi stessi) a informazioni false, incomplete e dannose.

Come verificare l'autenticità di un'immagine? Google Immagini offre uno strumento molto semplice per effettuare una ricerca a partire da un'immagine che abbiamo scaricato sul nostro computer. In questo modo scopriremo se quella foto è già stata usata su Internet. È una pratica essenziale durante le breaking news, perché ci permette di verificare se qualcuno sta diffondendo come attuale un'immagine che è già stata usata in passato e che si riferisce ad altre situazioni o notizie.

Questo video di FirstDraft, anche se in inglese, vi mostra in maniera comprensibile quali sono i passi da seguire.

Un altro sito utilissimo in questo senso è TinEye che ci mostra quando un'immagine è stata usata per la prima volta online, in modo da determinarne la data approssimativa e in molti casi la fonte. Anche in questo caso, vi segnaliamo un video di FirstDraft su come usare TinEye.

Prima di condividere controlla la fonte

Lo hai letto sul Corriere della Pera, sul Fatto Quotidaino o su Repubica? Quasi sicuramente è una bufala. Fai attenzione alla fonte: non tutto quello che leggiamo su Internet è vero e non tutto quello che condividono i nostri contatti è stato verificato. Controlla sempre che il sito o l'account che ha pubblicato la notizia sia affidabile. E soprattutto, leggi attentamente la url e il nome della pubblicazione per verificare che sia quello corretto: come abbiamo visto negli esempi citati in questo paragrafo, è sufficiente sostituire una lettera per confondersi con una fonte considerata affidabile.

Solitamente questi siti sono facilmente riconoscibili, la loro grafica è totalmente diversa da quella di un giornale. È quando vediamo la notizia scorrere sulla nostra home di Facebook che dobbiamo prestare particolare attenzione. Mai cedere alla tentazione di condividere un articolo senza averlo letto.

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Alcune notizie false possono avere uno scopo parodistico, altre sono delle vere e proprie macchine per generare click e guadagni attraverso la pubblicità. In entrambi i casi, non dobbiamo mai prendere sul serio una notizia che abbiamo letto solamente su un sito di questo tipo. E se si tratta di una notizia internazionale, è raccomandabile cercare conferme anche sui quotidiani stranieri.

Lo stesso discorso vale per i social. Quell'account Twitter che si spaccia per una scrittrice famosa ha scritto solo sei tweet ed è stato creato ieri? Non cascarci. E ricorda che anche se i giornali pubblicano le sue dichiarazioni dandole per vere, con molta probabilità quel profilo è falso (il recente tweet attribuito a Elena Ferrante da tutti i giornali è un esempio chiaro).

E se hai visto solo lo screenshot di un tweet (o di uno status su Facebook), accertati che quella persona abbia davvero scritto quelle parole sui social. Potrebbe trattarsi di un fotomontaggio. Esistono siti che permettono di creare facilmente tweet o status falsi. Per esempio...

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Un breve video di FirstDraft mette in evidenza i dettagli che dobbiamo considerare per stabilire l'autenticità di un profilo Twitter.

Prima di condividere controlla la data

Una notizia di cinque anni fa può apparire "scandalosa" se inserita nel contesto sbagliato. È un trucco a cui ricorrono spesso le pagine e i siti bufalari che pubblicano notizie false con il fine di generare traffico. Per cui, durante un terremoto è probabile che alcune di queste pagine decidano di condividere notizie risalenti a qualche mese fa sulle vacanze al mare del presidente ("vergogna!"), per fare un esempio.

Ma può anche essere un gesto che facciamo in assoluta buona fede, senza accorgercene, presi dalla fretta o per distrazione. Capita quindi che durante un evento catastrofico, le persone inizino a retwittare un tweet della Protezione Civile di tre anni fa con informazioni non aggiornate, contribuendo a creare rumore e disinformazione.

Controllare la data di un articolo, di una foto, di un tweet o di uno status è un gesto immediato, dobbiamo solo far sì che diventi un'abitudine.

Ricordati di citare la fonte

La condivisione sta alla base del nostro stare online. Attraverso i contenuti che postiamo su Facebook definiamo la nostra identità e costruiamo la nostra reputazione. Citare la fonte di quello che pubblichiamo è una forma di rispetto verso chi ha lavorato a quel contenuto, sia esso un testo, una foto, un grafico, o uno status. È un'informazione in più che diamo a chi ci legge.

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Non insultare, fa male a te e a chi partecipa alla conversazione

Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu. Durante una discussione online, non dire cose che non diresti di persona. E se stai parlando con una persona che non conosci, ricordati sempre di una cosa: non conosci quella persona. Non sai quali sono le sue opinioni, o le sue azioni.

“Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre".*

(Immagine: Marco Tonus)

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