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Le principali ‘fake news’ sull’Ucraina inventate e diffuse dai propagandisti russi nel 2024

19 Gennaio 2025 12 min lettura

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Le principali ‘fake news’ sull’Ucraina inventate e diffuse dai propagandisti russi nel 2024

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Come negli anni scorsi, gli organi di propaganda russi e i canali Telegram pro-Cremlino hanno trascorso il 2024 diffondendo bufale e disinformazione sull'Ucraina, i suoi leader, le sue politiche e i suoi alleati. I giornalisti del progetto di fact-checking Provereno.Media hanno stilato una rassegna dei casi più diffusi - e più memorabili. Il sito indipendente russo Meduza ha pubblicato una traduzione del loro lavoro, pubblicato originariamente su iStories

Le bufale su Zelensky e i soldi degli aiuti militari occidentali usati per la villa di Goebbels, l'auto di Hitler e veicoli di lusso

Dall'inizio del 2022, i paesi occidentali hanno fornito all'Ucraina aiuti per centinaia di miliardi di dollari. Non sorprende che i propagandisti russi abbiano ripetutamente accusato di appropriazione indebita di quei fondi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i suoi fedelissimi. Nell'anno appena trascorso hanno sostenuto che Zelensky avrebbe acquistato una villa nel Regno Unito da Re Carlo III, un'azienda vinicola in Italia dal cantante Sting, l'ex villa di Joseph Goebbels vicino a Berlino, un casinò a Cipro Nord e un hotel a Courchevel.

La storia dell'arricchimento illecito di Zelensky è stata diffusa non solo da canali Telegram, ma anche dai principali organi di informazione russi, tra cui RT e RBC. La circolazione di queste fake news al di fuori delle reti pro-Cremlino è stata integrata da una deliberata strategia di “legittimazione”: le “prove” inventate sono state introdotte attraverso siti che si spacciavano per rispettabili media occidentali o attraverso false pagine web di immobili che Zelensky avrebbe acquistato. In alcuni casi, le storie sono state rese ancora più convincenti aggiungendo dettagli sulle transazioni, che sarebbero state condotte attraverso la Film Heritage Inc. una società offshore con sede in Belize di proprietà della famiglia Zelensky e ampiamente pubblicizzata nel 2019 attraverso l'inchiesta Pandora papers dell'OCCRP.

Tutte le “fonti” inventate e poi citate nei notiziari russi e nei canali Telegram sono state registrate solo pochi giorni prima di pubblicare le accuse a Zelensky. Gran parte delle “prove” fotografiche, come altro materiale presente sui siti, sono state generate con l'intelligenza artificiale. In alcuni casi, i nomi dei file delle foto citati dai siti in lingua inglese corrispondevano ai titoli degli articoli pubblicati dal quotidiano russo Gazeta.ru.

I propagandisti hanno preso di mira anche la first lady ucraina, Olena Zelenska, sostenendo che avesse acquistato una Bugatti per 4,5 milioni di euro durante una visita in Francia. Per legittimare questa storia hanno utilizzato gli stessi metodi, con tanto di documenti di transazione falsificati e un video fatto con l'intelligenza artificiale dove un “dipendente del concessionario Bugati” discute della vendita del veicolo. Hanno anche affermato che lo stesso Zelensky aveva acquistato un'auto appartenuta a Hitler, sempre utilizzando prove falsificate.

Anche funzionari ucraini di alto livello sono stati colpiti da analoghe campagne di disinformazione. Per esempio, i canali di informazione russi hanno riferito che Andriy Yermak, capo dell'Ufficio del Presidente ucraino, avrebbe pagato 27 milioni di dollari per assicurarsi un posto nella lista delle 100 persone più influenti del Time Magazine. Hanno citato un falso video della BBC basato su un'inesistente inchiesta del sito Bellingcat, e il video è apparso per la prima volta su un canale chiamato “Putin on Telegram”.

