Gianni Morandi e Facebook: uno su mille ce la fa
2 min letturaSe vi è capitato di vedere almeno un post di Gianni Morandi su Facebook nell'ultimo mese, non temete: non è un esperimento di Mark Zuckerberg mirato a farci riascoltare i grandi classici della musica italiana.
È semplicemente la naturale conseguenza di un crescendo di popolarità della pagina pubblica del cantante di Monghidoro, che a 70 anni ha scoperto il potenziale di una piattaforma che è stata capace di trasformare il suo diario "analogico", che cura su carta da anni, nella base di una comunità che si incontra attorno ai post pubblicati giornalmente e che legge, risponde, condivide, commenta, ricorda o, semplicemente, sorride.
Come spesso accade sui social media, è il buonsenso a guidare la maggior parte delle buone pratiche di comunicazione. Morandi è diventato popolarissimo non cercando il colpo ad effetto, il video iperprodotto, il coinvolgimento forzato degli utenti, ma ha semplicemente (si fa per dire, considerando che Morandi è pur sempre un personaggio pubblico) utilizzato Facebook come fanno molti dei suoi fan: foto, video, condivisione di scorci di vita pubblica e angoli di vita privata.
Questa normalità è però innovativa, persino dirompente, in un contesto mediatico come quello italiano, in cui chi ha goduto negli anni di una posizione gerarchica superiore rispetto ai destinatari dei propri messaggi (dai politici ai giornali, dagli artisti agli enti pubblici, dalle multinazionali alle grandi organizzazioni) non ha ancora del tutto colto l'essenza dello stare su Facebook, Twitter, Youtube e simili. Su queste piattaforme la conversazione è il valore aggiunto, la reciprocità non è un favore che qualcuno concede a qualcun altro, ma è ciò che gli utenti (che sono contemporaneamente cittadini, elettori, consumatori) si aspettano.
La pagina di Gianni Morandi, oltre a essere un inequivocabile successo di numeri - ogni post è accompagnato da decine di migliaia di like, di commenti e condivisioni - lancia un altrettanto inequivocabile messaggio a tutti gli addetti ai lavori del mondo della comunicazione: il successo sui social media passa per la cura, la dedizione, la consapevolezza che ogni commento di un utente è prezioso, nobile, degno. Quando c'è questa consapevolezza, i soldi (sempre più importanti per marcare una presenza significativa sui social media, ma non ancora, e forse mai, indispensabili) non servono.
Nelle slide che seguono potete leggere un'analisi dettagliata di come Gianni Morandi aggiorna Facebook, quali sono i suoi punti di forza e quali sono gli spunti di riflessione per chi lavora nel mondo della comunicazione.