Sciopero dei giornalisti, l’appello: “Cancellarlo?”
2 min letturaRoma - "Lo sciopero di venerdì è confermato: è l'unica arma che abbiamo contro la legge-bavaglio. Ma se editori e direttori si accorderanno per un'iniziativa comune fortemente visibile, o se Silvio Berluisconi accetterà le nostre proposte, valuteremo". Il segretario dell'Fnsi, Franco Siddi, vede "poco praticabile" l'appello del gruppo di Facebook Valigia blu ("Piuttosto che scioperare fate pagare i giornali la metà"). Ma rilancia: "Potremmo ripensarci. Ma di fronte a fatti, non a parole. Magari tutte le prime pagine dedicate a un editorilae contro la legge bavaglio". Revoca da valutare, spiega, "anche nel caso in cui Berlusconi ci ripensi e accetti la proposta di un'udienza-filtro per stralciare le intercettazioni estranee all'indagine. E quella, che piace al pdl Giancarlo Mazzuca, di un Giurì che entro cinquanta giorni si pronunci sulla effettiva violata privacy".
Ma ripensamenti ancora non si vedono. Il ddl Alfano, oggetto di un durissimo scontro politico e istituzionale, riprende il suo iter domani in commissione Giustizia alla Camera, per una settimana di dibattito. Poi arriverà il momento cruciale: gli emendmenti. Il testo non piace a Gianfranco Fini ("Io sto con la legalità"). Un tema che fa breccia nell'elettorato leghista. Se ne parlerà oggi nel colloquio Berlusconi-Bossi. "La politica è l'arte della tenuta dei nervi. Vince chi molla pr ultimo" dicono nell'Udc, convinti che non sarà Berlusconi. I finiani i nervi sembrano tenerli saldi, malgrado sui quitidiani berlusconiani si legga: "Per liberarsi di Gianfranco Silvio colpirà i fedelissimi". Carmelo Briguglio, ex An, sorride: "Non ci lasciamo impressionare. Berlusconi rischia di perdere il governo del Paese. Il problema è suo. Noi giochiamo di rimessa". Aspettare. Vedere. Capire. Poi però scrivere.
Se le modifiche ai "punti critici" denunciati dal capo dello Stato non arriveranno dal governo, i fedeli di Fini le presenteranno comunque. E in commissione Giustizia i numeri per approvarli si potrebbero trovare. A quel punto approderebbe in Aula un testo sgradito a Berlusconi che renderebbe l'arma della fiducia spuntata se non addirittura a doppio taglio. Pronti a votare le modifiche l'Udc, l'Mpa e, secondo il capogruppo Dario Franceschini, anche il Partito democratico. Anche se Donatella Ferranti, capogruppo pd in commissione, precisa: "Li valuteremo uno per uno. Non aderireremo a scatola chiusa alle posizione di chicchessia". E' la spia di un imbarazzo crescente nel centrosinistra, a fronte del "no" più netto di Antonio Di Pietro e dell'Idv: "Qualsiasi emendamento servirà soltanto a mettere la coperta sullo sporco che c'è sotto. Nessun compromesso".