La bufala di Trump inserito nel database dei “nemici” dell'Ucraina

La propaganda russa si è interessata attivamente alle elezioni presidenziali statunitensi del 2024, creando e diffondendo bufale sulla candidata democratica Kamala Harris da parte di blogger di destra statunitensi. Dopo la vittoria di Trump, i canali pro-Cremlino hanno scatenato un'ondata di fake news sulle reazioni ucraine al risultato delle elezioni. A differenza di Harris, Trump non aveva promesso di sostenere Kyiv “per tutto il tempo necessario”, perciò il suo ritorno alla Casa Bianca avrebbe indignato gli ucraini. I canali della galassia pro-Russia "Z" hanno iniziato a presentare falsi annunci che invitavano a fare donazioni per assassinare Trump, così come video falsificati di un prete ucraino che si sarebbe riferito a Trump come “Anticristo” e “diavolo”.

Questi canali hanno prestato particolare attenzione alla presunta reazione delle forze armate ucraine al voto. Hanno condiviso un video che mostrerebbe i combattenti del battaglione Azov bruciare i libri di Trump per protestare contro il suo piano per porre fine alla guerra. Il filmato sembra essere stato inscenato e non ci sono prove di alcun rogo di libri. Gli stessi canali, citando l'Institute for the Study of War (ISW), hanno affermato che dopo l'elezione di Trump i soldati ucraini si sono arresi con una frequenza otto volte maggiore. Tuttavia, il video usato a sostegno di questa affermazione è un falso, mentre l'ISW non ha mai diffuso statistiche simili.

Diverse figure pubbliche hanno anche dichiarato che dopo l'elezione Trump sarebbe stato rimosso da Myrotvorets, un sito ucraino non ufficiale che raccoglie informazioni su persone accusate di collusione con la Russia o di sostegno ai movimenti separatisti. Le affermazioni si basavano su un falso screenshot del sito circolato nel 2018.

I propagandisti hanno poi inquadrato la vittoria di Trump come un segno che il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina si sarebbe presto interrotto. Ad esempio, hanno citato il Wall Street Journal per affermare che il neoeletto vicepresidente JD Vance si sarebbe rifiutato per due volte di rispondere a una telefonata di Andriy Yermak, il capo dell'ufficio presidenziale ucraino. Tuttavia, il WSJ non ha mai pubblicato questa storia. Poco dopo le elezioni, i canali Telegram pro-Cremlino hanno anche diffuso un falso screenshot di un tweet presumibilmente di Elon Musk che riportava l'immagine di una banconota da un dollaro con Trump che faceva il dito medio e la didascalia: “L'ultimo dollaro per Zelensky”.

Le “tracce di Ucraina” ovunque

Dall'inizio dell'invasione su larga scala dell'Ucraina, i funzionari russi si sono affrettati a incolpare le autorità ucraine, le agenzie di intelligence o persino i comuni cittadini per quasi tutti i crimini commessi sul territorio russo. Alcune accuse - ad esempio per gli attacchi incendiari agli uffici di arruolamento militare o all'uccisione del generale Igor Kirillov - possono in qualche modo sembrare plausibili. Ma nella maggior parte dei casi ci si è trovati di fronte al tentativo di scaricare responsabilità su un comodo capro espiatorio, evitando così di identificare i veri colpevoli.

Ad esempio, poco dopo l'attacco terroristico al Crocus City Hall a marzo, il Presidente russo Vladimir Putin ha menzionato in un discorso alla nazione le “tracce di coinvolgimento ucraino” nell'attacco. Ha affermato che i sospetti erano fuggiti verso l'Ucraina, dove sarebbe stata predisposta “una via di fuga” per attraversare il confine. Ad aprile, il procuratore generale russo Igor Krasnov ha ribadito le accuse e a maggio il direttore dell'FSB Alexander Bortnikov si è allineato. Tuttavia, sono passati mesi senza alcuna prova tangibile, mentre il più grande attacco terroristico in territorio russo degli ultimi vent'anni è scomparso dai titoli dei giornali - Putin non lo ha nemmeno menzionato durante la consueta conferenza stampa di fine anno.

