Il Ddl sicurezza del governo italiano mette a repentaglio diritti fondamentali
|
di Chiara Cera (communications coordinator di Human Rights Watch)
Il governo italiano guidato da Giorgia Meloni sta facendo passare in Parlamento un disegno di legge sulla sicurezza che, se approvato, potrebbe avere un impatto devastante sui diritti fondamentali, tra cui il diritto alla protesta pacifica e alla libertà di espressione.
Il disegno di legge, approvato dalla Camera dei Deputati a settembre e attualmente in discussione al Senato, introdurrebbe diversi nuovi reati e aumenterebbe significativamente le pene per chi partecipa a manifestazioni non autorizzate, con pene detentive fino a sette anni per gli individui che bloccano il traffico o che sono ritenuti usare “minacce di violenza” per protestare contro progetti infrastrutturali. Gli attivisti di tutta Europa si sono impegnati in queste tattiche di disobbedienza civile nonviolenta per spingere i governi a rispettare i loro obblighi su questioni come il cambiamento climatico e i diritti umani.
Il progetto di legge considera reato anche la protesta, compresa la resistenza passiva a ordini o regole, nelle carceri e nei centri di detenzione e accoglienza per migranti. La resistenza passiva a ordini o regole comprende atti come la non collaborazione con i pubblici ufficiali. Sebbene siano pubblicizzate per promuovere la sicurezza, misure come queste contenute nel disegno di legge minano i diritti e le libertà fondamentali, colpendo in particolare gli attivisti e i migranti.
Il disegno di legge ha suscitato ampie critiche da parte degli organismi internazionali per i diritti umani. L'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'OSCE ha avvertito che molte disposizioni “possono potenzialmente minare i principi fondamentali della giustizia penale e dello Stato di diritto”, mentre il Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha espresso preoccupazione per il rischio di un'applicazione “arbitraria e sproporzionata” che interferirebbe con il diritto di protestare pacificamente. Anche otto relatori speciali delle Nazioni Unite, in due diverse comunicazioni al governo italiano, sono intervenuti. Sei di loro hanno evidenziato come i vari articoli del disegno di legge violerebbero diversi obblighi dell'Italia ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici, mentre i relatori speciali su alloggi e povertà hanno sottolineato le violazioni del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali che si verificherebbero se il disegno di legge venisse adottato nella sua forma attuale.
Il Senato dovrebbe prestare attenzione ai severi moniti di questi esperti di diritti umani e garantire che le misure contenute nel disegno di legge, apparentemente progettate per proteggere l'ordine pubblico e la sicurezza, non calpestino i diritti fondamentali. La sicurezza non si ottiene né si garantisce con la repressione.
(Immagine in anteprima via Wikimedia Commons)
![](/pictures/crowdfunding/card-2025.png?v=3)