Mario Monti è il legittimo erede di Kurt Cobain
1 min letturaAlla larga, strategie del PD che hanno portato all'elezione di Boldrini e Grasso! Pussa via, frattura nel Movimento 5 Stelle! Il risultato più evidente di questo weekend di politica e Camere è l'affermazione definitiva di una nuova icona rock, in un panorama nel quale una presenza carismatica ma finalmente autodistruttiva manca davvero tanto. Un leader che sia grunge, contro lo sciocco edonismo degli occhiali da bluesman. Si tratta di Mario Monti, presidente del Consiglio in scadenza, che in un geniale slancio di nichilismo artistico è passato dall'essere sobrio salvatore del Paese con rispettabile curriculum internazionale e sostegno di Poteri-a-caso a senatore a vita incapace di guadagnarsi più del 10% alle elezioni e la presidenza di palazzo Madama.
Poteva avere tutto. Poteva avere il mondo. Come un italianissimo Kurt Cobain, Mario Monti ha cominciato a soffrire la pressione della Storia, del successo e dell'affermazione personale che l'avrebbero lanciato facile facile verso il Quirinale, nel pantheon dei buoni, dei Padri - come un Einaudi o un Bob Dylan qualunque. Mario Monti ha detto no, scegliendo per sé l'autodistruzione. Titolisti scemi riassumerebbero "Da hero a Guitar Hero": un gesto che sa di poesia e protesta, di Parigi e di Seattle. NO FUTURE. E che stile. Io voglio zaino, diario e quaderni "Mario Monti".
(CIAO A TUTTI è una specie di rubrica talvolta satirica e quasi giornaliera - tranne il fine settimana che la gente ha da fare).