Le affermazioni ufficiali sul coinvolgimento dell'Ucraina sono state amplificate dai propagandisti. L'emittente statale RIA Novosti, citando un cosiddetto “esperto militare” del Tagikistan, ha dichiarato che l'ambasciata ucraina in Tagikistan avrebbe trascorso settimane a reclutare gente del posto per la sua Legione Internazionale, suggerendo che queste reclute fossero responsabili dell'attacco. L'articolo si basava su uno screenshot di un post su Facebook dell'ambasciata ucraina, che a quella data stava circolando su Telegram da oltre 24 ore e che probabilmente era stato falsificato.

Una tattica simile è stata usata come “prova” di un collegamento ucraino in eventi di altri paesi. Ad esempio, quando sono scoppiate le proteste in Georgia dopo che il governo ha sospeso i colloqui per l'adesione all'UE, i canali Telegram e i media pro-Cremlino hanno diffuso uno screenshot di un annuncio presumibilmente pubblicato su un portale di lavoro ucraino. L'annuncio riguardava la ricerca di “uomini forti” con esperienza di protesta da inviare a Tbilisi. Il falso si basava su un annuncio di lavoro per una guardia di sicurezza; l’annuncio era stato pubblicato qualche giorno prima a Chernihiv.

Altre bufale parlavano di un coinvolgimento dell'Ucraina nel fallito attentato al primo ministro slovacco Robert Fico, avvenuto a maggio. I principali quotidiani russi, come Moskovsky Komsomolets e Argumenty i Fakti, hanno affermato che la moglie dello scrittore Yury Cintula, autore dell'attentato, fosse una rifugiata in contatto con i servizi segreti ucraini e che avesse convinto il marito a colpire il leader slovacco filorusso. Queste affermazioni sono state però smentite dalle autorità locali, dai giornalisti che hanno esaminato i documenti e dalle testimonianze dei conoscenti della coppia. La moglie di Cintula viveva in Slovacchia da almeno diversi decenni e le sue origini ucraine non erano menzionate in nessuna fonte accessibile.

Due mesi dopo, secondo i canali Telegram pro-Cremlino, sarebbe stato sventato un attentato a un altro leader europeo filorusso, il primo ministro ungherese Viktor Orbán. Secondo le notizie circolate, un rifugiato della città ucraina di Ternopil avrebbe dovuto piazzare un ordigno esplosivo nell'auto di Orbán. La prova citata era la registrazione di una presunta conversazione tra l'aspirante assassino e l'intelligence ucraina. Ma gli organi di informazione russi si sono basati su un sito web falso che riproduceva il giornale ungherese Magyar Demokrata, e la registrazione audio condivisa sul sito è stata generata con l'aiuto dell'intelligenza artificiale.

La disinformazione sui saccheggi ucraini nella regione di Kursk

Dopo l'ingresso delle forze armate ucraine nella regione di Kursk il 6 agosto, i propagandisti hanno iniziato a diffondere attivamente notizie sui presunti crimini di guerra.

Un canale Telegram russo ha scritto quanto segue, riferendosi a precedenti notizie di saccheggi da parte delle truppe russe:

“I russi stanno rubando lavatrici e gabinetti”, hanno detto [gli ucraini]. Ora è chiaro perché hanno detto questo: per coprire le loro tendenze al saccheggio.

Una delle prime notizie emerse riguardava le truppe ucraine, accusate di aver rubato antiche icone dalla regione di Kursk per rivenderle online. Queste affermazioni si basavano su screenshot alterati di annunci autentici pubblicati da residenti ucraini di varie città; tra questi, alcuni annunci precedenti all'operazione a Kursk.

