Neutralità della Rete a rischio: la battaglia in Europa continua
2 min letturaIl 18 marzo la Commissione Industria (ITRE) del Parlamento europeo ha approvato il progetto di riforma sul regolamento telecom. Non ci sono state reali novità per cui i dubbi da noi già espressi in precedenza permangono.
ROAMING
Per quanto riguarda il roaming, anche se la proposta iniziale è stata parzialmente modificata, non si tratta esattamente della sua fine perché ci sono vari aspetti di dettaglio che possono interferire, sia in termini di copertura territoriale che di quantità di traffico. Molto dipenderà dagli accordi tra gli operatori telefonici. Il costo del roaming dipende proprio dagli accordi tra i principali operatori, ciò significa che si mette nelle mani di chi ha creato il problema il compito di trovarne una soluzione, ovviamente con possibili ricadute negative per i piccoli operatori.
Comunque i tempi sono stati anticipati e quindi il roaming dovrebbe “terminare” al 15 dicembre 2015.
NEUTRALITÀ DELLA RETE
Per quanto riguarda la neutralità della rete, all'ultimo minuto è passato un principio più tutelante rispetto alla proposta originaria del relatore Pilar del Castillo. Secondo questo emendamento il traffico Internet "should be treated equally, without discrimination, restriction or interference, independent of the sender, receiver, type, content, device, service or application”.
Rimane aperta, invece, la questione della definizione di “servizi specializzati”. A tale proposito è piuttosto interessante il FAQ pubblicato dal relatore Pilar del Castillo, nel quale si ammette che la definizione è fondamentale per evitare rischi e perciò deve essere rigorosa. Eppure una definizione precisa nel testo non c'è, e il relatore non chiarisce nemmeno quali sono i rischi e perché l'approccio varato riesca a tutelare la neutralità della rete.
In Commissione è stato respinto l'emendamento presentato da Catherine Trautmann, e il testo approvato è confuso e contraddittorio. Nonostante l'annuncio che il regolamento impedisce alle imprese di degradare e bloccare le connessioni Internet ai servizi e alle applicazioni concorrenti, la versione attuale della norma permette agli operatori di telecomunicazioni di stringere accordi esclusivi con i giganti del web per fornire servizi specializzati di qualità superiore, prioritizzandoli rispetto a servizi concorrenti. Le misure per bloccare o rallentare Internet sarebbero autorizzate solo in casi eccezionali, ad esempio quando espressamente ordinato da un tribunale.
In breve le aziende di telecomunicazioni possono limitare l'accesso ai loro clienti così realizzando un monopolio simile a quello che ha portato ad alte tariffe di telefonia mobile, e quindi potremmo avere delle diverse sotto-reti a seconda dei servizi richiesti dall'utente, a costi diversi e a velocità diverse.
In tal modo si minerà non solo la concorrenza sul web, impedendo a nuovi operatori di entrare in un mercato già occupato sulla base di accordi tra i grandi operatori, ma la stessa innovazione, perché un utente tenderebbe a preferire un servizio utilizzato da un elevato numero di utenti piuttosto che un servizio migliore e più innovativo.
Il membro del Parlamento europeo Marietje Schaake ha espresso preoccupazioni per l'esito del voto
La proposta votata oggi manca delle necessarie garanzie per la neutralità della rete, al fine di tutelare i consumatori contro gli abusi di potere da parte dei fornitori di servizi Internet. Senza queste garanzie, la concorrenza e l'innovazione nel mercato unico digitale possono essere in pericolo. Il principio della neutralità della rete è stato scambiato con l'abolizione dei costi di roaming
Per questo motivo il gruppo dei liberali (ALDE) ha presentato una nuovo testo per la tutela della neutralità della rete.
Adesso il progetto di riforma passerà prima al Parlamento in seduta plenaria, che dovrebbe votarlo tra il 2 e il 3 aprile 2014, e poi al Consiglio. Se nel Consiglio ci saranno modifiche avremmo un nuovo voto del Parlamento entro la fine dell'anno, e se ne occuperà il nuovo Parlamento che uscirà dalle elezioni europee di maggio.
Una notizia positiva è che non è stato dato il compito di negoziare la fase legislativa con il Consiglio al relatore Pilar del Castillo.