Ukropsky Fresh - un canale Telegram specializzato nella falsificazione di messaggi provenienti da autorità ucraine, polizia, procuratori, enti di beneficenza e unità militari - ha svolto un ruolo significativo nella diffusione di queste fake news. Ad esempio, blogger anonimi hanno fatto circolare screenshot in cui si affermava che l'esercito ucraino avesse giustiziato dei civili a Kursk - una falsificazione di messaggi originariamente riguardanti i crimini russi contro i civili in Ucraina. Allo stesso modo, il canale ha diffuso un post manipolato che menzionava una lavatrice rubata a Kursk e portata a un'unità militare ucraina, distorcendo i post reali che parlavano di forniture per la logistica.

Informazioni indipendenti e affidabili sugli eventi nelle aree occupate della regione russa di Kursk rimangono indisponibili. Sebbene l'esercito ucraino organizzi visite stampa per i giornalisti stranieri, è impossibile essere completamente certi che i reporter vedano un quadro imparziale di ciò che sta accadendo. Diversi organi di stampa, citando testimoni oculari, hanno riportato casi di saccheggio in aree sotto il controllo delle forze russe e ucraine. Tuttavia, come minimo alcune delle “prove” visionabili in rete sono palesemente false.

Le bufale sugli ufficiali stranieri che muoiono di continuo in Ucraina

Il Cremlino, il ministero della Difesa russo, vari funzionari e propagandisti russi parlano spesso di mercenari e istruttori stranieri che combattono al fianco dell'Ucraina. Se è vero che ci sono centinaia di volontari di altri paesi in varie unità militari ucraine, e che alcuni sono stati persino catturati dalle forze russe, i propagandisti non perdono mai l'occasione di rafforzare la narrazione del Cremlino secondo cui la Russia non sta combattendo contro l'Ucraina ma contro la NATO. Spesso riportano la morte di ufficiali di alto rango o di soldati di carriera dei paesi della NATO in prima linea.

Le più banali tra queste bufale si basano su una tattica di base: quando un paese occidentale riporta la morte improvvisa di un alto ufficiale militare, i canali Telegram pro-Cremlino affermano che la morte è stata causata da un attacco russo all'Ucraina. Questo è avvenuto per esempio con il generale polacco Adam Marczak e il tenente colonnello canadese Kent Miller, entrambi morti in Belgio quest'anno. Secondo i canali pro-Cremlino, sono stati uccisi rispettivamente a Chasiv Yar e nei pressi di Sumy - affermazioni senza alcuna prova.

In alcuni casi, sono usati come “prova” post apparsi social media. Ad esempio, a settembre, dopo la notizia di un attacco missilistico su Poltava che aveva ucciso più di 50 soldati ucraini, i canali pro-Cremlino hanno affermato che tra le vittime c'erano istruttori svedesi e che i bambini locali erano stati costretti a donare il sangue per gli stranieri feriti. Queste affermazioni si basavano su screenshot falsificati di post attribuiti a un volontario svedese e a un medico ucraino, entrambi falsi.

Una bufala analoga è circolata un mese e mezzo dopo. Sosteneva che la moglie di un pilota americano avesse postato sui social media la notizia della morte del marito, ucciso in un attacco russo a una base aerea nella regione di Khmelnytskyi, circostanza nella quale diversi aerei f-16 erano stati abbattuti. Nel caso specifico, gli autori della bufala non si sono limitati a falsificare un post su Facebook, ma hanno creato un profilo falso di una persona realmente esistente.

In primavera, i propagandisti hanno reagito con particolare forza a una dichiarazione del presidente francese Emmanuel Macron, che ha espresso la volontà di inviare truppe francesi in Ucraina. I giornali Rossiyskaya Gazeta e Komsomolskaya Pravda hanno affermato che all'inizio di maggio circa 100 soldati della Legione Straniera francese erano stati dispiegati vicino a Sloviansk. I giornali hanno citato i resoconti di un canale Telegram anonimo favorevole alla guerra e di cospirazionisti francesi. Secondo le "fonti", i soldati appartenevano a un'unità di stanza in Sud America, responsabile della sorveglianza dello spazioporto francese di Kourou.

Pochi giorni dopo, alcuni account hanno iniziato a far circolare foto di bare con soldati francesi presumibilmente uccisi in Ucraina. In realtà, la foto era stata scattata 4-5 anni prima, durante una cerimonia in onore dei soldati caduti in un'operazione antiterrorismo in Mali.

Le bufale sull'Ucraina che cerca di umiliare i membri della Chiesa ortodossa 

Ad agosto, il Parlamento ucraino ha approvato una legge che vieta di fatto le attività della Chiesa ortodossa ucraina (COU), storicamente legata a Mosca. Le chiese sotto la sua giurisdizione sono state incoraggiate ad aderire alla Chiesa ortodossa autocefala dell'Ucraina (COAU), che è indipendente da Mosca. I propagandisti russi hanno sfruttato per anni la questione della scissione ecclesiastica, diffondendo fake news per promuovere la propria narrativa.

I canali pro-Cremlino hanno spesso cercato di dipingere la Chiesa ortodossa autocefala dell'Ucraina come atea e intenzionata a distruggere la “concorrente”. Poco dopo l'approvazione della legge controversa, la rete televisiva statale russa Channel One ha mandato in onda un filmato che mostrava una ex chiesa nella città ucraina di Vinnycja trasformata in un nightclub. In realtà, il video era stato girato cinque anni prima in un nightclub di Varsavia. Una storia simile ha visto protagonista una chiesa di Lutsk che sarebbe stata trasformata in una lavanderia a gettoni. La storia si basava su una notizia del 2023 relativa a una lavanderia a gettoni aperta nel retro di una chiesa greco-cattolica (non ortodossa) locale.

I propagandisti russi sostengono spesso che questa presunta persecuzione si estende anche ai singoli parrocchiani. Dopo l'approvazione della legge, è circolato un video che mostra un prete della COAU a Chernivtsi che si sarebbe rifiutato di celebrare i riti funebri per i soldati ucraini deceduti battezzati con la COU. Il video originale, tuttavia, è stato girato nel 2023 e mostra in realtà un sacerdote della Chiesa filorussa che si rifiuta di celebrare i riti insieme ai cappellani della Chiea ortodossa autocefala dell'Ucraina. Il sito indipendente russo Meduza ha condiviso una traduzione della loro rassegna, pubblicata originariamente da iStories.

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Affermazione: i media occidentali si stanno rivoltando contro l'Ucraina

Verso la fine dell'anno, i canali Telegram pro-Cremlino hanno pubblicato diverse fake news dove si diceva che i principali media stranieri (in particolare americani) erano così esausti dal dover coprire per il terzo anno di fila il conflitto su larga scala che i giornalisti avevano iniziato a fare commenti anti-ucraini mentre erano in onda. I conduttori avrebbero riso dopo i segmenti sulle perdite militari ucraine, si sarebbero lamentati per le continue discussioni sull'Ucraina, avrebbero intonato per scherno canti natalizi dopo la notizia dello sfratto dei rifugiati dalle case popolari in Francia, o avrebbero mandato in onda segmenti su un tatuaggio con la scritta “Ucraina merda”. In realtà, tutti questi video sono stati modificati e il contenuto è stato preso da frammenti di vari programmi andati in onda anni prima.Questo metodo di creazione di fake news non è nuovo, né viene utilizzato esclusivamente per sostenere la narrazione della stanchezza della società occidentale nei confronti della guerra in Ucraina. A dicembre, ad esempio, è diventato virale un presunto spezzone del servizio della NBC sulla cerimonia di riapertura della Cattedrale di Notre-Dame, che mostrava Macron salutare Zelensky mentre la rete americana avrebbe promosso lo spettacolo “I grandi ladri del XXI secolo”, insinuando cosìche Zelensky fosse un leader corrotto. Ancora una volta, il video era stato modificato e un canale Telegram pro-Cremlino ha diffuso la bufala.

Articolo originale pubblicato sul sito indipendente russo Meduza (via iStories) con licenza CC BY 4.0. Per sostenere Meduza si può donare tramite questa pagina.

(Immagine anteprima via Flickr)

 

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